Recensione: La revisione di Federico Leva e Christian Pastore



La revisione, di cuoi oggi Annalisa ci propone la recensione, è un romanzo di genere epistolare edito da Mondadori e scritto da Federico Leva e Christian Pastore.
Ecco la sua opinione.

La revisione
di Federico Leva – Christian Pastore
Mondadori

Trama
Quando Tito Sperla riceve la prima e-mail di Orazio Cinabro, un leggendario scrittore scomparso dalla scena letteraria molti anni prima, non crede ai suoi occhi. E ancor meno crede a quello che legge quando Cinabro gli rivela di aver ricevuto da un amico La purezza, il romanzo che Sperla sta tentando faticosamente di far pubblicare, e di averlo trovato bellissimo. Dopo aver individuato nel libro di Sperla alcuni margini di miglioramento, Cinabro si offre di fargli da guida, per aiutarlo a perfezionare il romanzo in vista della pubblicazione. Sperla accetta con entusiasmo e inizia così un serrato carteggio tra i due, carteggio che a un certo punto, però, comincia a prendere una strana piega. Qualcosa, nel rapporto tra i due, sta cambiando. Sperla non se ne accorge, o forse non vuole accorgersene, ma è ovvio che dietro i mutamenti nel tono di Cinabro c’è qualcosa in più dell’umore ballerino di un vecchio bilioso. 

Stamattina ho stampato tutto dall’inizio alla fine, la verità è adesso nelle sue mani. Si tratta in teoria della corrispondenza fra i due scrittori sulle possibili migliorie da apportare a La purezza. 

Due scrittori, uno alle prime armi, Tito Sperla, e l’altro con diversi best seller alle spalle e un pubblico che non lo vede da tempo, Orazio Cinabro. Al centro, il manoscritto di Sperla, alla ricerca della perfezione e di un editore che lo pubblichi. 

Io, il commissario Ezio Possessere, ero uno di quei perdigiorno a cui la maggior parte dei miei colleghi “farebbe passare la voglia” a forza di calci e schiaffi. 

Il commissario Possessere si trova alle prese con un plico di corrispondenza tra i due scrittori che la ex compagna di Sperla gli fa avere dopo il crollo della palazzina in cui questi abitava. Incidente che lascia diversi dubbi su chi deve investigare. 

Quando mi ha chiesto se volevo dare un’occhiata a La purezza ho subito risposto di no e ho premuto Invio. Poi, non più di trenta secondi dopo, ho riaperto per sbaglio la sua e-mail [...] il vorace lettore che alberga in me ha impugnato le briglie e non le ha mollate sino all’ultima parola. 



Sperla è ovviamente entusiasta dell’apprezzamento del grande scrittore Orazio Cinabro, tanto più che pare che il testo gli sia arrivato da un contatto in comune e in un periodo in cui la sua vita privata e lavorativa sono al palo. Da parte sua, Cinabro mette bene in chiaro quali saranno le condizioni sotto cui questa collaborazione si svolgerà. 

Il lavoro dovrebbe più che altro essere stilistico, un ritocco qui, una limata lì. Il soggetto francamente mi sembra inattaccabile, quel futuro prossimo in cui il denaro è stato rimpiazzato vuoi dal baratto, vuoi dal potlatch, vuoi da certa impalpabile valuta virtuale. 

È che tutto poi si complica, non si sa né come né perché, tantomeno Sperla lo capisce. Ad un tratto le e-mail di Cinabro iniziano ad essere scontrose qualunque cosa l’altro gli scriva. Perché? Cosa c’è davvero dietro al suo interesse?

Uno scrittore diventa davvero scrittore quando si decide a fare i conti con il suo egotismo. 

La revisione può rientrare per gran parte all’interno del genere epistolare, dato che il suo fulcro ruota attorno alle missive che si scambiano i due protagonisti. Le sue dinamiche interne si mescolano e confondono in continuazione, tanto che in alcuni tratti è difficile seguirne la logica
Il linguaggio passa dal registro alto delle e-mail iniziali a quello crudo e arrabbiato della seconda parte della corrispondenza, come a seguire fedelmente i cambi d’umore del Cinabro. 
È anche un romanzo con una traccia di mistero che porta i lettori ad indagare sulla vita di due scrittori tanto diversi e sul rapporto che entrambi  hanno con la scrittura, tra luci e ombre.
Buona lettura!

La verità, però, se lo tacessi la tradirei, è che fatica invece bisogna farne. L’unica strada è in salita, ed è un sentiero impervio, che nasconde insidie a ogni passo. In definitiva, fare fatica, molta fatica, è imprescindibile, e fare fatica significa provare e riprovare in ginocchio.

- Annalisa - 

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