Recensione: I sorrisi non fanno rumore di Enrica Tesio




Annalisa ha letto e recensito "I sorrisi non fanno rumore", il romanzo firmato da Enrica Tesio - Bompiani. Ringraziamo la casa editrice per la copia del romanzo.
Ecco la recensione



Titolo: I sorrisi non fanno rumore
Autore: Enrica Tesio
Editore: Bompiani



TRAMA
“Non dovrei dare nulla per scontato, dovrei essere concentrata come un dio, esercitare l’amore in ogni momento, perché l’amore è esercizio di presenza”: questo pensa ogni madre quando rimprovera a sé stessa una défaillance, e questo pensa anche Antonia, detta Toni, brillante scrittrice di libri illustrati, che il suo ex marito chiama mélomamma ma è solo la genitrice affaticata di una figlia preadolescente e non riesce a perdonarsi tutta la stanchezza che ha nel cuore. Ma Toni non molla, ogni mattina si sveglia e affronta una nuova giornata, anche quando il Natale si avvicina con i suoi obblighi di riunioni familiari e tintinnante felicità che per lei suonano in contraddizione. Continuare a correre e stringere i denti, però, non sempre è la strategia giusta: il rischio è di fermarsi all’improvviso e dire la verità tutta insieme. È così che una mattina di dicembre, davanti a una platea di bambini e insegnanti, Toni guarda il buio oltre il cono dei riflettori e dice poche parole che infrangono irrimediabilmente il tabù del Natale. Subito intorno a lei si leva un’ondata di sdegno che attraverso i social diventa una tempesta, capace di travolgere tutto e di scaraventarla indietro, al cuore della sua infelicità: in quel posto dove ciascuno è costretto a guardare negli occhi sé stesso per capire come risalire. Un posto dove si può essere molto soli, ma può anche capitare di incontrare qualcuno come Riccardo, che a Toni ricorda: “A qualcosa serviranno, tutti questi errori”. Fresco come il vento dell’est che porta con sé Mary Poppins, questo è un romanzo di adulti e di bambini, di elfi natalizi e e-mail dirette in Lapponia, di addii, di guai e d’amore, che ci racconta noi stessi, il nostro tempo veloce, le ipocrisie in cui troppo spesso stritoliamo i nostri desideri. Con il suo timbro inconfondibile Enrica Tesio scrive una fiaba metropolitana amara e dolce, capace di farci sorridere nel buio..




RECENSIONE

“A Natale siamo tutti più buoni, vero, avvocato”[...]
“Non credo. A Natale siamo tutti più soli, dottoressa.”


Le parole hanno conseguenze. Ancor di più se a pronunciarle è una scrittrice molto amata, se le dice davanti a un teatro intero pieno di bambini e se riguardano l’esistenza di Babbo Natale!

Ventitré anni da sorella minore, diciassette da figlia sola, unica mai. La mia vita si può dividere così. In mezzo, come un’ascia, quell’allora. Trentadue da non madre e otto da madre. In mezzo, il parto. Quaranta da figlia e pochi mesi da orfana di madre. I fatti che mi hanno aperto la vita a metà.

Antonia Baldi è l’ideatrice e illustratrice della famosa serie di racconti di Ottavia Meraviglia, amatissima da grandi e piccini. Mamma separata di Vittoria, 8 anni in piena fase pre-adolescenziale, e in perenne confronto con la fidanzata supergiovane e superbella dell’ex compagno Cesare. Da pochi mesi ha perso la madre, con il padre non ha più un rapporto stretto, da quando se n’è andato di casa e ha conosciuto la sua Signora, e il fratello Andrea... chissà.

“Signora, sto solo cercando di dirvi che la scrittrice qui è piena di fan e di follower, donne, mamme. Con loro non importa se hai sempre fatto dieci, se sbagli non torni a nove, scendi a zero.”

Antonia non ce la fa più, è in un periodo in cui tutto è fatica, tutto è pesante, e il Natale, per di più!, si sta avvicinando, con il suo seguito di pranzi e cene in famiglia (sì, ma quale?), accentuando tutte le non-presenze. Ma lei è un personaggio pubblico, da lei ci si aspettano solo sorrisi e calde e cordiali parole. Nessuna debolezza è contemplata.

“Secondo te la mamma ci vedeva senza essere vista?”. Lo dico abbassando la voce, come se fosse lì con noi.
“Le mamme lo fanno già da vive, figurati quando muoiono.”
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la perdita della madre, a cui sono seguiti l’adozione del gatto Gerundio e il lascito della vecchia casa in cui è cresciuta. È possibile imparare a non essere più figli? È quello che Toni deve iniziare a fare, ma forse non è ancora il momento. Ci vuole troppa forza, e ora lei non ne ha.

Lui pensa che è ancora più magra di come appare nei video e nelle foto, più alta. Sicuramente lo supera di alcuni centimetri. Lei nota il sorriso che si mangia gli occhi, due fessure, questo è un uomo che per vedere bene deve rimanere serio, pensa, l’allegria lo acceca.
Tra i tanti messaggi di minacce e insulti che Toni riceve dalle MammeNatale (sì, si sono autodefinite così) dopo la boutade natalizia, uno in particolare la attira: è di un avvocato, tal Riccardo Politi, che vuole aiutarla. Che poi sia l’ex marito della frontwoman delle MammeNatale, è solo un dettaglio... Riccardo che le ridona il sorriso, l’ironia, un futuro.

Se qualcuno ti dice che non esisto, che sono un’invenzione, rispondi che anche tu sei stata prima un’idea e poi una persona e così anche la sorellina che sta arrivando: siamo tutti prima delle idee, delle invenzioni.
Vittoria, 8 anni, nonostante le prime avvisaglie di conflitto “da grande” con la madre, intrattiene una fitta corrispondenza via mail niente meno che non Babbo Natale! Babbo Natale che è amico, consigliere, che legge con attenzione le sue parole. Un Babbo Natale davvero speciale.

Noi dovremmo [...] regolamentare il Far West di commenti, non si può scrivere tutto quello che ci passa per la testa senza valutare le conseguenze.

Dopo l’"incidente", Antonia viene sommersa dalle haters, approfittando, anche, del rumore mediatico che la situazione ha creato: MammeNatale che urlano, che puntano il dito, che scrivono e scrivono e scrivono, senza riflettere che ogni parola che dicono, o scrivono, porta con sé delle conseguenze, e che, spesso, il bene dei loro bambini è solo una scusa per alzare la voce sopra quella degli altri.

Ci sono dolori che il tempo non cura. Che il tempo sia una medicina è vero solo a metà: è una medicina che non ti fa guarire, al massimo silenzia i sintomi della malattia. Il tempo al massimo è un anestetico.
Leggendo I sorrisi non fanno rumore sono stata accompagnata da una sensazione di malinconia lungo tutto il romanzo. La malinconia di chi vive le festività come mancanza, e non come gioia (di una persona che non c’è più, di una persona che è altrove, di un qualcosa che ci manca). Allo stesso tempo, però, ho percepito il tutto come un momento di stallo necessario, prima della ripartenza. È come se vedessi Antonia chiusa in una bolla che stava pian piano gonfiandosi, per poi esplodere e farla di nuovo tornare a respirare.
Ci sono periodi dell’anno in cui è più facile sentirsi così, lasciarsi sopraffare dal ricordo, dal dolore, ma a chi non è successo almeno una volta nella vita?
L’autrice ci dice che sì, accade, a volte nel periodo meno opportuno. Ma quella bolla prima o poi scoppia, quando è il momento giusto. Sta a noi decidere come vivere in quella bolla, e per quanto.

Con una scrittura fluida e tinta di leggera ironia, Enrica Tesio affronta temi importanti e delicati (la perdita, il vuoto, i social network, il rapporto genitori-figli) attraverso una storia che lascia un buon sapore in bocca, che dà speranza. Con personaggi a cui ti affezioni – anche alla supergiovane superbella fidanzata nuova di papà in procinto di partorire! –, a cui vorresti tendere la mano e dire che li stai ascoltando, che ci sei. Una storia che fa commuovere, tra un sorriso e l’altro.

Perché leggerlo → Perché lascia pace dietro di sé.

Ascolta me, quando parte la musica e tutti girano intorno come pecore, tu mettiti in un angolo, goditi la musica e balla.

Buona lettura!
- Annalisa -

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