Titolo: Finché tutto resta nascosto in un cassetto
Editore: Garzanti
Apro la porta del mio appartamento, accendo la luce ed eccolo lì, il comò. A casa mia. In mezzo al salone. E in mezzo alla cucina, di conseguenza. La nonna resterà magica anche dopo la sua dipartita.
Un comò che è diventato custode di una vita. La possibilità, per fortuna o purtroppo, di poterne finalmente aprire i cassetti. Un’eredità che vale più di tante altre: la propria Storia.
Ora bisogna iniziare, a partire dal primo cassetto, a costo di non staccarsi più fino all’alba.Nonna Rita è appena mancata e la nipote ha deciso di cambiare vita e trasferirsi a Parigi con la piccola Nina. Non senza fatica però. Abbandonare la casa di una vita e lasciare nonno André, appena vedovo, porta con sé un carico di senso di colpa difficile da allontanare.
L’Abuela è stata il cemento della nostra famiglia. Alcuni direbbero che murarci vivi al café di Marseillete non era un bel regalo da farci. Ma tanto, se l’Abuela ha deciso che una cosa è bene per te. Non è che ci sia tanto margine di manovra.Il racconto si basa principalmente sulla vita di Rita, che fin da piccolissima deve abbandonare la Spagna e rifugiarsi con le sorelle in Francia a causa delle rappresaglie franchiste, a cui i genitori si opponevano, e conoscendo per la prima volta il significato della perdita e dell’abbandono. Non sarà facile per nessuna di loro, Rita, Carmen e Leonor, ognuna crescerà in modo diverso ma con un legame indistruttibile, nonostante le avversità che la vita getterà loro addosso.
Era una donna complessa. Era militaresca, brusca e violenta, rapida, implacabile. Eppure ognuno dei suoi gesti raccontava il rispetto, la benevolenza e la fraternità che aveva da offrire.
È Madrina ad accogliere le tre bambine nel caseggiato di Narbonne in cui si sono trasferite. Una donna rude, segnata dalla vita e plasmata dal tempo. Ma è anche colei che darà loro una casa, un’istruzione e un lavoro, che permetterà a quelle tre piccole sorelle, sradicate dalla loro quotidianità e dalla loro famiglia e a volte derise in quanto straniere, di costruirsi un futuro.
Dato che la Francia non ci voleva, e che a ogni modo quel “ci” per me non aveva più senso, mi sono giurata che appena avessi raccolto la somma necessaria, avrei salutato Rita Monpean Carreras. Sarei diventata Joséphine Blanc.La vita di Rita non è mai stata semplice, il suo carattere poco accomodante l’ha portata a lasciare la casa e la sua identità per cercare una nuova se stessa, una persona che, vista la fluidità del suo francese, potesse essere accolta come “una di noi” ovunque andasse. L’unico che non ha mai creduto a quella nuova versione è stato Rafael.
A volte dice che sono la sua libertà. Il polmone che Dio gli ha mandato per farlo finalmente respirare, che io sono gli occhi che gli fanno vedere come il mondo forse non è del tutto spacciato.Anche Rafael è un rifugiato spagnolo, uno di quelli che non si arrende, uno di quelli che stanno ancora combattendo. Un grande amore il loro, una grande passione, che porterà tra le braccia di Rita la piccola Cali.
Il ricordo è una cosa buona quando ti aiuta ad avanzare; se ti rallenta o ti blocca, allora bisogna metterlo a tacere. Non farlo scomparire, solo metterlo a tacere, perché in ogni momento della vita può aver bisogno che lo risvegli per lasciar parlare i tuoi fantasmi.Tutta la storia di Rita è basata sul ricordo: della sua vita in Spagna, delle sorelle lasciate a Norbonne, della vita che ha costruito con Rafael e poi ancora della vita con Cali e André. Ricordi che l’hanno aiutata ad andare avanti, a volte, altre l’hanno fatta fermare e tornare indietro, altre volte ancora l’hanno schiacciata a terra sotto il peso dell’assenza e della perdita. Ma si è sempre saputa rialzare, Rita, e questo è il messaggio più importante che ha voluto lasciare alla nipote e alla piccola Nina: ci si può sempre rialzare.
Finché tutto resta nascosto in un cassetto racchiude le pagine di un diario immaginario che Rita ha lasciato alla nipote, un racconto che le permette non solo di conoscere il passato della nonna, ma anche di quella parte della sua famiglia, e anche di avere delle risposte sulla sua stessa vita. Attraverso i biglietti della nonna, troverà il coraggio di guardarsi dentro e desiderare il meglio per sé e per sua figlia.
Un libro non molto lungo che scorre rapidamente sotto agli occhi del lettore, ma che, grazie alla scrittura in prima persona, fa vedere e percepire gli stessi luoghi e le stesse sensazioni che vivono i suoi personaggi.
Sapere da dove si viene per sapere dove si va.
Buona lettura!
- Annalisa -
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