Nel mondo mercenario del calcio sono l’eccezione. Rendiamoci conto: venti ragazzi e la loro squadra, sempre loro, uniti e innamorati, sì, innamorati di quello che fanno e di quello in cui credono.
Non le piaceva sentirsi chiamare “perpetua”, così antiquato e brutto! Lei era l’as-si-sten-te di don Donato da vent’anni, ed era pure molto brava.
Tanti i personaggi che animano questa storia, a partire da zia Marta, “assistente” da tantissimi anni di don Donato. Insieme ad Alba, Annabella e Isotta, compone la parte “femminile” di questo fantasioso gruppo di crescobetani, ognuna con il proprio carattere, ognuna con una grande anima e un forte attaccamento alla comunità.
Aldobrando, e il padre e il nonno prima di lui, era da sempre coinvolto in ogni decisione economica della parrocchia.
Il dubbio che qualcosa non tornasse lo aveva avuto anche lei e dalla notizia bomba di domenica i contorni del sospetto si facevano più marcati: il Don che vende il campo, il presidente fantasma, il Mister che annaspa e fa finta di niente.
Tutto scorre abbastanza nella tranquillità, a Crescobene, fino a quando all’improvviso don Donato decide di vendere il campo da calcio, per motivi economici, dice, a una società che lo vuol trasformare in un parcheggio, cancellando così ogni speranza della squadra del paese, il San Pantaleo, di proseguire la scalata verso la promozione al campionato professionistico.
“Mamma, ci conosci tutti, siamo cresciuti insieme. Sai come siamo, sai che a nessuno di noi verrebbe mai in mente di sconfinare nella vostra sfera solo per il gusto morboso, come dici tu, di ficcare il naso nei fatti altrui. Ma da domenica sono cambiate troppe cose e quello che sta emergendo chiede un chiarimento.”
Fuori una donna stava immobile, non fosse per il vento che minacciava di farle perdere il foulard e le imponeva di assicurarlo al collo con la mano libera, l’altra a reggere una borsa piuttosto pesante.
Chi è che vuole mettere le mani sul campo di calcio, e perché? Chi sono le persone della foto che hanno sia Alba che zia Marta? E perché la sua è strappata?
Tanti gli interrogativi che vengono messi in campo durante la lettura di La partita va giocata, e ognuno avrà la sua risposta. Tra colpi di scena e improvvisi cambi di scenario, Annalisa Scaglione delinea una storia complessa ma al tempo stesso semplice: complessa per i vari intrighi che vi si nascondono, semplice per la normalità, in senso positivo, della vita dei suoi personaggi.
Personaggi tutti diversi ma bel amalgamati, come si possono davvero trovare in una piccola cittadina. E la forza di questo romanzo sta proprio in loro, nel loro essere unici ma complementari nel dar forma al vero protagonista della storia: Crescobene.
Buona lettura!
Tutto si risolve sempre per il meglio, a volte in modi che non possiamo immaginare.
- Annalisa -
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