È il 1904 quando George Denison Morgan, rampollo ed erede della famosa casata dei banchieri Morgan approda in Giappone per lasciarsi alle spalle un fidanzamento finito male.
Ad attenderlo c’è l’amico di una vita, Samuel, che promette di fargli dimenticare i suoi dispiaceri facendogli conoscere la magia e il fascino del Giappone. Il profumo delle case da tè, lo sbocciare della primavera coi suoi mandorli in fiore, i templi dal fascino esotico e i kimono dalle mille sfumature ammaliano George sin dal primo momento, così come a un primo sguardo il suo cuore è rapito dall’eterea bellezza ed eleganza di Oyuki, la geisha più ambita e famosa di Kyōto, protagonista della complessa danza del ciliegio. Ma non è facile entrare in contatto con il mondo delle okiya, le case che gestiscono la vita delle geishe, così come non è facile comprendere una lingua e una cultura così diverse dalle proprie. George però è convinto che quel primo sguardo che lui e Oyuki si sono scambiati a teatro riveli già una profonda connessione, ed è pronto a fare tutto ciò che sarà in suo potere per conoscere e conquistare l’amore della sua geisha.
Un romanzo dolce e struggente, che tra i colori e i profumi del Giappone ripercorre le orme di una storia vera.
Quando ho finito di leggere "La danza del ciliegio" di Veronica Variati pubblicato da More Stories sono andata subito a cercare informazioni sul dopo, perché i due protagonisti di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno vissuto una bella e intensa storia d'amore.
Lei si distingue per quel suo essere così sensualmente donna, per quel suo sguardo smaliziato, per quelle sue movenze femminili al limite dell’erotico; e ha una personalità enigmatica. È come un mistero che desidero scoprire a ogni costo. La desidero.
Non conosco nulla, ma ovunque posi gli occhi tutto trabocca di fascino. Infine, vengo sedotto da una visione: il volto della danzatrice. Ecco la fonte del sortilegio che anima il costume. È come se l’intero fascino del Giappone fosse racchiuso in quel viso a forma di cuore, bianco come il riso, con labbra del colore della dalia più rossa. Gli occhi sono neri e rotondi, belli come ciliegie mature. Non so dove e come guardarla, ma sento di desiderarla ardentemente.
È stata silenziosissima, ma ora ha su di me l’effetto di un boato. La sua presenza riempie lo spazio di cento persone. Indossa un kimono straordinario, che racchiude varie sfumature di rosso cangiante, ed è come se la natura poco fa mi avesse voluto predire qualcosa.
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