Recensione: La partita va giocata di Annalisa Scaglione



La recensione di La partita va giocata di Annalisa Scaglione edito da Scatole Parlanti. Ringraziamo l'autrice per la copia digitale. 
Ecco la recensione di Annalisa.


Titolo: La partita va giocata

Autore: Annalisa Scaglione
Editore: Scatole parlanti
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TRAMA

Il San Pantaleo F.C. è l'orgoglio di Crescobene, una squadra di calcio composta unicamente da ragazzi della cittadina e che ruota attorno all'omonima parrocchia. Grazie all'alchimia creata dal Mister, assistito da Michelangelo, figlio della perpetua di don Donato, la favola del piccolo club potrebbe sfociare nell'agognata promozione, che condurrebbe al professionismo. La doccia fredda arriva quando il San Pantaleo rischia di non poter più utilizzare il proprio terreno di gioco: il parroco, proprietario del campo, ha deciso di liberarsene a malincuore, per evidenti problemi economici dei conti parrocchiali, cedendolo a una società estera che lo trasformerà in un parcheggio. Fuori dal clamore collettivo e dall'attenzione che la vicenda suscita anche sul piano nazionale, qualcuno comincia a riflettere, a cercare la vera ragione che ha portato don Donato a una scelta tanto impopolare, indagando fra antichi segreti, dubbi inconfessati e colpi di scena.



RECENSIONE

Nel mondo mercenario del calcio sono l’eccezione. Rendiamoci conto: venti ragazzi e la loro squadra, sempre loro, uniti e innamorati, sì, innamorati di quello che fanno e di quello in cui credono.

 Tutto il paese di Crescobene gravita attorno alla sua parrocchia e alla squadra di calcio: la tipica cittadina non troppo grande ma nemmeno troppo piccola, il cui fulcro sono i luoghi di maggior aggregazione. Un paese tranquillo, dopotutto.

Non le piaceva sentirsi chiamare “perpetua”, così antiquato e brutto! Lei era l’as-si-sten-te di don Donato da vent’anni, ed era pure molto brava.

Tanti i personaggi che animano questa storia, a partire da zia Marta, “assistente” da tantissimi anni di don Donato. Insieme ad Alba, Annabella e Isotta, compone la parte “femminile” di questo fantasioso gruppo di crescobetani, ognuna con il proprio carattere, ognuna con una grande anima e un forte attaccamento alla comunità.

Aldobrando, e il padre e il nonno prima di lui, era da sempre coinvolto in ogni decisione economica della parrocchia.

 E poi c’è tutta la parte “maschile”: da don Donato ad Aldobrando, dai giovani Michelangelo e Martino, fino al Mister. Anche qui tutti “tipi” differenti, per carattere e capacità, ma legati da quel filo resistente che forse solo in una piccola cittadina può legare i suoi abitanti.

Il dubbio che qualcosa non tornasse lo aveva avuto anche lei e dalla notizia bomba di domenica i contorni del sospetto si facevano più marcati: il Don che vende il campo, il presidente fantasma, il Mister che annaspa e fa finta di niente.

Tutto scorre abbastanza nella tranquillità, a Crescobene, fino a quando all’improvviso don Donato decide di vendere il campo da calcio, per motivi economici, dice, a una società che lo vuol trasformare in un parcheggio, cancellando così ogni speranza della squadra del paese, il San Pantaleo, di proseguire la scalata verso la promozione al campionato professionistico.

“Mamma, ci conosci tutti, siamo cresciuti insieme. Sai come siamo, sai che a nessuno di noi verrebbe mai in mente di sconfinare nella vostra sfera solo per il gusto morboso, come dici tu, di ficcare il naso nei fatti altrui. Ma da domenica sono cambiate troppe cose e quello che sta emergendo chiede un chiarimento.”

 Sono proprio i giovani a volerne sapere di più, a voler capire le motivazioni di questa strana e inaspettata decisione, a voler scoprire chi sta davvero dietro al  presidente “fantasma” della squadra.

Fuori una donna stava immobile, non fosse per il vento che minacciava di farle perdere il foulard e le imponeva di assicurarlo al collo con la mano libera, l’altra a reggere una borsa piuttosto pesante.

Chi è che vuole mettere le mani sul campo di calcio, e perché? Chi sono le persone della foto che hanno sia Alba che zia Marta? E perché la sua è strappata?

Tanti gli interrogativi che vengono messi in campo durante la lettura di La partita va giocata, e ognuno avrà la sua risposta. Tra colpi di scena e improvvisi cambi di scenario, Annalisa Scaglione delinea una storia complessa ma al tempo stesso semplice: complessa per i vari intrighi che vi si nascondono, semplice per la normalità, in senso positivo, della vita dei suoi personaggi.

Personaggi tutti diversi ma bel amalgamati, come si possono davvero trovare in una piccola cittadina. E la forza di questo romanzo sta proprio in loro, nel loro essere unici ma complementari nel dar forma al vero protagonista della storia: Crescobene.

 Perché leggerlo →  Per entrare nell’affollato mondo di un piccolo paese dell’entroterra italiano.

Buona lettura!

Tutto si risolve sempre per il meglio, a volte in modi che non possiamo immaginare.

- Annalisa -  

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