Recensione A cena con l'assassino di Alexandra Benedict




La recensione di A cena con l'assassino di Alexandra Benedict, pubblicato da Newton Compton. Grazie alla casa editrice per la copia del romanzo. 
Ecco la recensione di Annalisa


Titolo: 
A cena con l'assassino
Autore: Alexandra Benedict
Editore: Newton Compton Editori



TRAMA


Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest'anno c'è un premio speciale: l'atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c'è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l'esterno, tutto può succedere...



RECENSIONE


È quasi inverno. È ora per noi, per me e per te, di affrontare le cose. Tempo che tu esca dalla stanza in cui ti sei rinserrata e trovi la via di casa.

Sono passati ventuno anni da quando Lily Armitage ha lasciato Endgame House, la grande casa di famiglia dove viveva con sua madre Mariana, che lei, solo bambina, ha trovato morta nel labirinto della proprietà. Ora, dopo la morte di zia Liliana, che l’ha accolta come una figlia, si ritrova a dover oltrepassare ancora una volta quel cancello per partecipare a un gioco che la porterà a scoprire la verità sulla morte di sua madre.

Endgame House è persino più buia di quanto ricordasse. Un massiccio maniero del diciassettesimo secolo costruito con marmo e pietra calcarea che un tempo [...] sembrava brillare all’alba e al tramonto. Ora assorbe ogni luce e si tiene stretto i suoi segreti.

Endgame House non è solo il luogo dove si svolgono gli eventi di questi dodici giorni, ma è una vera e propria protagonista, con i suoi sussurri, i suoi cigolii, i suoi segreti. Tra le sue stanze e i suoi giardini, i cugini Armitage dovranno scovare gli indizi per trovare le dodici chiavi che li porteranno, l’ultimo giorno, a vincere niente meno che l’atto di proprietà della casa. Ma in ballo c’è un segreto troppo grande, e per alcuni di loro non ci sarà altro che la morte.

Diciamo solo che non ho proprio idea del motivo per cui qualcuno dovrebbe volere questa casa. [...] Le case indossano la loro storia come una pelle. E in questo caso ci sono molti strati di epidermide, e molti calli.

Ad assistere i cugini in questa caccia al tesoro natalizia, ci sono Isabelle Stirling, incaricata da zia Liliana di accogliere gli ospiti e dettar loro le regole del gioco, e la signora Caste, che si occuperà per tutto il periodo di non far mancare cibo, bevande e, soprattutto, i sonetti lasciati dalla zia dentro i quali scoprire gli indizi che porteranno al ritrovamento delle dodici chiavi.

Una tragedia non ti toglie il diritto alla gioia”, dice Tom. “A volte le emozioni sono schiena contro schiena, connesse tra loro. Come diceva sempre la nonna: la paura e l’entusiasmo vivono uno accanto all’altra.
Lily ha sempre portato su di sé il peso della morte della madre. È stata lei a trovarla, è a lei che in molti hanno dato la colpa del suo suicidio, è lei che è cresciuta con gli occhi spenti di Mariana nei suoi. Come se non avesse davvero più diritto alla felicità, a un’infanzia serena, che, nonostante tutto, zia Liliana ha cercato in tutti i modi di offrirle.

I bei ricordi ti sospingono, ma a volte rischiano di trascinarti a fondo.

A cena con l’assassino è un giallo che ricorda molto le atmosfere alla Agatha Christie: intrighi, sospetti, morti inaspettate. Tra anagrammi da decifrare e stanze da scandagliare, con una tempesta di neve che mai come in quei giorni ha colpito forte, tanto da impedire ogni contatto con l’esterno, i protagonisti di questa storia dovranno guardarsi le spalle da un assassino che, a quanto pare, vuole fortemente la casa.

Questo libro parte subito con un ritmo serrato che non ci lascia fino alla fine. Viene facile tifare per la protagonista, ma forse è anche fin troppo facile capire chi si cela dietro alle morti dei cugini e ad altri piccoli dettagli. Il tutto, però, non toglie il gusto di un romanzo ben strutturato e appassionante. Forse, proprio per tipicità, costruzione e sviluppo, avrei evitato il tocco finale (un po’ sdolcinato). Ma a voi lettori un giudizio a riguardo.

Perché leggerlo → Perché è un ottimo racconto per trascorre un Natale fuori dagli schemi!

Paura ed eccitazione sono gemelli, vivono in due stanze divise da una porta. Sta a te decidere da che parte andare.

Buona lettura!
Annalisa  


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