Oggi parliamo di una lettura breve: La sovrana lettrice di Alan Bennett edito da Adelphi Edizioni.
Un libro ricco di umorismo, con una regina atipica e completamente differente da quella che siamo abituati a immaginare.
“Passare il tempo?” esclamò la regina. “I libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di latri mondi. Altro che fare passare il tempo, Sir Kevin; non so cosa dare per averne di più.”
La sovrana lettrice
Alan Bennett
Adelphi
Trama
A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d’Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. E in effetti è successo qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà all’ultima pagina, anzi all’ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili risate questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena – uno di quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.
La regina Elisabetta II d’Inghilterra ha un nuovo “passatempo”: la lettura. Ci è incappata per caso, senza volerlo, quasi non voleva nemmeno prenderlo in prestito quel libro. Ma non sarebbe stato decoroso. Da quel giorno, il bisogno di leggere si è insinuato dentro di lei come uno dei peggiori/migliori virus.
Era colpa dei libri, e a volte lei si pentiva di aver cominciato a leggerli, a entrare in altre vite. Era come un tarlo, un tarlo nella testa.
Questo suo nuovo hobby non è ben visto all’interno del suo staff: la regina non deve mai arrivare tardi ad un appuntamento, non deve apparire distratta, con la testa da un’altra parte, deve essere partecipe ma allo stesso tempo super partes, se non anaffettiva. L’unico a darle sostegno è il giovane Norman, instancabile lettore al suo servizio.
“Del resto i libri, come certo saprà, è raro che inducano ad agire. In genere confermano solo quello che, magari inconsapevolmente, si è già deciso di fare. Si ricorre a un libro per avere conferma delle proprie convinzioni. In altri termini, per chiudere un capitolo.”
Quella che ci viene presentata in questo breve racconto è una regina atipica, una regina Elisabetta II atipica. Eppure è proprio lei, i riferimenti alla storia della famiglia, da re Giorgio fino a Diana, sono reali. Ma mai nei sui ottanta (all’epoca del libro) anni ha lasciato emergere la possibilità di essere “altra” in privato. E chissà che anche lei, donna, madre e nonna, non abbia davvero un hobby nascosto?
Il racconto di Bennett è intriso di umorismo semplice, diretto, mai banale. Battute divertenti che caratterizzano una regina come mai avremmo osato immaginare, ma che forse i sudditi più fedeli hanno sempre sperato si nascondesse dietro la formalità e l’etichetta.
Un libro di nemmeno cento pagine che si termina in poche ore, grazie alla capacità dell’autore di tenere incollati alla storia e alla simpatia con la quale si affronta la lettura. Con un colpo di scena finale che strappa una sonora risata. Consigliatissimo a chi voglia “passare il tempo” sorridendo tra una pagina e l’altra.
“Ah, ma non ve l’avevo detto?” disse ridendo la regina. “Perché pensate che vi abbia convocati tutti qui?”
Perché leggerlo → Perché un po' di sano umorismo, se intelligente, riesce a regalare delle ore di completo relax. E perché è sempre divertente "immaginare l'inimmaginabile"... o chissà.
Buona lettura!
- Annalisa -
Io purtroppo non l'ho ancora letto, ma sarà una delle mie prossime letture ☺
RispondiElimina