Recensione: Il compositore di sogni infranti di Laura Rocca



La recensione di Il compositore di sogni infranti di Laura Rocca, pubblicato in self. Un romanzo intenso e struggente. 



Titolo: Il compositore di sogni infranti
Autore: Laura Rocca
Editore: Self publishing



TRAMA

Ci sono legami che nemmeno una distanza forzata può spezzare. Sono trascorsi tre anni dall’ultima volta che ho visto Ermes, da quando è partito per studiare in un prestigioso college.
Oggi è più grande, più alto e bello ma ci sono cose che non cambiano mai: la sua arroganza, i suoi silenzi e le sue parole taglienti che rendono la vicinanza insostenibile.
Proprio come quando eravamo piccoli, gioisce nell’essere il mio tormento peggiore e avere la porta di casa davanti alla sua mi rende impossibile evitarlo.
Eppure…
Credevo di aver scordato tutte le sensazioni che mi provocava e che i lividi che mi aveva lasciato sul cuore avessero smesso di pulsare.
Mi sbagliavo.
Per distruggere la realtà che ho costruito in sua assenza, gli basta puntarmi addosso una sola volta quei gelidi occhi di cui non sono mai riuscita a penetrare i misteri.
Sulle sue labbra, il soprannome con cui mi indispettiva da bambini, diventa un tramite per ricordi che ho tentato in tutti i modi di dimenticare.
La penetrante melodia che proviene dal suo violino squarcia la diga delle mie emozioni e, quando tento di scappare, ormai è troppo tardi: sono di nuovo vittima del magnetismo di Ermes.
Sfregando le corde con l’archetto lui suona la mia anima, mi rivela i segreti che il suo sguardo prova a tacere, mi parla con una melodia che arriva al cuore e alla quale non posso sfuggire.
Detesto come mi fa sentire, ma non riesco a tirarmi indietro: litigi e sfide sembrano unirci e ogni giorno diventa più difficile non cedere all’attrazione che mi spinge verso di lui.
Io sono un magnete, lui la calamita, l’enigma che, da sempre, è incastrato nel mio petto come un coccio troppo aguzzo.
Più ci avviciniamo e più l’illusione di riuscire a comprenderlo vince le mie resistenze, ma non posso ignorare la domanda che mi tiene sveglia la notte: riuscirò mai a sfiorarlo senza tagliarmi o, alla fine, infrangerà tutti i miei sogni?



RECENSIONE


Ci sono degli eventi della nostra vita capaci di spezzarci il cuore, di distruggerci completamente: sono quelli che danno il via, o fanno emergere in maniera più dirompente, le nostre fragilità, le paure e che possono essere il punto di inizio di pensieri che diventano pericolosamente vividi e reali.
Ermes è rotto, fragile e disperato. E nasconde ogni piccola crepa dietro un carattere arrogante, dietro una corazza che appare talmente dura da non poter essere scalfita da nulla.
Ma le cose non sono davvero così, anche se bisogna ammettere che è molto bravo a farle apparire come tali.
Amethyst ha un cuore grande, un animo pronto ad accogliere gli altri, una propensione verso il prossimo rara ed Ermes le fa paura, ma al tempo stesso la attrae. Da sempre, come una calamita: lei vorrebbe porre fine ai suoi drammi interiori, lui la tratta malissimo e la deride.
E la cosa incredibile, sorprendente e profondamente emozionante di Amethyst è che lo perdona sempre.
Ritrovarsi dopo tanti anni di lontananza fa paura. La verità è che la fa a entrambi e che da quel preciso  momento prenderanno il via una serie di eventi che porteranno entrambi a guardarsi dentro e a scandagliarsi nel profondo dell'anima. 

E quella singolare sensazione che scaccio sempre prima che s’intensifichi mi avvolge, è come un inspiegabile calore che sale dalla pancia e si deposita nel petto, è una luce calda che mi avvolge facendomi lievitare, è quell’emozione che mi impedisco sempre di provare. La felicità è Lei che dice di amare la mia musica.

Laura Rocca con Il compositore di sogni infranti firma un romanzo che parla sì di amore, ma anche di molto altro. Infatti è centrale la fragilità umana e tutto quello che ne consegue: come quanto sia importante curarsi, farlo in maniera seria, continuativa e definitiva. Ci sono cose che non passeranno mai del tutto, ma conoscerle e saperle gestire è la strada da percorrere per stare bene, per tornare a respirare, per vivere. Semplicemente vivere.
E poi ci parla di aiuto, lo fa attraverso la protagonista che fa la volontaria e porta un sorriso in un luogo difficile e in cui il dolore spesso prende il sopravvento. Amethyst è una ragazza altruista e questo è un suo tratto distintivo che emerge in tutta la storia e in modi sempre diversi. C'è chi potrebbe pensare che sia debolezza, ma in realtà ci vuole una grande forza a guardare il dolore negli occhi. O anche solo a tendere una mano a chi ci ha fatto soffrire.
E poi l'importanza del dialogo, che in Il compositore di sogni infranti viene fuori in molti modi diversi: dalla necessità di parlare con dei professionisti, a come il silenzio possa far male in una famiglia, fino a quel muro che si crea quando la vita ci mette alle strette e il dolore lo vogliamo custodire dentro di noi. Perché condividerlo con il mondo sembra un passaggio impossibile da compiere.

«È solo la vita, Quinn. Quante cose importanti hai perso fino a oggi? Amicizie, amori, oggetti. Soffri, poi vai oltre. Ma preferiresti non averli avuti e non aver mai vissuto quei momenti? Io penso che il nostro cuore possa essere paragonato a una piccola biblioteca privata e, al suo interno, conserviamo i nostri libri più belli, quelli dei ricordi degli attimi più felici. Niente al mondo potrebbe strapparceli e, quando il cielo fuori diventa troppo minaccioso, puoi sempre rifugiarti nella tua e sfogliare le pagine della memoria, rivivere attimi felici, assaporarli e tornare indietro un po’ più sereno, pronto ad affrontare la pioggia con il tuo ombrello di felicità personale.»

Uno stile narrativo intenso, che ci fa toccare con mano la scoperta di sentimenti nascosti, che ci mostra come l'amore sia potente e possa al tempo stesso fare paura. Il compositore di sogni infranti è uno di quei libri che viene voglia di sottolineare dalla prima all'ultima pagina. Perché sembra leggerci dentro, darci una chiave di lettura ai momenti bui, ma anche una speranza: quella che le cose possono andare bene. A servire è innanzitutto la volontà: senza di quella si resta impantanati in un luogo oscuro dentro di noi.
E poi il romanzo di Laura Rocca ci ricorda che l'amore è cura solo se siamo predisposti a stare bene: ci si salva da soli e, poi, insieme.
Grazie Laura per questo nuovo romanzo sorprendente: appena ho visto che sarebbe uscita una sua nuova storia ho desiderato il cartaceo. E ve lo consiglio perché è una vera e propria opera: le pagine sono illustrate, i contenuti come messaggi e lettere hanno una loro grafica e i disegni ci permettono di immergerci ancora di più nella storia come se la stessimo vivendo in prima persona.

«Non possiamo controllare il destino, Ermes, possiamo solo fare del nostro meglio per nuotarci in mezzo e volgerlo a nostro favore.»


Perché leggerlo → Perché ci ricorda che non dobbiamo avere paura delle nostre fragilità, ma dobbiamo guardarle in faccia, capirle e andare avanti. 

Buona lettura!

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