Intervista al libraio: Mondadori Bookstore Saluzzo


Oggi andiamo a Saluzzo, più precisamente  in via Torino 22 per fare un giro virtuale alla libreria Mondadori Bookstore di Chiara Ferrero, dove troviamo anche Monica (detta Olivs).
Immergiamoci in una nuova serie di bellissime Interviste al libraio.

Intervista al libraio: Chiara e Monica Mondadori Bookstore - Saluzzo

Quando "nasce" Mondadori Bookstore di Saluzzo?

Monica: Faccio subito un passo indietro e lascio la parola a chi ha dato il via a tutto, quindi a Chiara.

Chiara: Nasce nel 2015, per una strizzatina d'occhio del destino. Sapevo per certo di voler vivere fra i libri, muovendo dopo la laurea specialistica i primi passi nel mondo delle biblioteche, dato che mi pareva l'unica strada possibile da percorrere per realizzare questo mio sogno. La fantasia di una libreria tutta mia era chiusa a doppia mandata in un cassetto, catalogata nei "sogni nel cassetto dei sogni". Quando però, passando nella via su cui si affaccia ancora oggi la mia libreria ho visto che qualcuno si stava arrendendo cedendola, non ci ho pensato due volte. Non ho pensato all'eterna diatriba libreria di catena-libreria indipendente, non ho pensato che difficilmente fino a quel momento avevo acquistato libri in una libreria di catena. Ho solo pensato che l'alchimia di alcuni momenti ti travolge solo poche volte nella vita, che anche una libreria di catena può avere uno stampo personale, cioè l'anima di chi ci vive dentro e di chi ci investe tempo, sogni e progetti visionari. E un giorno di inizio primavera ho alzato la serranda con il sole d'aprile a inaugurare la mia piccola follia.

Monica: Immagine super poetica. Complimenti! Comunque confermo: ho vissuto questa libreria prima da spettatrice, in quanto cliente, e poi, a partire dal 2017, come tirocinante e apprendista. È un posto magico, situato all’angolo tra due vie, ricco di meraviglie e di coincidenze.

Cosa vi differenzia dalle altre librerie?

Chiara: Penso che ogni libreria sia unica a modo suo. Gli scaffali e la selezione del catalogo sono frutto del filtro, dello studio e delle passioni dei librai, i rapporti con i lettori nascono e crescono una sbirciatina dietro l'altra, una lettura condivisa o discussa dietro l'altra. A noi per esempio riesce molto difficile essere impostati e seriosi, l'atmosfera che si respira è spesso ridanciana, i nostri lettori amano fare capolino anche solo per un saluto, per aggiornarci sulle letture in corso e fantasticare sulle prossime. Spesso si additano le librerie di catena come asettiche, fredde e povere dal punto di vista dello scambio e dell'energia. Ecco io credo, come ho già accennato prima, che la sterilità di contenuti e di interazione non si misura dal luogo nel quale si acquista, ma dalle persone con le quale ci si confronta. Diciamo che non siamo noi a differenziarci, è che ogni libreria è unica (in senso positivo o negativo) a modo suo!

Monica: Concordo. La libreria è specchio di chi la vive. E’ un qualcosa di inevitabile, un meccanismo che scatta automatico. Ecco quindi che alcune sezioni vengono curate in maniera diversa rispetto ad altre ma non per sufficienza, anzi. La passione e la naturale inclinazione di gusti di lettura e di genere narrativo fanno sì che, inevitabilmente, ognuna di noi metta qualcosa del proprio io tra gli scaffali della libreria. 




Entra un cliente e vi chiede qualche consiglio per un romanzo da regalare. Cosa chiedete per capire il genere e il possibile titolo da suggerire?

Chiara: Diventiamo curiose e a tratti inopportune! La prima domanda è sempre "Cosa sappiamo del nostro destinatario?". Cerchiamo di stabilire a suon di domande specifiche il profilo del lettore che scarterà il nostro pacco (a volte anche piccoli dettagli possono darci indizi circa la sensibilità, le preferenze riguardo il ritmo di narrazione, le atmosfere, lo stile). Certo, l'ideale è chi entra un pochino preparato rispetto al destinatario. Ma cerchiamo di misurare le proposte anche quando, come dico sempre, ci muoviamo a ruota libera. In ogni caso, il margine d'errore è sempre dietro l'angolo, non esiste un libro perfetto in assoluto, esiste il libro che aderisce come pelle al lettore, ma le variabili sono incontrollabili!

Monica: Esatto. Noi tentiamo di fare del nostro meglio. Se possibile, in base alle esigenze dei singoli lettori, valutiamo chi delle due sia la più adatta a rispondere alle esigenze del momento. Il destinatario del regalo è un giovane lettore di fantasy? Ecco che parto io e inizio a valutare quali dei romanzi da me letti possano essere i più calzanti. La persona in questione ha amato autrici quali Torregrossa o Agnello Horby? Chiara è sicuramente la persona più adatta, che riesce ad allinearsi ai gusti del lettore. Giochiamo molto di squadra in questi casi, aiutandoci a vicenda.

E se vi dicono "fate voi io non so proprio cosa prendere"?

Chiara: Mi lego alla risposta precedente. È difficile che un lettore forte sia indeciso: tutti noi lettori forti abbiamo idee chiare, possiamo essere anche molto capricciosi, ogni lettore forte ha le sue fisse e tante piccole manie, rituali che precedono la scelta. In effetti, però, capita che un lettore più diciamo occasionale possa inoltrarci richieste di questo tipo. Allora ripartiamo con le nostre domande all'insegna della curiosità per delineare un profilo in diretta. Una volta selezionate le nostre proposte c'è un elemento che ritengo infallibile: l'incipit o comunque la lettura di alcune pagine. Raramente mi è capitato di essere tradita da una prima lettura. Se c'è alchimia, la si riconosce subito.

Monica: In effetti, questa è una delle domande che temo di più ma che, allo stesso tempo, sogno sempre mi venga posta. È un controsenso, me ne rendo conto. Ma quando un lettore brancola un po’ nel buio, la mia passione per libri e romanzi prende il sopravvento ed è inevitabile, in questi casi, consigliare le storie che io ho più amato. Certo, il margine di errore è alto, altissimo. Noi due, in primis, abbiamo gusti di lettura totalmente differenti, raramente ci allineiamo. Tuttavia sono le situazioni come queste che più ti mettono in difficoltà ma che ti esaltano, al tempo stesso. È un concetto un po’ confuso, me ne rendo conto.

Chiara: Ma tu sei sempre un po’ confusa.

Monica: Da che pulpito. Comunque, vero anche questo. 




Classici, bestseller, romanzi di nicchia o pubblicazioni indi?

Chiara: Il nostro catalogo è vario. Abbiamo la fortuna di essere affiliati a Mondadori Franchising e non essere dunque una libreria di catena diretta. La selezione dei titoli è autonoma, curiamo giornalmente i riordini e settimanalmente le cedole delle novità. Non esistono invii diretti, l'esposizione è a nostra discrezione, così come le vetrine. Se scegliamo di spingere una vetrina con un titolo che consideriamo altovendente lo facciamo con consapevolezza, perché l'affitto va pagato. Semplicemente non lo consigliamo poi se ci viene chiesto un aiuto nella scelta e orientiamo altrove il lettore (io ho alcune ossessioni in effetti: NNEditore, Einaudi, Passigli, Sellerio e Nottetempo). Con questo, e lo sottolineo con passione, non voglio assolutamente giudicare il gusto di lettura di chi ama libri diversi da quelli che amo io. Ogni libro ha un valore in rapporto a chi lo sfoglia: c'è chi cerca evasione pura, c'è chi cerca tormento, c'è chi cerca studio e approfondimento. Ogni lettore può muoversi liberamente dove preferisce, seguendo l'inclinazione e il momento. Detesto la supponenza con la quale spesso vedo additare l'editoria commerciale, principalmente per un motivo, di carattere meramente economico: più libri vendo, più sono tranquilla per il mese corrente. La libreria (di catena o indipendente che sia) è un'impresa, i conti devono quadrare: la tranquillità che ne deriva porta con se progetti nuovi, o la pianificazione dell'aiuto di una libraia in più, o la dedizione a nuove iniziative che un'attività in sofferenza non potrebbe serenamente contemplare. Se non avessi avuto Monica ad aiutarmi, non avrei potuto attivamente a promuovere sul territoro Nati Per Leggere, progetto che spingo fin dall'inizio della mia avventura, girando io stessa nei nidi in orario di apertura o accogliendo classi in libreria dedicandomi alle letture ad alta voce. Tutto questo, di rimando, ha fatto sì che nel mio piccolo la libreria potesse godere di maggior risonanza diventando un punto di riferimento per le iniziative legate al mondo dell'infanzia del saluzzese. Quindi in libreria si trova un po' di tutto: il piccolo editore che abbiamo il piacere di esporre in vetrina, così come l'espositore dell'ultimo libro bestseller.

Monica: Assolutamente. Il catalogo per i lettori più piccini, i giovani che muovono i primi passi nel mondo della lettura, è davvero ricco. Ci sono libri e albi illustrati un po’ per tutti i gusti. Per quanto riguarda i cataloghi a scaffale, cerchiamo, davvero, di avere un po’ di tutto. Io, nel mio piccolo, mi focalizzo maggiormente sul genere rosa e su quello fantasy cercando di stare al passo e di avere proposte sempre nuove, attingendo anche dalle proposte di nuove realtà editoriali che si lanciano nel mondo della distribuzione in libreria e che mi piace supportare. Penso, ad esempio, alla Triskell Edizioni, alla Always Publishing e alla Delrai. Insomma a tutte quelle case editrici che ho visto nascere in quanto blogger e che ora ho il piacere di consigliare ai lettori che vengono in libreria.


Il romanzo che amate di più? E quello, invece, che non vi ha preso per niente?

Chiara: Più che romanzo, parlerei di autori del cuore. Per quanto mi riguarda adoro Elsa Morante, Jonathan Franzen, David Grossman, Vladimir Nabokov, ho una ossessione mai sopita per la poesia di Sylvia Plath, ma uno speciale posto nel cuore ce l'hanno anche Gozzano e Saba e, se devo riguardare ai classici della mia giovinezza, guardo con tenerezza ancora entusiasta a Jane Austen! E non penso che ci sia un romanzo in particolare con il quale ho sviluppato scarsa empatia. Penso piuttosto che ognuno di noi abbia un genere prediletto e generi con i quali risulta meno in linea. Per me questi sono i gialli e i fantasy. Con gli anni si impara a scremare, a orientarsi in libreria verso scaffali sconosciuti. Ma attenzione: che meraviglia quando si riprende in mano un titolo evaso anni prima che invece, al momento giusto, ti scoppia in mano!

Monica: Mi allineo… Scegliere un romanzo solo è davvero complicato, difficile, quasi impossibile. Adoro la letteratura americana: gli scrittori della Beat Generation che ho omaggiato nel primo capitolo del mio romanzo, Echo, citando i nastri d’asfalto dell’America più vera. Penso, in questo caso, a Kerouac, a Gregory Corso. Tuttavia, amo la scrittura grezza, febbrile, ipnotica e struggente di Valentina D’Urbano: il suo Isola di Neve è, per me, uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto. Adoro anche io Elsa Morante, forse uno dei pochi autori che abbiamo in comune?

Chiara: Probabile, cara Olivs.

Monica: Sì. L’isola di Arturo ha una magia che racchiude classicità e contemporaneità insieme. Ho un amore viscerale e nostalgico per tutto ciò che ha scritto Cesare Pavese. Mal sopporto, e qui apro una diatriba interna, lo stile di Elena Ferrante che Chiara ha amato nella serie de L’Amica Geniale ma che io davvero leggo e porto avanti a fatica.


Se la libreria fosse un libro quale sarebbe?

Chiara: Mi piace pensarla come un albo illustrato, mi sarebbe sempre piaciuto vivere a Boscodirovo, me la immagino così.

Monica: Cedo alla poeticità qui descritta e taccio. Comunque concordo, la libreria è un albo illustrato: caotico a tratti, frullatore in altri, pieno di colori e sfumature.

Quando si pensa ai librai, almeno quando lo faccio io, mi ripeto sempre: che fortuna! Diteci (oppure no) una ragione per cui non dovremmo tutti voler fare il vostro lavoro.


Chiara: No, non posso dire che non esista una ragione per non provarci. Ma librai si cresce: non si può essere solo sognatori, ma neanche solo imprenditori. La chiave è imparare ad assumersi responsabilità non smarrendo la magia.

Monica: Ci sono aspetti più positivi di altri, è ovvio. Ma penso sia una costante che si presenta in ogni lavoro. Il momento dei resi, ad esempio, è uno di quelli che sia io sia Chiara mal sopportiamo: ok, forse in quei periodi soffre più Chiara. Veder andar via volumi che vengono richiamati è sempre un’operazione intrisa di un tocco di malinconia. Allo stesso tempo, è doveroso, per far spazio a nuovi arrivati che scalpitano, in attesa di essere letti.

Che tipo di eventi organizzate?

Chiara: Nel mondo pre Covid-19 avevamo un calendario fitto di eventi, realizzato e composto per soddisfare tutti i palati dei vari lettori. Innanzitutto, il ciclo di appuntamenti Crescere è: un insieme di appuntamenti, di laboratori, di conferenze rivolte ad un pubblico giovane e ai genitori ed educatori. Poi presentazioni di libri e firmacopie di autori locali che potevano, grazie allo spazio della libreria, interagire con lettori nuovi o ritrovati. Infine, le letture ad alta voce in collaborazione con scuole dell’infanzia e asili nido della nostra realtà territoriale.

Monica: E le letture in inglese…

Chiara: Giusto. Le letture in inglese per le classi delle scuole elementari, supercurate da te Olivs. Ovviamente, tutto ciò ha subito una brusca battuta di arresto a seguito delle nuove regole e norme imposte dalla situazione che stiamo vivendo. Ci auguriamo che, in un futuro non troppo lontano, queste attività potranno essere riproposte. Ovviamente, dato anche lo spazio esiguo in cui siamo costretti a muoverci, non sappiamo né possiamo prevedere quando questo potrà accadere.

Progetti e programmi futuri?

Chiara: Al momento, siamo in attesa di capire come, quest’anno, verrà gestito l’evento Io leggo perché. Abbiamo sempre partecipato con entusiasmo, grazie anche ad una rete che si è mossa, di istituto in istituto, ed ha contribuito a renderlo un appuntamento davvero imperdibile e molto sentito sia dalle insegnanti che dai genitori ma soprattutto dai ragazzi e bambini coinvolti.

Monica: Abbiamo sempre curato molto questo evento. Collaborando con le scuole di vario grado, abbiamo ogni anno ricevuto un’ottima risposta, tanto da risultare tra i primi posti nella classifica delle librerie per numero di libri donati alle scuole in Italia. Certo, quest’anno è tutto un grandissimo punto interrogativo. Aspettiamo direttive.

Ci salutate con la citazione che vi rappresenta di più?

Chiara: Una sola citazione?

Monica: Vabbé, tu hai aperto, io chiudo così. Con le parole tratte da Sulla Strada di Jack Kerouac. „Le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d'artificio.“
Tutti i lettori sono un po’ pazzi a mio avviso: amano immergersi nelle storie, nelle vite altrui; adorano struggersi e soffrire; amano amare e sognare tra le pagine. Noi, prima di essere libraie, siamo lettrici, siamo ragazze (perché abbiamo entrambe passato i trenta ma ragazze restiamo) in cammino sulla strada in continua metamorfosi e sviluppo, siamo assolutamente un po’ pazze e fiere di essere.

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