La recensione di Come nascono gli incendi di Michele Arena pubblicato da Mondadori, che ringrazio per la copia digitale.
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"Guardi fuori dalla tua camera e vedi palazzi identici al tuo. Li guardi e ti immagini che da un momento all'altro vedrai sbucare dietro una finestra una famiglia esattamente uguale alla tua. Sono felici, ancora uniti, nessuno è scappato via, e nel corpo di tua madre non ci sono cellule impazzite che la stanno uccidendo". Peccato che quella famiglia non esista. E che, dal momento in cui tua madre, la stramba, dolce, arrabbiata Adele, pronuncia quella parola di sei lettere, tu ti senta perduto, come un biglietto dell'autobus dentro la tasca di un vecchio giubbotto messo via per l'estate. Perché tu lo sai già: quella parola è una bomba atomica che raderà al suolo quel poco che funzionava nella vostra vita e vi farà sentire tremendamente soli. Soprattutto te. E non ti basterà dirti che quello che le sta accadendo potrebbe farti apparire più interessante agli occhi della gente, soprattutto delle ragazze. Non ti basterà avere accanto Rachele, la tua migliore amica e il tuo sogno più dolce, né Ismail, il fratello che nessuno vorrebbe e che tu hai scelto come migliore amico. Non basteranno nemmeno più le vostre serate al distributore di benzina ad ascoltare musica e a parlare di tutto e di niente. Perché le vostre insicurezze vi allontaneranno ogni giorno di più. Perché nessuno vi ha insegnato cosa sentire o dire in una situazione del genere. E allora non ti rimane altro che affrontarlo, il tuo incendio. E anche se spesso, dopo, non restano che macerie, forse stavolta, superato il dolore che ti sta facendo a pezzi il cuore, potresti anche scoprire che non sei mai stato davvero solo e che la tua, la vostra vita andrà avanti e avrà un senso, nonostante tutto.
TRAMA
"Guardi fuori dalla tua camera e vedi palazzi identici al tuo. Li guardi e ti immagini che da un momento all'altro vedrai sbucare dietro una finestra una famiglia esattamente uguale alla tua. Sono felici, ancora uniti, nessuno è scappato via, e nel corpo di tua madre non ci sono cellule impazzite che la stanno uccidendo". Peccato che quella famiglia non esista. E che, dal momento in cui tua madre, la stramba, dolce, arrabbiata Adele, pronuncia quella parola di sei lettere, tu ti senta perduto, come un biglietto dell'autobus dentro la tasca di un vecchio giubbotto messo via per l'estate. Perché tu lo sai già: quella parola è una bomba atomica che raderà al suolo quel poco che funzionava nella vostra vita e vi farà sentire tremendamente soli. Soprattutto te. E non ti basterà dirti che quello che le sta accadendo potrebbe farti apparire più interessante agli occhi della gente, soprattutto delle ragazze. Non ti basterà avere accanto Rachele, la tua migliore amica e il tuo sogno più dolce, né Ismail, il fratello che nessuno vorrebbe e che tu hai scelto come migliore amico. Non basteranno nemmeno più le vostre serate al distributore di benzina ad ascoltare musica e a parlare di tutto e di niente. Perché le vostre insicurezze vi allontaneranno ogni giorno di più. Perché nessuno vi ha insegnato cosa sentire o dire in una situazione del genere. E allora non ti rimane altro che affrontarlo, il tuo incendio. E anche se spesso, dopo, non restano che macerie, forse stavolta, superato il dolore che ti sta facendo a pezzi il cuore, potresti anche scoprire che non sei mai stato davvero solo e che la tua, la vostra vita andrà avanti e avrà un senso, nonostante tutto.
RECENSIONE
Un libro intriso di dolore. Quel dolore lacerante e profondo della malattia. Una malattia crudele e infima: il cancro. È quella che deve affrontare il protagonista principale di Come nascono gli incendi di Michele Arena: un figlio, un ragazzo che deve guardare entrambi i genitori combattere contro la malattia. Nel romanzo di Michele Arena lo troviamo orfano di padre, con la madre malata di un tumore al pancreas. E solo a combattere contro eventi molto più grandi di lui.
La sorella Giulia, infatti, è lontana. La madre si rifiuta di raccontare alle altre persone ciò che le sta accadendo e quindi la battaglia è tutta loro: di Adele e del figlio. Michele Arena non ci risparmia, ci fa affrontare la malattia in maniera reale senza giri di parole. Ci mostra tutto, ogni singolo istante di dolore, le complicazioni, ma anche quei momenti di profonda gioia e di comprensione. Soprattutto nell'ultima parte il testo diventa più profondo ed emozionale, come un dialogo serrato tra i cuori dei protagonisti.
Forse non si chiedono il perché delle cose, come nascono gli incendi, quali sono le scintille che li fanno partire, li spengono e basta
Ma non è solo la malattia a essere parte essenziale del romanzo. L'autore affronta tantissime tematiche, portandoci in un labirinto di paure, desideri, attese, speranze e dolori. Ci sono i ragazzi, tre giovani che vivono ai margini con bagagli di dolore e di paure. Un po' abbandonati a loro stessi e un po' vittime del sistema. C'è il razzismo, la paura del diverso, che qui ha i connotati di due giovani. C'è il tema dell'abbandono e della solitudine affrontato in accezioni diverse: dalla morte alla malattia, fino a quel non sentirsi parte integrante della società. E poi c'è il dolore di dover affrontare una battaglia difficile, dura, senza esclusione di colpi: la malattia.
I tumori cambiano la vita, lo so perché a 8 anni ho fatto amicizia con il tumore ai polmoni di mio padre. Mi ricordo alcune cose. la sua camera all'improvviso non sapeva più di dopobarba e sigarette, ma di medicine, e certe volte del suo vomito e della sua merda
Ho trovato la prosa del romanzo molto complessa, ma adatta alle tematiche. I capitoli hanno pov alternati in cui ogni personaggio si racconta, mostra il suo punto di vista, ci fa capire il senso di inadeguatezza che lo pervade. Sembra che ognuno di loro racconti al lettore qualcosa, ma che al contempo apra il cuore agli altri. Immergersi nella lettura di Come nascono gli incendi non è facile. Ci vuole coraggio e bisogna lasciarsi guidare dalla bussola delle emozioni per non perdere di vista quel filo rosso che conduce tutti i personaggi al termine del romanzo.
Sicuramente è stata una lettura complessa e molto dolorosa, perché ci mostra senza filtri la malattia e come ogni persona abbia un suo modo di affrontarla.
Era come se qualcuno avesse tagliato le radici sotto i miei piedi - mi ha detto - non sentivo più la terra sotto di meQuando le hanno detto del tumore era stato un po' come se lo aspettasseQuanto puoi vivere senza radici? mi ha chiesto
Perché leggerlo → Perché è un romanzo che non ha paura di mostrarci la verità, un romanzo profondo e struggente.
Buona lettura!
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