La recensione di Bullet - secondo volume della Skull of Hell MC di Silvia Carbone - Self Publishing. Un grazie all'autrice per la copia digitale del romanzo.
Autore: Silvia Carbone
Editore: SelfPublishing
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Ci volevano un motociclista dal cuore d'oro (se vuole) e una ragazza molto tosta per farmi tornare a scrivere sul blog. Sono state settimane complesse e faticose, ma oggi non vedo l'ora di parlarvi di Bullet il secondo romanzo della Skulls of Hell Mc (il primo è Shallow che trovate recensito QUI).
Editore: SelfPublishing
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TRAMA
I fratelli sono la mia famiglia. Il club, la mia vita. Sono il figlio di tutti. E di nessuno. Sfrontato, irriverente, pericoloso. Sono la parte scanzonata del club. Ma il mio passato mi perseguita. E lei lo capirà. Kendall Brown è adrenalina e passione. Due occhi capaci di far perdere la ragione a qualsiasi uomo. Pelle tatuata come un meraviglioso quadro. Corpo peccaminoso in cui vorrei sprofondare. Lei parla alla mia anima. Io vorrei solo riuscire a toccare la sua. Mi chiamo Thomas Patel, nuovo Vicepresidente degli Skulls of Hell. Le fiamme dell’inferno sono la mia condanna. La pace che bramo è solo tra le sue braccia. E tutto ciò che voglio è riuscire a stringerla più forte.
RECENSIONE
Torniamo con la banda di motociclisti nata dalla penna di Silvia Carbone, un gruppo coeso che si muove tra attività lecite e non, ma in cui la fratellanza è uno dei valori chiave.
Era la prima volta che portavo una ragazza nel mio spazio personale e quello avrebbe già dovuto chiarirmi le idee su quanto quella donna, piccola ma potente, contasse per me. Di quanto sapesse tanto di lieto fine, nonostante la favola non fosse delle più classiche. E anche se non ero il principe azzurro che probabilmente sognava da piccola, lei stava diventando la mia regina.
Torniamo qui, quindi, tra questi ragazzi pericolosi che però nascondo lati del carattere inaspettati. Perché se non temono di gettarsi a capofitto in imprese pericolose, dall'altro lato l'autrice ci mostra un loro lato più romantico, umano, fatto di fragilità, paure ed emozioni. Ed è davvero intrigante guardare al di là dell'aspetto esteriore (e diciamocelo: che aspetto, ragazzi!) per scavare nel profondo dei loro cuori.
Così è Bullet, Thomas Patel, vicepresidente degli Skulls of Hell, allergico alle questioni di cuore, profondamente legato ai suoi "fratelli". Un evento doloroso e traumatico del suo passato ne ha segnato il presente, rendendolo schivo ai sentimenti.
Kendall Brown, dal canto suo, è una ragazza molto tosta, capace di bastare a se stessa, amante delle auto e delle corse, sa il fatto suo e non ha paura di dire quello che vuole, quando lo vuole e come lo vuole.
Insieme mi sono piaciuti tantissimo perché non hanno tergiversato sulla loro attrazione immediata, non hanno avuto paura di lasciarsi andare, ma si sono scoperti piano piano fino a lasciare emergere i lati più fragili ed emozionali.
E solo quando sentii il rumore roboante della marmitta mi permisi di sorridere. Quello era il mio posto, la mia famiglia. Il mio club. Ero un biker, e mi piaceva.
A fare da sfondo (importante) gli altri personaggi di questa storia perché, c'è da dirlo, Silvia Carbone è brava a far crescere in noi lettori la curiosità di scoprire sempre di più su questi motociclisti e sulla loro vita al di là della strada e dei traffici loschi in cui sono invischiati.
Ma senza dimenticare l'aspetto più adrenalinico di questa serie, e di questo romanzo, in cui vediamo i nostri protagonisti alle prese con uomini altrettanto pericolosi della malavita e traffici illeciti.
La differenza tra loro e gli altri? Non di certo la fedina penale pulita, ma quel senso di giustizia, di appartenenza e di fratellanza che li muove ogni giorno.
Non sono dei santi, ma sicuramente hanno dei valori su cui basano la loro intera esistenza. E uno di questi è indubbiamente la fiducia.
Questo è un aspetto che mi è piaciuto molto, perché l'autrice li ha resi credibili. Sono spietati e pericolosi, così come sono fedeli al gruppo di cui fanno parte e coraggiosi.
Lo stile di Silvia Carbone è coinvolgente: le pagine scorrono e vi è un giusto equilibrio tra momenti in famiglia, passione e adrenalina. Non mancano i colpi di scena che danno ancora più energia alla storia, così come il doppio punto di vista che ci mostra i pensieri e l'evoluzione di entrambi i personaggi.
Alla fine tra le mani resta un romanzo che ci trasmette tanto: valori profondi su cosa significhi essere fratelli, amare, superare traumi pesanti e fare pace con loro, ritrovare le proprie radici.
E ora Silvia: "ESCICI Rebel, grazie".
Chiusi gli occhi, non ero un uomo da “ti amo” e tutte quelle stronzate mielose che esistevano in una coppia. Ero l’uomo che dimostrava il suo amore con i fatti. Le parole erano solo fugaci, le azioni erano per sempre. E io lo volevo con lei.
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