La recensione di "E poi tu, all'improvviso", il romanzo firmato da Adessoscrivo - Sperling & Kupfer. Ringrazio la casa editrice per la copia del romanzo.
Prima di passare alla recensione di Annalisa, vorrei aprire una breve parentesi sull'interessante incontro con l'autore durante il quale abbiamo potuto chiacchierare delle tematiche centrali del romanzo, divagando anche su argomenti correlati come la musica. È sempre molto arricchente potersi confrontare con chi scrive libri. Soprattutto se questi romanzi sono meravigliosi. E soprattutto se all'interno di queste storie si parla di temi importanti.
Che ora vi racconterà Annalisa.
Ecco la sua recensione.
Autore: Adessoscrivo
Editore: Sperling & Kupfer
Editore: Sperling & Kupfer
TRAMA
Anedonia. È questo il nome dello spettro con cui Salvo, un giovane professore con «la pioggia in testa» e un gran disordine nel cuore, ha dovuto imparare a fare i conti: una sorta di autodifesa che il cervello decide di mettere in atto per non soffrire, per isolarsi, anestetizzarsi. Un vuoto di emozioni che Salvo tenta di colmare ogni notte attraverso le parole scritte sullo schermo di un pc. Quando però l'ennesimo deragliamento sentimentale minaccia di inchiodarlo a una routine di rotture e di addii, Salvo decide di partire per Napoli con l'idea di essere nuovo, di conoscere qualcuno che non lo dia per scontato: di viverlo per il «terribile difetto» che è sempre stato. A Napoli – una città che «ti insegna a fare a pugni con la vita» – Salvo accetterà l'incarico in un liceo del centro, in una realtà scolastica unica e ricca di storie, dove imparerà a confrontarsi con Marco, detto 'o mariuolo, con Annalisa che si sente attratta da un'altra ragazza, con Marika che viene derisa «perché è chiatta», con Edoardo che ha paura di morire, con Silvia che viene dalla Sanità e non vuole essere come i suoi genitori e «sogna di andarsene, un giorno», e con tutte le altre voci pronte a investirlo come un fiume in piena, ogni mattina, varcata la soglia della classe. Un dialogo ininterrotto che aiuterà Salvo a ritrovare la strada in grado di condurlo nuovamente a tu per tu con le sue motivazioni e le sue convinzioni più profonde. E al cospetto di due occhi capaci di farlo innamorare, a costo di affrontare per la prima volta le sue paure inconfessate..
RECENSIONE
Mi piacciono le cose all’improvviso. Quelle che non ti aspetti, quelle che non programmi, quelle che non sai mai come vanno a finire, che te lo senti dentro che il mondo gira ma tu sei fermo in un punto, con una persona, e stai vivendo.
Questa è la storia di una vita nuova. È la storia di scelte, che fanno bene e che fanno male. È la storia di tanti amori, di tante vite. È una storia bella.
Quando scrivo cerco di chiudere il mondo fuori [...]. Le persone hanno paura delle emozioni, io ho paura di non provarle più, quindi mi ci immergo e mi siedo davanti al PC per raccontarle.
Dopo una storia finita, Salvo decide di cambiare vita e dal nord sceglie di trasferirsi a Napoli, dove prende la cattedra di Lettere in un liceo del centro. Ha dei tratti particolari, Salvo, che cerca di tenere nascosti: il primo è l’anedonia, l’incapacità di provare piacere o interesse in qualcosa; è uno scrittore, o meglio, da diverso tempo sta portando avanti un romanzo che trae spunto dalla sua fanciullezza, e grazie al quale scopriamo il suo passato e la causa di tante sue difficoltà di relazione; soffre di fibromialgia, che gli fa passare notti doloranti e risvegli non piacevoli.
Il Liceo Eleonora Pimentel Fonseca sarà la mia nuova scuola, con nuovi alunni che non vorranno saperne niente di italiano, di scrittori, poeti, correnti letterarie. A chi importa di Petrarca e di Manzoni? A nessuno cambia la vita conoscerli eppure loro hanno cambiato la nostra vita pur non conoscendoci.
Forse Salvo è quel professore che tutti avremmo voluto incontrare una volta nella nostra vita “scolastica”, quel professore che sapesse andare al di là della sua materia, al di là delle pagine del libro di testo, creando con i ragazzi un rapporto di reciproco rispetto e, soprattutto, di comunicazione. Questo è Salvo: è colui che tira fuori le parole dalla penna degli studenti, le loro emozioni, le loro vergogne, i loro segreti. Facendoli anche avvicinare, ragazzi di quinta che in cinque anni non si sono mai conosciuti davvero. E senza tralasciare il programma di studio, ma da questo partendo e arrivando al cuore di chi ha davanti. E le loro risposte, sono una delle parti più belle e profonde di questo libro, che ci fa ricordare quanto hanno da dare gli adolescenti di oggi e quanto vogliono dire, se solo li stiamo ad ascoltare.
“Nonno diceva che una cosa nella vita la devi volere assaje. Però diceva anche che può essere un gioco di parole, perché assaje può trasformarsi in assa-je, che vuol dire ‘lascia stare’, quindi devi sempre fare attenzione e capire quali sono le cose da volere tanto e quali, invece, sono da lasciar andare.”
Salvo non si può certo definire un uomo casto. Gli piace rapportarsi con il genere femminile, sia mentalmente che fisicamente. Durante un ricevimento a scuola, conosce Alessandra, la sorella di un suo alunno. È un po’ più giovane di lui, ma si intendono subito e il loro incontro non può che sfociare in qualcosa di sconvolgente, nell’anima e nel corpo. È forse anche il tira e molla che lui subisce, senza spiegazioni, a tenerlo sempre più legato alla ragazza, tanto da accettare ogni volta i suoi allontanamenti e i suoi silenzi, per poi ritrovarla seduta davanti alla porta di casa. Ma a volte lasciare andare è più doloroso che aspettare, e magari, va bene così.
“Ho guardato dentro di te e ti ho vista, ho visto come sei: hai un cuore immenso chiuso in una cassaforte, devi solo dare la chiave a qualcuno di cui ti fidi.”
E poi c’è Napoli, grande coprotagonista di questo romanzo. I suoi vicoli, i suoi abitanti, le sue strade e le sue abitudini. I suoi colori e i suoi suoni. Salvo, grazie ad Alessandra e a Federica, sua amica originaria della città, ce la fanno vedere o ascoltare in ogni momento possibile, in modo da non dimenticarci mai dove siamo.
“Napoli è tante cose. Napoli è la signora di fronte che ti regala le uova se le hai finite [...], è la cucina più buona che esista [...], monumenti stupendi, grandi artisti, ma è anche povertà, è anche delinquenza, è anche fame. Napoli è [...] il calore delle persone che incontri per strada [...], ma è anche l’amore, è il sole, a Napoli il sole non muore mai.
Soffrire fa paura a tutti, ma non esiste vita senza un po’ di sofferenza, e non si soffre senza aver imparato qualcosa. Imparate dalla sofferenza.
Gli spunti di riflessione che lascia questo libro sono davvero molti, alcuni più leggeri e altri più profondi, ma io ho scelto di evidenziare questa frase. La vita di Salvo è costellata di momenti difficili e di dolore, fin dalla tenera età. Un dolore davanti al quale non si può rimanere indifferenti. E nonostante tutto, è riuscito a costruirsi una vita sana, tranquilla, come se poi ci fossero vite “perfette”... nel suo dolore, fisico e interiore, ho trovato tanta forza, che ha poi portato in ogni aspetto della sua esistenza; una forza che lui non avrebbe avuto se non avesse imparato da quella sofferenza. Imparate dalla sofferenza.
Dite “A domani” quando ve lo sentite nel cuore, che i domani arrivano, e le persone vanno via se non le stringete, ditelo e non abbiate paura di essere il domani di qualcuno, che domani è già oggi, e oggi è un giorno migliore se avete qualcuno da tenere dentro.
E poi, naturalmente, c’è tanto amore in questo libro. Ma sta a voi andarlo a scoprire.
Con una scrittura semplice e coinvolgente, Adessoscrivo ci trascina nelle vite di Salvo e degli altri protagonisti di E poi tu, all’improvviso senza possibilità di scampo. Non possiamo staccarci dal racconto, non possiamo staccarci dagli occhi dei suoi ragazzi, non possiamo staccarci dallo schermo del suo PC. Cosa volere di più?
Perché leggerlo → Perché è una grande fonte
di emozione e riflessione
Buona lettura!
Annalisa
Se sapessimo come va a finire ogni cosa, la vivremmo diversamente, non credete?
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