Recensione La Principessa ballerina di Stefania Colombo



La recensione di La Principessa ballerina di Stefania Colombo, Morellini editore che ringrazio per la copia. 




Titolo: La Principessa ballerina
Autore: Stefania Colombo
Editore: Morellini Editore
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TRAMA
Il testo intreccia due storie, quella di una nave e quella di un bambino che diventa uomo. Sul piroscafo Principessa Mafalda si sono imbarcate alcune tra le più grandi personalità del tempo, da Luigi Pirandello a Guglielmo Marconi, ma la sua leggenda ha inizio già un anno prima della sua nascita, quando la nave gemella, Principessa Jolanda, affonda proprio al momento del varo. E si perpetua anche in seguito, con il naufragio del Mafalda stesso nel 1927. Ad accompagnare la vicenda del piroscafo c’è Menico, figlio di uno dei capisquadra dei cantieri navali di Riva Trigoso. Tra ribellioni, innamoramenti e momenti di crescita, Menico e Mafalda riportano in vita un’epoca non molto lontana, in cui l’esistenza dell’uomo e quella del piroscafo si incontrano nel momento in cui Menico si imbarca sul Mafalda, nel corso dell’ultimo viaggio prima del naufragio del 1927. Due storie universali, capaci di parlare di un’Italia che non c’è più e di un’umanità che non si smette mai di cercare, qui o altrove.



RECENSIONE

La Principessa ballerina di Stefania Colombo mi ha permesso di fare un viaggio. Sono partita dalla spiaggia di Riva Trigoso, frazione di Sestri Levante, luogo operoso di cantieri e di navi. Mi sono imbarcata per un viaggio attraverso l'oceano e le sue insidie. Nel frattempo ho imparato molto da un ragazzino un po' poeta un po' marinaio che ha deciso di diventare un uomo. 

Le due storie iniziano nello stesso momento, nello stesso posto, in Liguria. Terra aspra che non sa di appartenere alla verde Italia, terra ostinata e superba, genitrice di naviganti, puttane e cantanti: tre categorie di poeti. 

Sono partita da luoghi che conosco e amo: da quella spiaggia di ciottoli dove il mare è limpido e bellissimo, da quell'area di Sestri che ha fatto dell'arte dei maestri d'ascia, dei falegnami e degli ingegneri un vanto da tramandare a tutto il mondo, da dove hanno preso il largo navi importanti e da dove, ancora oggi, i cantieri costruiscono senza sosta. 
ho visto un bambino nascere e amare la poesia, un bambino che porta nel cuore l'eredità di un fratello che non c'è più e di un dolore che ha segnato i suoi genitori. 
Ho conosciuto Menico e l'ho visto scoprire nei versi verità più profonde, esserne affascinato. L'ho visto salire sui pescherecci di Sestri Levante e imparare a diventare grande e poi decidere di voler essere grande davvero, perché l'amore cambia le prospettive.
Menico per questo va a Genova e lì, in quel luogo che sembra il centro del mondo, si imbarca per un viaggio che ha il sapore del riscatto e dell'esperienza da cui trarre insegnamento.

Poi lo stupore diventa meraviglia quando ritrova i suoni aspri del suo spirito nelle parole del poeta antifascista. Parole che si trasformano in suoni taglienti e che ora divertono, ora feriscono

Il resto è storia. È la storia che ci racconta Stefania Colombo in La Principessa ballerina, romanzo pubblicato da Morellini editore nella collana Varianti diretta da Sara Rattaro e Mauro Morellini. Un libro breve ma pregno di insegnamenti, di avventura, di commozione. Una penna - quella dell'autrice -  capace di essere dura e spigolosa, ma anche profondamente lirica e commovente.
Perché le voci di questo libro, i personaggi che conosciamo oltre a Menico, hanno bisogno di una loro identità e lei è stata capace di dare a ognuno di loro la propria voce.
A farci compagnia la poesia, quella intensa e brevissima di Ungaretti, quella struggente e suggestiva di Montale, quella di Menico che ha nel cuore le storie e le racconta. Perché l'autrice ci regala un navigante poeta.
E poi la Storia del mondo, quella dell'Italia che si intreccia a quella del protagonista e della Principessa ballerina. 
Amicizia, profonda e unica, amore quello che si deve ancora imparare, famiglia, dolori e avventura per un viaggio che l'autrice fa vivere a tutti i lettori.

Non scriverà una poesia d'amore eterno.
Perché una cosa Menico l'ha capita.
Essere troppo seri è una cosa da bambini
Diventare adulti è smettere di dire solo no

Perché leggerlo → Perché è un romanzo struggente e intenso che tocca il cuore.
Buona lettura!




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