Review tour: Il bambino di polvere di Patrick K. Dewdney



La recensione di Il bambino di polvere di Patrick K. Dewdney  pubblicato da Mondadori - collana Oscar Fantastica. Ringrazio la casa editrice per la copia.
Ecco la mia opinione, nel banner in fondo alla recensione trovate le altre tappe de review tour che ci accompagnerà alla scoperta di questo romanzo. 


Titolo: Il bambino di polvere
Autore: Patrick K. Dewdney
Editore: Mondadori
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TRAMA


Syffo, Merlo, Cardù e Brindilla, quattro piccoli orfani, crescono nel podere della vedova Tarron, lungo le rive del Brune. Il loro mondo è "un'entità caotica da domare giorno per giorno", l'unica cosa su cui possono contare è una ciotola di minestra di rape la sera. Monelli selvaggi, costretti a lottare e a ingegnarsi in mille modi per sopravvivere, a modo loro sono felici.

Fino a un soleggiato giorno d'estate dell'anno 621, quando a Corna-Brune giunge la notizia della morte del re Bai Solistero, primo e ultimo sovrano del Regno-Unificato. Ai quattro ragazzini sembra un evento lontano, che non potrà influire sulle loro vite. Ma anche loro si rendono presto conto che l'atmosfera in città si è fatta più cupa e violenta.

È in questo clima che Syffo, sorpreso a rubare una frittella, per salvarsi si trova costretto a lavorare per il temutissimo Hesse, prima-lama dell'Alto-Brune. Sarà di volta in volta servitore, spia, apprendista chirurgo, conoscerà il carcere, la fuga, il tradimento. Accusato ingiustamente di stregoneria e di omicidio, non avrà che una scelta: abbracciare la dura vita del guerriero.




RECENSIONE

Siamo in un passato lontano e fantastico, in un mondo pieno di insidie e pericoli, un mondo fatto di giochi di potere e strategie, alleanze e tradimenti. Qui incontriamo Syffo, un orfano che vive insieme a un gruppetto di bambini in un podere. Una vita fatta di stenti, ma non solo, Perché il protagonista appare felice: un bambino che, nonostante debba fare i conti con la difficoltà di mangiare e di tirare avanti, comunque ha un luogo che può chiamare casa, degli amici con cui dividere la giornata e vittorie e sconfitte da affrontare insieme.
Ma la vita non può procedere placidamente perché sul suo cammino si imbatte in un uomo che gli cambierà la vita.
Possiamo dire sia nel bene che nel male, perché si tratta i un incontro che sarà destinato a scatenare una serie di eventi che porteranno il nostro giovane protagonista a vivere avventure, correre pericoli e alla fuga.

Facevamo parte dei bambini selvaggi di Corna-Brune e, in un certo senso, credo che fossimo felici. Felici delle corse per le stradine della città bassa, felici di giocare a chi piscia più lungo nell’acqua schiumosa della segheria, felici di 17 crogiolarsi tra le erbe odorose della collina del frutteto. Quel giorno, quattro bambini erano sdraiati all’ombra degli alberi da frutto, tra mele verdi e odore d’estate. Uno di loro, che ancora non ho presentato, si chiamava Syffo. E Syffo sono io. In seguito sono venuti altri nomi, ma quello fu il primo e a lui faccio sempre ritorno.

Incontriamo Syffo bambino e, nonostante la vita lo metta sin da piccolo davanti alla necessità di sopravvivere, ha comunque in sé un piccolo barlume di innocenza della sua età. Ma per poco, perché in breve tempo il suo personaggio dovrà tirare fuori il coraggio e affrontare eventi difficili, pericolosi e straordinariamente paurosi. Così lo vediamo crescere, commettere sbagli e far fronte a terribili delusioni. Il tempo della giovinezza per lui finisce molto presto e in un battito di ciglia si trova invischiato in giochi di potere molto più grandi di lui. Prima come spia, poi come apprendista, poi come accusato e ancora come fuggitivo e guerriero. Il tutto in brevissimo tempo mentre le sue certezze affettive crollano e lui si ritrova a dove cominciare da capo.
Sono tre i grandi incontri che fa nel corso del romanzo e ognuno di essi gli lascia qualcosa di importante: da Hesse il prima lama con cui Syffo stringe la prima alleanza, a Nahir che gli insegna a curare, sino a un guerriero valoroso (di cui non vi svelo il nome) che sarà l'insegnante più prezioso.

Corna-Brune rosseggiava all’orizzonte, la sola casa che avessi mai avuto. Pensai a Brindilla, Merlo, Cardù, alla vedova e a Drice e ai miei amici dei clan. Pensai a Hesse. I miei occhi si offuscarono, un misto indecifrabile di rimorsi e di sollievo.

Di questa storia ho amato soprattutto la forza del protagonista, che pur essendo solo un bambino riesce a salvarsi molte volte. Syffo è estremamente intelligente e questa sarà la sua dote più importante. Ma non solo. Ho amato anche i personaggi secondari che, seppur sullo sfondo, assumono contorni importanti per le vicende di Syffo. Nel bene e nel male sono elementi determinanti per lo sviluppo del romanzo. 
Il romanzo per me ha acquisito maggiore interesse nella seconda metà quando l'atmosfera si fa meno caotica, l'ambientazione cambia e il giovane Syffo viene iniziato alla forza della volontà e del corpo per diventare un guerriero. La penna dell'autore è molto suggestiva ed evocativa, leggerlo ci fa immergere in un mondo che sembra rubato dal passato per essere raccontato oggi. Tante le descrizioni, che se da un lato impreziosiscono il mondo nato dalla sua penna di dettagli rendendolo vivido agli occhi del lettore, dall'altro rallentano un po' la lettura. Sapete che io sono una vera e propria feticista dei dialoghi e qui ne ho trovati meno di quanti avrei voluto, ha fatto da contrappeso però una storia davvero ben congeniata che è stata capace di tenermi incollata alle pagine. E un finale che lascia aperte infinite possibilità.
Ho imparato che la collera e la paura sono i peggiori nemici del guerriero. E adesso sono un guerriero.» Uldrick scosse la testa gravemente. «Non ancora» disse . «Non ancora. Ma sei diventato un uomo.» Ed era vero.

Perché leggerlo → Perché è un romanzo di formazione su come nella vita si debbano affrontare con coraggio e a tasta alta anche gli eventi più difficili.
Buona lettura!





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