Recensione: Istruzioni per un disastro di Nicola Cavagnaro



La recensione di Istruzioni per un disastro di Nicola Cavagnaro edito da Scatole Parlanti. Grazie per la copia  del romanzo.




Titolo: Istruzioni per un disastro
Autore: Nicola Cavagnaro
Editore: Scatole Parlanti
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TRAMA
Giovanni, Paolo, Alessandro e il Pazzo da ragazzi hanno trascorso interminabili giornate a far nulla nel loro paesino di provincia. Hanno condiviso innumerevoli serate in cui non c'era altro da fare che ubriacarsi nel solito bar e aspettare che anche quel weekend riuscisse a finire. Sono stati compagni di scuola e di viaggio, amici inseparabili, e da anni si evitano. Giovanni è un giornalista, ha lasciato il paese e vive a Milano. Paolo avrebbe voluto fare il regista, è finito a guidare gli autobus e sta per avere un figlio. Alessandro non è mai cresciuto, è un donnaiolo, gioca a calcio e fa il bagnino in estate. Il Pazzo è diventato un tossicodipendente. È passato molto tempo dall'ultima volta che si sono visti, ma sono costretti a farlo in occasione del matrimonio di un vecchio amico della compagnia. E proprio durante la festa si troveranno di fronte l'ultima persona che avrebbero voluto incontrare: sarà lei a costringere tutti loro a fare i conti con il passato e ad affrontare la colpa che condividono.





RECENSIONE

I luoghi che conosco, le situazioni che ricordo, la vita che scorre e che porta con sé cambiamenti, addii, stravolgimenti: mi sono riconosciuta nel romanzo di Nicola Cavagnaro, un po' perché mi sono trovata lì sui binari in attesa di treni all'alba, lezioni universitarie e lettura di giornali di primo mattino (che mi hanno traumatizzata a vita, ma poi ci arrivo), un po' perché quel passato che racconta è simile al mio.
Istruzioni per un disastro è un romanzo di formazione che, incrociando piani temporali diversi, ci racconta l'evoluzione dell'amicizia che ha legato sin dalla gioventù quattro ragazzi, ma anche le scelte che ne hanno determinato il presente. Perché è chiaro sin da subito che sono le decisioni che prendiamo, anche quelle che apparentemente ci sembrano le più innocue, a modificare la nostra esistenza.

Il problema, come sempre, non era la cosa in sé, ma la sua incarnazione, il momento e la persona: erano quelli giusti? Quella vita che stava vivendo assomigliava almeno un po’ a quella che aveva immaginato?

Cuore pulsante della storia è il protagonista, Giovanni, quello che tra lui e il passato ha messo distanza, lavoro e silenzi. Un uomo alle prese con la realizzazione del suo sogno professionale, ma che si scontra con le mancanze. Giovanni mi è apparso sin da subito solo, immerso in quella solitudine fatta soprattutto di scelte, autodeterminata e un po' vittimistica. E sarà lui, a mio parere, a imparare di più in questa storia. Perché dovrà fare i conti con il proprio passato, accettare i cambiamenti, capire i propri errori. E di errori Giovanni, un po' per disinteresse un po' per gioventù, ne ha fatti tanti, e ogni sua scelta ha determinato il presente. Un presente in cui le sue amicizie più importanti, hanno perso la forza vibrante del passato, per trasformarsi in imbarazzati silenzi, rabbiose recriminazioni, dolorosi sensi di colpa.
Un presente che fa paura, perché provate a pensare voi di ritrovarvi invitati a una festa di matrimonio dove - già sapete - che dovrete fare i conti con i fantasmi e con i nodi irrisolti del vostro passato.

Non si è mai pronti a trovarsi di fronte certe facce dopo anni di assenza, anche se ci si prepara a lungo. Nei ricordi i dettagli perdono di definizione, i contorni svaniscono, certi visi vengono velati da una piacevole e confortante nebbiolina. Ma quel giorno il sole brillava per bene e tutti i particolari sommersi ritornarono prepotenti a galla, riconquistando in un lampo una vividezza fastidiosa e penetrante. Francesca si ritrovò tutto l’insieme sparato in faccia senza troppe cerimonie.

Le istruzioni per un disastro, proprio per parafrasare il titolo del romanzo, ci sono tutte. Amicizie importanti sfumate per colpa del tempo e degli eventi, l'amore della gioventù, quello potente e totalizzante, ormai perduto, vite che si sono infrante negli errori e nell'indifferenza.
Cosa accadrà? Nicola Cavagnaro prende i lettori per mano e li accompagna a conoscere il passato dei propri personaggi e a scoprirne il presente, in una storia che ha il sapore delle cose perdute e di quei tempi più facili, dove gli errori erano meno importanti, in cui ancora si potevano assaporare le infinite possibilità di un futuro tutto da scrivere. La domanda che emerge nel corso della lettura è soprattutto una: si può rimediare al passato? Quante volte ci è capitato di voler rimediare ai nostri errori? Ma anche quante volte ci è capitato di voler sentire ancora nel petto la sensazione di totale libertà che si prova in gioventù?
Ecco quei sentimenti teneteveli stretti e provate a trovarli nel corso della lettura di Istruzioni per un disastro.

...lui allontanava la gente perché voleva che tutti lo cercassero e pensassero a lui come a un mito, un eroe, un personaggio da film per adolescenti in calore, e tutto solo perché aveva una paura angosciante di restare solo. Così, nel dubbio, faceva lui la prima mossa. Semplicemente, preveniva.

E ora veniamo a noi, Nicola. Perché dovete sapere che l'autore del romanzo e io abbiamo frequentato insieme alcuni corsi universitari e poi siamo stati colleghi nella redazione di un giornale locale per alcuni anni. Inutile dire che mi sono trovata tra le pagine del romanzo. Quindi è giunto il momento di dirtelo: la rassegna stampa all'alba, che facevi ogni mattina sul treno, è stata una delle cose più traumatiche della mia vita da studentessa. Di natura chiacchierona, la mattina amo il silenzio e  - come potete immaginare - questo non mi era concesso fra colleghi che, nel treno ancora sonnacchioso, facevano il punto delle notizie sui quotidiani. Che fatica!
A parte questa parentesi squisitamente personale, ho apprezzato le ambientazioni locali, ma non troppo marcate per chi non è della zona. Il doppio piano temporale e i diversi punti di vista, rendono la lettura più stimolante.

Perché leggerlo → Perché ogni persona può ritrovarsi nel romanzo, tra sprazzi di gioventù, amicizie del passato, amori perduti.
Buona lettura.

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