La recensione di Pestilenza di Laura Thalassa, primo volume della serie I Cavalieri dell'Apocalisse pubblicata in Italia da Hope Edizioni. Ringrazio la casa editrice per la copia del romanzo. Ecco la mia recensione.
Titolo: Pestilenza - I quattro cavalieri #1
Autore: Laura Thalassa
Editore: Hope Edizioni
Editore: Hope Edizioni
TRAMA
Sono arrivati sulla Terra ‒ Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte ‒ quattro Cavalieri in sella ai loro temibili destrieri, diretti ognuno verso un angolo del mondo. Quattro Cavalieri con il potere di distruggere l’umanità, giunti sin qui per sterminarci tutti. Quando Pestilenza arriva nella cittadina di Whistler, in Canada, Sara Burns sa per certo che tutte le persone che lei conosce e ama sono destinate a morire, a meno che il Cavaliere dalle fattezze angeliche non venga fermato. Ed è proprio questo che Sara ha in mente di fare quando, con un colpo di fucile, lo disarciona dal suo cavallo. Peccato che nessuno l’abbia avvisata che la bestia immonda non può morire. Si ritrova quindi prigioniera di un Cavaliere immortale e molto, molto arrabbiato, il cui unico scopo è farla soffrire. Più il tempo passa, però, e più Sara è incerta sui sentimenti che il messaggero dell’Apocalisse nutre per lei e... viceversa. Sara può ancora salvare il mondo, ma per farlo dovrà essere disposta a sacrificare il suo cuore.
RECENSIONE
Questo libro ha un grande difetto: è impossibile riuscire a smettere quando lo si legge. E mi direte: questa è una cosa positiva. Certo, ma io avrei voluto farlo continuare il più a lungo possibile!
E questo accade solo con i romanzi destinati a ritagliarsi un posticino nel cuore del lettore.
Da queste poche parole potete capire quanto mi abbia entusiasmato Pestilenza, primo volume della serie I Cavalieri dell'Apocalisse scritta da Laura Thalassa e pubblicato in Italia da Hope Edizioni.
Un romanzo che ci catapulta in una realtà terribile, un mondo segnato da morte e orrore, ma che al tempo stesso ci fa fare i conti con noi stessi, con la nostra civiltà, con il dove siamo arrivati.
Un libro che ci inebria sin dal prime pagine, grazie a tantissimi colpi di scena, ma anche a due personaggi che riescono a catturare sin da subito l'attenzione di noi lettori.
L'ho ferito e lui ha ferito me. Stiamo entrambi seguendo un copione già scritto
Ma partiamo dal principio, ovvero dal mondo in cui si svolgono le vicende del romanzo e della serie. Siamo sulla Terra, ma le cose non stanno per nulla andando nel migliore dei modi: infatti i quattro cavalieri dell'Apocalisse sono arrivati per porre fine all'umanità.
La tecnologia è un lontano miraggio, così come le piccole cose che nel tempo sono diventate preziosissime. Acqua calda, cibo, elettricità: lussi rarissimi di cui non abusare.
Un modo oscuro segnato dalla violenza e dalla morte, una morte portata da Pestilenza e che arriva con dolori atroci che si protraggono per giorni.
Come fare a fermare questa ondata di dolore?
Sara Burns, vigile del fuoco, si sobbarca l'impegno di porre fine all'avanzata di morte di Pestilenza, uno dei quattro cavalieri dell'Apocalisse. Ma si può davvero fermare un'entità divina?
La voce narrante è la protagonista, con lei entriamo subito in empatia e ne riconosciamo alcune caratteristiche predominati: è - infatti - coraggiosa e fortissima. Una giovane donna spigliata, che non ha paura di mostrare la pietà, che la spinge sempre ad aiutare gli altri, che cerca di resistere a una situazione drammatica. Perché invece di morire diventa prigioniera e accompagnatrice nel percorso che compie Pestilenza.
E lui è un personaggio oscuro, complesso, un'entità antica, ma al tempo stesso con sprazzi di ingenuità. Ci parla con i silenzi, ci fa stupire con la sua curiosità.
La sua missione è terribile, ma questo non lo ferma.
Nulla sembra poterlo fermare.
Ti trovo bella, Sara, bellissima; ma è una bellezza affilata e pericolosa, come la punta delle mie frecce... perché so che tu non sei come me. Un giorno morirai e questa cosa comincia a farmi paura
L'autrice ci racconta una storia profondamente psicologica, difficile da scrivere, ma nella quale lei si muove senza tentennamenti. La prigionia di Sara è difficile, dolorosa, terribile. L'autrice non ha paura di raccontarcela, così come non ha paura di descrivere una malattia che divora da dentro.
Ci fa immergere in una realtà fatta di dolore, da cui non c'è scampo. Ed è lì che, piano piano, ci mostra anche la luce.
Una luce rara, ma brillante, capace da sola di illuminare il mondo.
Ce la fa vedere in Sara, nei suoi dubbi, nel dolore di accettare il cambiamento che piano piano si fa strada dentro di lei. Sara che combatte contro se stessa, che riesce ad avere un piglio ironico anche quando il dolore è troppo potente, che si rimbocca le maniche per non far morire da sole le persone, che sa cosa è la pietà anche con il suo nemico.
Non ci sono tante Sara, ma qualche altro personaggio capace di dare luce a questa storia sì. Ed è lì che, l'autrice ci insegna, si nasconde la speranza.
E alla fine quello che capiamo è che anche in un modo che precipita velocemente verso la fine, la luce della speranza non si spegne del tutto.
L'approssimarsi della fine è qualcosa di tangibile, come il montare di un'onda. Si muove sopra di te e si insinua sotto la pelle. Ti invade i polmoni, filtra nel tuo cuore e infine ti penetra nella mente. Questa cosa terribile e spaventosa chiamata morte da possibilità lontana si trasforma in certezza improvvisa
Lo stile narrativo è particolarissimo e causa dipendenza (per ricollegarmi all'incipit della recensione). I dialoghi sono molto limitati, prevale quindi quello interiore: ma Sara riesce a reggere benissimo questo racconto quasi costante della sua percezione delle cose e degli eventi. Perché ci fa conoscere ogni dettaglio dei suoi pensieri e così è facile, non solo empatizzare con lei, ma anche sentirsi lei.
Pestilenza mi ha provocato un entusiasmo così grande come pochi altri romanzi, e questo lo fa entrare di diritto nei miei libri preferiti del 2021.
È questo che fa l'odio: tira fuori il peggio di te. Eppure, gli è bastato vedere un barlume della nostra bontà per sentirsi schiacciato dal peso di ciò che è destinato a fare.Perché è così che funziona la carità: tira fuori il meglio di te
Perché leggerlo → Perché Pestilenza è un libro potente, intenso, drammatico ed emozionante. Un libro che ci insegna tanto. Da non perdere.
Buona lettura!
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