Review party: La scrittrice senza tempo di Monica Brizzi



La recensione di La scrittrice senza tempo di Monica Brizzi - Self Publishing. Ringrazio per la copia del romanzo.
Ecco la mia recensione.


Titolo: La scrittrice senza tempo
Autore: Monica Brizzi
Editore: Self Publishing



TRAMA

Tempo e spazio, per Bianca Maffi, sono difficili da comprendere. Essere cresciuta tra un continente e l’altro l'ha resa una ragazza piena di mancanze ma capace di raccontare, con i suoi libri, storie indimenticabili. Bianca è abile con le parole scritte quanto non lo è mai stata con quelle parlate, e ora che ha deciso di trasferirsi in una cittadina toscana per iniziare un nuovo romanzo, è pronta a tutto.
Grazie al curioso condominio dove andrà a vivere, ad amici che non si aspettava di avere, alla sorella e ai ricordi che porta sempre con sé, nascosti in delle scatole di latta, il futuro di Bianca prende a districarsi, il tempo e il suo trascorrere cominciano a essere delle certezze e la vita pare diventare finalmente sua. Manca solo una cosa: Ian. Senza di lui, niente di tutto questo sarà davvero possibile.



RECENSIONE

Pagine e pagine di pura poesia, di quella che ti arriva dritta al cuore come una freccia e si espande lasciandoti una sensazione di pienezza, comprensione, magia. Questo è stato per me leggere La scrittrice senza tempo di Monica Brizzi, una storia intensa, struggente, dolorosa. 
Come gli spazi vuoti che lasciano le persone importanti, come quegli amori intensi che non si riescono a vivere, perché ci sono altri buchi da riempire, in una continua fuga alla ricerca di qualcosa.

Quella casa, la casa che aveva scelto. Le tre lettere che componevano il suo cuore, la sua vita, il presente, il passato, e, sperava, il futuro, erano scritte invisibili che albeggiavano da tutte le parti, quasi fossero luci del primo mattino aventi come scopo bucare, perforare e annientare la notte. Ian. 
I. 
A. 
N.

Bianca è questo, una ragazza con la valigia, una donna innamorata, una tessitrice di parole. Sembra sempre pronta a partire, a fuggire, a cercare: come se le risposte arrivassero solo se si è in perenne movimento. Ma dietro di sé lascia una scia di dolore: quello che si prova quando l'amore, quello unico, raro e preziosissimo, diventa vittima dell'essere apolidi, del non sapersi fermare. 
Bianca lo capisce e alla fine ci prova: cerca il posto giusto, crea legami che non ha mai avuto, scrive e fa i conti con il tempo che passa. Con quel dolore fatto di tre lettere, due consonanti e una vocale: Ian.
Ian che è una presenza costante, pur essendo la mancanza più grande. Lo è per Bianca, lo è per noi lettori che lo cerchiamo nelle pagine come un uomo cercherebbe l'acqua nel deserto.
Quello che emerge è un amore unico, raro e prezioso. Di quelli che travolgono e che lasciano il deserto dietro di sé. Nessuno sarà mai così, niente farà più sentire così.

Era un fremito continuo, un desiderio senza sosta, una voglia che non capiva e un bisogno che sapeva di dover dissetare in qualche modo, qualunque fosse.

Monica Brizzi ci racconta una storia fatta di sofferenze, ma anche di incontro, condivisione, presa di coscienza interiore. La scrittrice senza tempo ci fa muovere nel tempo e nello spazio: dal primo incontro tra Bianca e Ian, fino al presente ricostruendo un amore unico e sofferenze gigantesche. Al tempo stesso ci fa muovere nello spazio, da un Paese all'altro, raccogliendo stralci di vita, attimi, momenti di profonda bellezza e altri di grande solitudine e dolore.
Un romanzo che ci insegna che a volte, per quanto si possa stare male, serve prima capire se stessi per potersi lasciare andare all'altro. E che, se siamo fortunati, compiere un giro immenso ci porterà proprio lì dove avremmo sempre dovuto essere.
Ho apprezzato molto i personaggi di Bianca e Ian, perché sono profondamente umani e fallibili. Ho amato il condominio dove Bianca trova casa, un luogo che accoglie e che diventa famiglia. Dove vale la pena restare, grazie ai meravigliosi personaggi che lo abitano.

Il cuore di entrambi traboccava, però i bisogni erano diversi. Ian viaggiava per viaggiare, Bianca per non fermarsi. Ian stava cercando di costruire una carriera mettendo insieme le sue radici, Bianca le disseminava, le radici, continuando a disperdere sé stessa e i suoi racconti in tutti i luoghi che toccava.

Lo stile narrativo è molto profondo e toccante, mi sono segnata centinaia di frasi che mi hanno emozionata, tante piccole frecce come quelle di cui vi ho parlato all'inizio della recensione. Monica Brizzi ha messo la firma su una storia che è pura poesia, che trasuda vita, amore, legami. Una storia di viaggio: interiore, quello che  - se si ha il coraggio di intraprendere - ci porta ogni giorni di più a capire noi stessi. Quello esteriore, che ci fa viaggiare per tutto il mondo alla ricerca di qualcosa. Qualcosa che è dentro di noi.

Perché leggerlo → Perché vi lascerà senza fiato.

Buona lettura!


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