Recensione: Milano Il mondo non cambia di Thomas Melis



La recensione di Milano Il mondo non cambia di Thomas Melis, pubblicato da Fratelli Frilli Editori. Grazie all'autore per la copia del romanzo. 
Ecco la mia  recensione




Titolo: 
Milano - Il mondo non cambia
Autore: Thomas Melis
Editore: Fratelli Frilli Editore



TRAMA


Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell’hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società. Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando. Poi ci sono i Procopio, la cosca satellite relegata da generazioni a fare il lavoro sporco, che cerca di alzare la testa alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Barone vive una torrida storia con Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani, legata profondamente all’amico d’infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Il loro mondo non cambia mai. Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano, i sogni di successo dei ragazzini cresciuti ascoltando trap nei casermoni popolari della periferia, gli affari sporchi dei faccendieri che muovono milioni di euro dagli uffici open space con vista sul Duomo. Tutti insieme, nell’amore e nell’odio, accomunati da un unico destino. Perché il mondo non cambia, ma l’Apocalisse è alle porte.



RECENSIONE

Un romanzo ricco di personaggi, di storie di malavita che si intrecciano e che ci mostrano il codice d'onore, gli intrighi, le lotte di potere in una Milano dalla doppia faccia. Quella descritta in Il mondo non cambia da Thomas Melis è una città nelle mani di poche famiglie che si spartiscono gli appalti, che dettano legge, che corrono in soccorso di imprese per poi assoggettarle al proprio volere facendole diventare di proprietà dalla malavita.
In questo contesto si muovono personaggi diversi che l'autore riesce a caratterizzare con cura restituendoci un affresco a tinte fosche.
Perché chi per nascita, chi per necessità e chi per scelta, nessuno di coloro che descrive è immune al fascino del potere, di cui diventa schiavo a più livelli. Perché se ci sono coloro che scelgono la strada de crimine per denaro, è anche vero che non mancano coloro che in mezzo a questo mondo e alle sue regole ci si muove da sempre, nato e cresciuto in una Famiglia, strutturata come una Società, che si confonde e si amalgama con quella di sangue.

Filippo Barone vedeva il fatto per quello che era: un errore madornale. Una follia. Uno sbaglio fuori tempo massimo, controproducente e foriero di imprevedibili complicazioni. Un vincenzo sottoterra per una medievale dimostrazione di forza significava esclusivamente problemi: giornalate che strillavano titoli allarmati, uomini in divisa con le antenne alzate H24 e un fottio di sbattimenti inutili che avrebbero richiesto uno spreco di tempo incalcolabile. E tutti quei casini sarebbero ricaduti sulla sua agenda.

Tanti personaggi, ognuno con la propria voce, le proprie paure e i desideri a muoverne le decisioni. Tanti burattini mossi da fili che si intrecciano tra loro e di cui non sempre sono i proprietari.
Sicuramente ci sono personaggi che più di altri emergono per la loro storia. Come quella di Leonardo, un ragazzo di strada che spaccia e si fa assoggettare dalla malavita per fare quel salto di qualità che gli consenta di svoltare, di allontanarsi dai palazzoni dove è cresciuto con pochi spicci e tanti stenti. Oppure Bianca che con la famiglia divideva un monolocale occupato e che ora è una puttana, un'influencer, una giovane donna a metà tra le scelte giuste e quelle sbagliate.
E ancora Filippo Barone che quei fili li sa muovere autonomamente e dal punto di vista economico ma che dovrà fare i conti con le proprie scelte e con quelle delle persone che dovevano essere dalla sua parte.
Quello che emerge è che tutti questi personaggi sono legati, vita e morte, uno all'altro in una maniera talmente tanto profonda che quando arriva l'Apocalisse, in ogni senso possibile, sembra arrivare per tutti. 

Era una norma non scritta ma rispettata in ogni luogo dove la Società aveva prosperato: anche per gli affari che si sviluppavano a migliaia di chilometri, nei cinque continenti, l’ultima parola spettava alla Calabria, bisognava passare parere al Crimine.

Lo stile narrativo di Thomas Melis è incalzante, ricco, utilizza termini gergali e dialettali che piano piano sembrano diventare vocabolario ben noto anche per il lettore. Anche se non si conoscono, si iniziano a comprendere nel corso della lettura. Che è piena di colpi di scena, facendo diventare Milano Il mondo non cambia un romanzo perfetto per chi ama le storie torbide in cui il termine giustizia non è allineato con la definizione che siamo abituati a dargli. O, almeno, dovremmo.

«Il mondo sta cambiando, Filippo.» «Il mondo non cambia . Non per quelli come noi.»

Perché leggerlo → Perché è una storia a tinte scure che ci mostra la criminalità in maniera talmente vivida da farci avere la sensazione di esserci dentro.
Buona lettura!



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