Ultima tappa del blog tour dedicato ad Hannah di Cinzia La Commare, secondo volume di una duologia. Del primo libro, Kaelan, trovate QUI la recensione. Di Hannah - invece - la trovate QUI.
Oggi però spazio alle chiacchiere con la mia intervista all'autrice.
Hannah
Cinzia La Commare
Self Publishing
Trama
A volte scappare non basta.
Ad Hannah è stata data l’opportunità per fuggire, Kaelan l’ha lasciata andare, ma la voce dell’uomo che ha amato sembra seguirla dovunque vada.
Lei non riesce a dimenticarlo, e sebbene lo voglia non è capace di spezzare quel legame che ancora sente nei confronti di chi ha portato tanto dolore nella sua vita.
Il terrore, la distanza, la sicurezza che vorrebbe darle Roy, un coetaneo conosciuto nel periodo più orribile della sua esistenza, ad Hannah non bastano per dimenticare Kaelan.
A volte l’unica cosa che puoi fare è tornare.
INTERVISTA A CINZIA LA COMMARE
1. Ci racconti di che cosa parla questo nuovo romanzo?
Hannah parla principalmente di donne, e d'amore prima di tutto verso se stessi. Le donne devono imparare ad amarsi di più, a non sacrificare loro stesse per amore di qualcuno perché se quel qualcuno ci vuole diverse, ci calpesta, ci fa soffrire allora non può essere amore. Hannah parla di ossessione - chi di noi non ne ha avuta una? Più o meno deleteria, o passeggera - di sofferenza, di quel senso che a volte ci coglie di aver perso l'idea di chi siamo davvero. Soprattutto, parla di voglia di rinascita: e non puoi rinascere se prima non avrai affrontato tutto il caos del tuo passato, se non hai accettato tutte quelle cose che non sono andate come avresti voluto, guardato in faccia i sensi di colpa e preso coscienza del fatto che certi rimorsi resteranno con te per sempre ma dovrai conviverci. Questo è Hannah e spero possa essere d'aiuto a chi si trova o si è trovato nella stessa situazione...
2. Hannah è una storia difficile, piena di dolore, quanto è stato complicato scriverla?
Scrivere Hannah è stato più che complicato. Un periodo intenso, carico di incertezze forse trasmesse dalla storia stessa persino a me che la stavo scrivendo. Scrivere Hannah ha significato entrare in totale empatia con il personaggio, dimenticare chi ero e infilarmi nella testa e nel cuore e nell'anima di una donna che ha sofferto molto. Una donna spaventata e al tempo stesso innamorata del suo aguzzino per questo facile da biasimare, da giudicare e difficile da comprendere: non è stato facile non giudicarla ma raccontarla e basta, come se fossi lei.
3. Parlare di dipendenza e depressione deve essere stato molto difficile, anche emotivamente, come ti sei informata per affrontare l'argomento?
La depressione è un argomento molto delicato e non nego di aver avuto timore nell'affrontarlo, infatti ho atteso 15 mesi prima di pubblicare "Hannah" anche se come dovesse andare era già chiaro nella mia testa fin dal principio, ho imparato che ogni persona manifesta la depressione in modo differente sebbene ci siano "sintomi" simili attraverso cui è possibile riconoscerla. Ho letto le storie di alcune donne sui forum, ce ne sono centinaia sul web, la voglia di farla finita è il sentimento più ricorrente tra quelli che scrivono su questi forum. Ma ho visto donne corrose dalla stessa depressione per motivi differenti - anche loro avevano scritto nei propri post d'aver voglia di farla finita - fare coraggio a chi come loro stava soffrendo e non vedeva più un senso per continuare a vivere. Da lì ho compreso che chi soffre di depressione è molto fragile ma forte al tempo stesso, deve solo trovare il modo di portare a galla questa forza e il coraggio di ricominciare. Però serve l'aiuto di chi gli vuole bene e soprattutto di un esperto, ecco perché la figura di Omari Iqbal è di spicco in "Hannah". Alcuni pensano che la chiave sia stata Roy, in parte è anche vero, ma in realtà la vera chiave è sempre stato Omari Iqbal.
4. Anche Kaelan è stato un personaggio difficile da raccontare, in quel caso come hai fatto a risultare credibile e a descrivere bene una persona narcisistica come lui?
Kaelan si è insidiato nella mia testa come ha fatto con Hannah: come un virus ha formattato, mentre scrivevo, tutto quello che ero stata fino a prima della sua "nascita". Non ci sono particolari studi dietro alla creazione di Kaelan, è nato spontaneo con il suo bagaglio di incoerenze e fissazioni e ossessioni e segreti. Mi sono lasciata trasportare quasi fosse seduto lì, accanto a me a dettare ogni singola parola. Credo che Kaelan sia un personaggio che mi rimarrà sempre sottopelle - no, tranquilli. Non ho intenzione di darmi ad azioni sconsiderate - e come tutti i personaggi dei miei libri, strano a credersi, ha anche lui qualcosa che mi appartiene sebbene non sappia definire esattamente cosa. È una sensazione...
5 Qual è stata la scena più difficile da scrivere?
La scena più difficile da scrivere in "Kaelan" è stato il finale, come lui durante la stesura vivevo una sorta di odio/amore nei confronti di Hannah. La sua ossessione era diventata la mia, la sua incapacità di lasciarla andare o sbarazzarsene l'ho vissuta anch'io. In "Hannah" in pratica è successo lo stesso, la cosa più difficile non è stata quella da scrivere bensì quella da non scrivere! Un po' contorto, lo so, ma tant'è.
6. Quale messaggio vuoi che arrivi ai lettori?
Dietro ai miei libri, anche quello più leggero, cerco sempre di inserire un messaggio che spero arriverà al lettore. Nel caso di Hannah, come dicevo nella prima risposta, vorrei che le donne - ma tutti in generale - imparino ad amarsi di più. A non soggiacere. A vivere l'amore e sé stessi come una cosa bella, qualcosa che ci arricchisca la vita anziché trasformare ogni respiro in una tortura. E forse suona un po' da presuntuosi ma con "Hannah" ho voluto condannare alcuni cliché troppo frequenti nei libri dove la violenza viene fatta passare per amore. Chi alza le mani sulla persona che dice di amare non ama affatto! Spero che chi leggerà il mio libro possa riflettere su questo...
7. Le tue storie sono tutte molto diverse una dall'altra, come riesci a passare da argomenti più leggeri come quelli trattati in Un nuovo orizzonte a più difficili e oscuri come quelli che si trovano in Hannah?
Seguo l'ispirazione, sempre. Ecco perché le storie raccontate nei miei libri sono così differenti l'una dall'altra, certo è che dopo un libro "duro" come può esserlo stato "Hannah" ho bisogno di dedicarmi a qualcosa di più "leggero". Infatti, di solito, le mie pubblicazioni si alternato: a romanzo "duro" segue romanzo "leggero"; spensierato no, i miei libri non sono quasi mai del tutto spensierati. Un filino pure minimo di melodramma non può mancare!
8. So che hai annunciato che saresti stata ferma per un po', ma sono certa che nella tua testa stia frullando una nuova storia. Ci anticipi qualcosa?
Lo so, non ci crede nessuno quando dico che intendo prendermi una vacanza dalla scrittura. Il fatto è che le vocine nella mia testa non sono quasi mai d'accordo, perciò sì, lo ammetto, sto già pensando alla prossima storia ma è in realtà una trama che tengo nel cassetto dal 2016. Attualmente sto studiando per l'ambientazione che sarà del tutto differente da quelle precedenti, si tratta di una storia più "leggera" - simile per certi versi, diciamo per genere e alcune caratteristiche dei personaggi, a "Dimentica le nuvole" - che spero di pubblicare nei primi mesi del 2020.
9. La tua citazione che più ti rappresenta
Questa è difficile! Ce ne sono tante, potrei dirti che "Dimentica le nuvole" mi rappresenta moltissimo perché ci sono tra le pagine tanti aneddoti della mia infanzia e adolescenza, perché parla dei luoghi che amo e della gente che più sento affine a me. Delle montagne, il mio posto nel mondo sebbene sia nata al mare sull'altra estremità dell'Italia! Scegliere una sola citazione è quasi impossibile, ma messa alle strette ora come ora ti dico: "A volte c'è bisogno d'avere il coraggio di distruggere e ricominciare da capo", (da "Un nuovo orizzonte"). Io l'ho fatto, non troppe volte ma quelle poche sono state davvero decisive, hanno rivoluzionato la mia vita completamente.
Grazie Cinzia per averci aperto un po' il tuo cuore
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