La mia recensione di Sweet Doris di Emma Mei pubblicato in versione self publishing da pochi giorni. Ecco prima i dati del romanzo.
Autore: Emma Mei
Editore: Self Publishing
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TRAMA
Dopo un doloroso passato, che le ha causato un serio crollo emotivo, Doris ha deciso di riprendere in mano le redini della sua vita, imparando ad amare se stessa e stringendo nuove amicizie. Prossima alla laurea, che la riporterà a lavorare alla Foster’s Industries, compila liste dei pro e dei contro sul ragazzo di cui è perdutamente innamorata: Mextli Foster, per il quale, quattro anni prima, ha lavorato come segretaria personale.Mextli è il classico figlio di papà, bello, affascinante e con la sindrome di Peter Pan. Ha trentun anni, ma non ha ancora messo la testa a posto e, con la complicità dei suoi amici si diverte a prendersi gioco di Doris, persino durante il suo turno di lavoro come cameriera al 50’s. Tutto cambia la sera dell’addio al celibato di un amico di Mextli, durante la quale il ragazzo viene coinvolto in una goliardica prova di coraggio. La cantina del ristorante sarà testimone silenziosa del colpo di fulmine – seppur a scoppio ritardato – che Mextli proverà nei confronti di Doris. L’ostacolo? Convincere la ragazza dei suoi reali sentimenti.
RECENSIONE
Bullismo, accettazione di sé, ma anche sentimenti che affiorano e che fanno paura. Sweet Doris di Emma Mei è un bel romance, che ci offre interessanti punti di vista sulle seconde possibilità ma anche sul superare le proprie paure.
E questo ultimo punto sarà uno scoglio da affrontare davvero tante volte per Doris, la protagonista di questa storia.
Curvy, bellissima, ma molto insicura a causa di un evento del suo passato che l'ha ferita profondamente, Doris è una giovane donna che lavora con passione e determinazione per costruirsi il futuro dei suoi sogni.
Se da una parte è piena di fragilità, dall'altra però è anche capace di imporre i suoi ritmi e dettare le regole.
Doris sboccia nel corso del romanzo, impara ad amare sé stessa e a credere che anche per lei possa esistere il lieto fine. Non sarà un percorso facile, ma sicuramente il suo viaggio dentro di sé e nelle relazioni con gli altri insegna tanto anche a noi lettori.
Mextli è un'incognita, invece. Lo scopriamo straordinariamente attento e premuroso, ma è anche capace di momenti di rara incoerenza. Il giudizio su di lui è altalenante nel corso di tutto il romanzo, fa molti sbagli e per i suoi 30 anni è parecchio immaturo.
Nel suo caso l'autrice ci ha tratteggiato il classico figlio di papà arrogante e che ha sempre ottenuto quello che vuole. Ma che dietro all'apparenza nasconde comunque (a tratti) un animo gentile.
mi facevi trattenere il respiro quando ti avvicinavi a me. Non riuscivo a respirare bene. Mai. Però, quando mi tenevi fra le tue braccia e mi baciavi, ecco che tornavo a respirare. Quando mi guardavi negli occhi, o mi facevi ridere, io respiravo. Ora non riesco più a farlo.
Il bullismo è una piaga della nostra società. E non si annida solo tra i giovanissimi. Quante volte sentiamo commenti spregevoli che prendono in giro una persona per quello che è o per ciò che le piace?
Siamo tutti troppo: troppo grassi, troppo magri, troppo sciocchi, troppo spontanei, troppo chiusi, troppo social, troppo poco espansivi, troppo intelligenti.
Pensateci.
Ogni giorno ci imbattiamo in centinaia di giudizi dettati solo dall'apparenza.
Ogni giorno ci imbattiamo in centinaia di giudizi dettati solo dall'apparenza.
Quanta tristezza!
Emma Mei invece ci insegna a guardare oltre l'aspetto, per capire come sono veramente gli altri. Cosa li muove, quali sono i loro desideri.
Non è simpatico ridere di qualcuno. Sarebbe più simpatico ridere insieme a qualcuno.
Doris viene derisa per le sue curve (seducenti). Viene trattata come un oggetto in quanto donna.
Emma Mei calca la penna su questi aspetti e ci mostra quanto possa essere sbagliato, quanto possa essere offensivo e disdicevole ridere degli altri.
Dovremmo invece avere cura delle loro fragilità. Delle nostre fragilità.
«Voglio essere amata, Mextli, me lo merito. Voglio qualcuno che mi faccia ridere e mi sorregga nei momenti in cui ne ho bisogno. Voglio un uomo che voglia percorrere accanto a me i sentieri della vita. Per tanto o poco tempo, non importa, ma voglio che lo faccia con rispetto di me e dei nostri sentimenti.»
Sweet Doris è la storia di un amore, ma anche il racconto di come sia importante rispettare gli altri, anche quando si ha paura.
Lo stile di Emma Mei è fresco, veloce, ma al tempo stesso capace di indurre alla riflessione. Un bell'esordio per un'autrice che sono certa farà parlare di sé.
Nel libro ha inserito tanti altri elementi interessanti: come l'importanza di avere una rete di supporto su cui contare nei momenti difficili, ma anche il valore del perdono.
Un grazie di cuore per avermi citata nei ringraziamenti alla fine del romanzo e buona fortuna per questa e per le prossime pubblicazioni.
Perché leggerlo → Perché Sweet Doris ci insegna ad avere più cura dei sentimenti degli altri.
Grazie per le bellissime parole!
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