La recensione di Robin - Un pettirosso nella tempesta di Rachel Sandman edito Delrai. Grazie per la copia digitale del romanzo.
Autore: Rachel Sandman
Editore: Delrai Edizioni
Editore: Delrai Edizioni
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TRAMA
Jeremy Rivers è un enigma. Ragazzo schivo e solitario, vive la sua vita in modo ossessivamente razionale e senza mai abbandonarsi troppo alle emozioni e ai legami affettivi. Le ombre cupe che cerca di lasciarsi alle spalle convivono in lui e minacciano ogni volta di distruggere la stabilità ritrovata nel corso degli anni. È un’anima colorata e luminosa, quella di una ragazza con le labbra rosse come il peccato, che scuote il suo mondo in bianco e nero, creando, pennellata dopo pennellata, sfumature di colore in grado di convincerlo ad affrontare fantasmi mai sopiti. Due mondi opposti che si incontrano e si amano in modo viscerale, alla ricerca di un’armonia imperfetta, ma autentica, capace di sanare ferite dovute a imposizioni passate e mai del tutto dimenticate. Questa è la storia di un pettirosso che vive la vita fino in fondo, attimo dopo attimo, senza mai scoraggiarsi, perché un bonsai può sopravvivere anche in un luogo inospitale, se lo si cura con devozione, e di una balena, un mostro gigante immerso in un oceano di caos, maestosa e terribile, che ricerca la propria dimensione, affamata di verità e sentimenti reali.
RECENSIONE
Intenso, struggente profondo: sono tre parole che mi vengono subito alla mente se penso a Robin di Rachel Sandman, un romanzo edito da Delrai Edizioni che ci racconta la storia di due personaggi tanto diversi quanto fatti l'uno per l'altra, in quel modo speciale in cui solo le diversità e le sensibilità riescono a fare da ponte alle distanze.
Laure, una giovane ragazza francese, è la protagonista di questa storia ed è anche quella luce di cui tutti avremmo bisogno nella vita. Profonda, sensibile, attenta, tranquilla: sono solo alcuni degli aggettivi che - a mio parere - la descrivono alla perfezione. Un animo profondo capace di arrivare là dove nessuno riuscirebbe ad entrare. Ovvero nel cuore di Jeremy. Che è puro tormento.
Se Laure costruisce ponti per avvicinarsi agli altri, Jeremy è colui che innalza muri.
Apparentemente, quindi, sembra una storia impossibile. Ma la risposta è che l'amore arriva anche nei luoghi più impervi e difficili e conquista i cuori più restii ai sentimenti.
Non so cosa mi abbia attirato. Se l’aspetto asciutto, dai tratti spigolosi ma delicati insieme, in un mix quasi androgino che mi ha attorcigliato le viscere. Se il suo atteggiamento apparentemente distaccato, anche seccato a tratti. Se il braccio completamente tatuato con colori cupi, con tutte le sfumature di grigio applicabili su pelle diafana, più chiara e pallida della mia. Forse tutto questo insieme o, forse, lo sguardo di chi non vuole nulla, di chi non cerca nulla.
Robin ci aiuta a scandagliare gli animi umani, ad arrivare in profondità, a vedere le paure e le fragilità dei personaggi, per comprenderli al meglio. È un romance, autoconclusivo, ma è anche un libro molto psicologico, perché è in quelle pieghe della mente che ci fa entrare l'autrice.
Quei luoghi capaci di fare paura, perché lì si nascondono le paure, i desideri, i sensi di colpa e sì, anche i segreti. Lì ci sono i nodi da risolvere e Jeremy è lì che dovrà lavorare molto su se stesso, mentre a Laure andrà il compito di accompagnarlo a riscoprire la volontà di farlo.
Tante le questioni che vengono affrontate, ma in particolare la famiglia nelle sue zone d'ombra, nelle difficoltà non affrontate, nei silenzi che diventano giudizi che pensano come macigni.
I sentimenti sono un qualcosa di così complesso che Jeremy ancora fatica a esprimerli in maniera palese, con parole e lettere incastonate alla perfezione in un discorso preconfezionato o scanzonato. Tuttavia, riesce a esprimerlo nei gesti, continuando a curare il bonsai del locale, giocando con Philippe quando viene a casa mia, sfiorandomi il corpo con delicatezza e passione quando facciamo l’amore, tatuandosi un segno indelebile legato alla mia vita che va a incastrarsi all’interno del quadro della sua esistenza. Lo fa in maniera naturale e nemmeno se ne rende conto.
Ad accompagnarci in questo viaggio emotivo, profondo, doloroso, ma anche di grande rinascita è la penna di Rachel Sandman: poetica, delicata, leggera. Un'autrice che ho potuto apprezzare solo con questo romanzo ma che leggerò ancora. Intanto recuperando la lettura del volume precedente, Echo, anche quello stand alone, e poi seguendone le pubblicazioni future.
Quello che posso consigliarvi è di lasciarvi andare alle emozioni che vi susciterà la lettura di Robin.
«Ha iniziato a chiamarmi Robin che è diventato come una sorta di secondo nome. Un’etichetta per indicare affetto e appartenenza, un modo per rendere speciale un semplice nomignolo. Tu m’as compris?»
Perché Leggerlo → Perché vi ritroverete a scoprire le profondità dell'animo umano, accompagnati da una penna speciale, quella di Rachel Sandman.
Buona lettura.
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