Recensione Carestia di Laura Thalassa


La recensione di Carestia quarto volume della serie I Cavalieri dell’Apocalisse di Laura Thalassa pubblicato da Hope Edizioni. Ringraziamo la casa editrice per la lettura. Ecco la mia recensione. 



Titolo: Carestia - I cavalieri dell'apocalisse
Autore: Laura Thalassa
Editore: Hope Edizioni



TRAMA

Sono arrivati sulla Terra ‒ Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte ‒ quattro Cavalieri in sella ai loro temibili destrieri, diretti ognuno verso un angolo del mondo. Quattro Cavalieri con il potere di distruggere l’umanità, giunti sin qui per sterminarci tutti.

Ana da Silva ha sempre creduto che sarebbe morta giovane, solo che non pensava che sarebbe successo per mano di Carestia, l’essere immortale che cinque anni prima lei aveva salvato.

Ammesso che il Cavaliere si ricordi di lei, non sembra però che gliene importi, perché, quando si trovano faccia a faccia per la seconda volta, Carestia ordina che lei venga pugnalata a morte.
Ana, però, non muore.

La crudeltà è l’occupazione preferita di Carestia e quei bastardi senza Dio di umani la meritano tutta. Il Cavaliere non riesce a dimenticare ciò che gli è stato fatto, finché un fantasma tornato dal passato lo mette all’angolo, giurandogli vendetta per la sofferenza patita di recente. Carestia ne resta affascinato e decide di portare Ana con sé.

I due sono attratti l’uno dall’altra, ma restano pur sempre nemici e niente potrà mai cambiare quel fatto. Non una gentilezza, e neppure due. E, decisamente, non qualche notte di passione. È comunque consigliabile che i due riluttanti amanti smettano subito, o ci penserà il Cielo a intervenire.



RECENSIONE


Carestia ci fa follemente innamorate di lui, strano? Beh chiedete a Laura Thalassa qual è il suo segreto, la magia che le permette di creare personaggi spaventosi e divini facendoci riuscire a comprenderne la natura, la missione e non solo.

Ma partiamo da principio: l’autrice, nella serie I cavalieri dell’Apocalisse, ci mostra fino a che punto ci siamo spinti: il livello che abbiamo raggiunto come esseri umani, le bassezze di cui ci siamo macchiati e quanto la nostra anima sia ormai corrotta.

E non esagero nel dirlo perché basta ogni giorno leggere un giornale per avere davanti agli occhi quello che sta accadendo: altruismo, cura, attenzione, tutela sono parole che sembrano diventare ogni istante sempre più vuote.

Ma non è tutto da gettare e l’autrice ce lo racconta attraverso queste figure leggendarie giunte sulla terra per porre fine a tutto. Compresi gli uomini.

La razza umana non è degna di continuare a esistere. Oppure non è proprio del tutto così? 

Anche Carestia, nonostante le torture, arriva a porsi dei ragionevoli dubbi nel momento in cui si accorge che qualcosa da salvare c’è. Nel suo caso ha le sembianze di una donna ma al di là dell’attrazione e del sentimento che possono provare l’uno per l’altra, dentro di lei ci sono quei sentimenti che lui pensava del tutto spariti. 

Ana è altruista, generosa e coraggiosa e in lei trova la forza per capire che la sua missione è anche altro, forse è proprio quella di vedere che non tutto è perduto.


Con Carestia Laura Thalassa firma un libro cupo, come ci si aspetta da un mondo distrutto e da un Cavaliere portatore di morte. Ma anche un libro in cui i dialoghi sono più giocosi rispetto ai romanzi precedenti forse proprio per il carattere dei due protagonisti che appaiono più smaliziati e moderni rispetto a Pestilenza, Guerra e le rispettive compagne.

In più Ana e Carestia hanno un passato che li accomuna, intriso di dolore, che ne ha segnato il destino. Se per lui è stato ragione di maggiore odio a lei non ha tolto la voglia di tendere una mano agli altri, di essere portatrice di un messaggio di speranza.

E poi hanno un passato assieme perché si conoscono già da cinque anni quando si ritrovano e questo cambia molto del loro legame.

Perché ho amato Carestia? Perché pur essendo il personaggio meno umano di tutta la storia è quello che maggiormente incarna il concetto di redenzione e perdono che l’umanità avrebbe bisogno di perseguire. Aggiungiamoci fascino da vendere, ironia a palate e un sarcasmo puntuale e tagliente. Insomma batticuore dopo pacche pagine.

Ana non è da meno: sa essere provocatoria e coraggiosa, capace di grandi gesti di umanità e di mettere a repentaglio la sua stessa vita per tutelare quella di perfetti sconosciuti. Da ex prostituta e ragazzina maltrattata sa destreggiarsi  nelle situazioni più drammatiche e tirare fuori una forza inaspettata e pazzesca.

Con il terzo volume dei Cavalieri mi sembra di riuscire a tirare le fila dei tanti messaggi che l’autrice inserisce in questa storia. Fulcro centrale è una riflessione sul mondo, ma questo spunto per ragionare va di pari passo con tante altre tematiche come quella del perdono, che in questo libro trova la sua casa ideale.

La scrittura è ricca, scenografica e suggestiva: tocchiamo con mano ciò che accade, vediamo la rovina e la meraviglia, proviamo emozioni forti e contrastanti.
E poi, sul finire, restiamo letteralmente senza parole. E non ci resta che attendere.

Perché leggerlo → Perché è un libro che ci fa vivere un’avventura paurosa ed emozionante, mentre ci fa riflettere sul destino dell’umanità.

Buona lettura!

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