Recensione: Storie della mia città di Sarah Ladipo Maniyka



La mia recensione di  Storie della mia città di Sarah Ladipo Maniyka edito da Frassinelli, che ringrazio per la copia digitale.



Titolo: Storie della mia città

Autore: Sarah Ladipo Maniyka
Editore: Frassinelli
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TRAMA
È una bella mattina di sole, quando Morayo si alza e inizia la giornata affacciandosi alla finestra della sua casa di San Francisco che abbraccia tutta la baia. Che vista: l'azzurro intenso di mare e cielo le provoca brividi di gioia, e le fa quasi passare la nostalgia di Lagos, troppo caotica e degradata, anche se è quella la sua patria. La casa di San Francisco le piace proprio, tanto solida che ha resistito al terremoto del 1906, come ama ricordare la padrona di casa, e ben piantata in un quartiere colorato che a Morayo ricorda i paesi dove ha vissuto con l'ex marito ambasciatore. C'è il postino cinese, sempre gentile con i suoi inchini, il fioraio palestinese diffidente che però le regala spesso un fiore, la senzatetto punk dal look esuberante e Antonio, il poeta che risveglia i suoi desideri. Morayo passeggia, quella mattina, avvolta in un abito africano dai colori vivaci, felice della sua indipendenza di donna âgée dalla vita ricca, di ricordi ed esperienze, di amicizie e passioni. Passeggia e nota la sua Porsche parcheggiata un po' così, ma in fondo che importa. Passeggia e scivola, senza rendersene conto. Un piccolo incidente che rimette in discussione la sua autonomia. Eppure, senza paura, quella rete di amicizie coltivate con intelligente empatia l'accoglierà di nuovo. Morayo Da Silva è una donna fantastica: brillante, vivace, capace di sfidare le convenzioni di età, genere e razza, anche a costo di essere fastidiosa, capisce il mondo e per questo lo colora. Un romanzo della nuova letteratura afroamericana.



RECENSIONE

Cosmopolita, all'avanguardia, con una luce dentro che investe le persone che ha intorno: Morayo potrebbe benissimo non essere definita con la sua età, ma semplicemente con il suo modo di porsi nei confronti delle persone che ha accanto o che incrocia lungo il suo cammino.
Una casa piena di libri, una vita ricca, un'esistenza colma. 
Ho letto Storie della mia città di Sarah Ladipo Maniyka edito da Frassinelli in un battito di ciglia, ma con il cuore traboccante di gratitudine per una storia leggera ma piena di bellezza
Innanzitutto perché celebra l'altruismo, visto come qualcosa che si offre agli altri senza attendere nulla in cambio.
Poi anche perché ci mostra che la gentilezza chiama altra gentilezza. Quindi più noi siamo cordiali, più gli altri lo saranno con noi. Senza doppi fini e senza riserve.

«Non è quello che mi sarei aspettata da te, professoressa Morayo», dico con un sorriso. Ma forse non dovrei essere sorpresa: Morayo era così disinvolta, aperta, non convenzionale rispetto alla maggior parte delle persone anziane. Probabilmente sono poche le donne della sua età che decidono di spendere i loro risparmi per comprare una macchina sportiva.

Morayo infatti dopo aver dato tanto, riceve altrettanto. Perché è quello che accade a una persona che nella vita lascia il segno. E nel momento del bisogno trova chi la può aiutare a rimettersi in sesto.
Sarah Ladipo Maniyka ci regala un  personaggio potente: una donna africana che è al tempo stesso legata alle proprie radici e cosmopolita, emancipata, colta, generosa. La inserisce in una delle città più aperte e culturalmente stimolati degli Stati Uniti (San Francisco) e ce la fa vedere interagire con gli altri -  e con sé stessa - regalandoci una riflessione sul tempo che scorre e sul fatto che se il corpo deve sottostare alle regole (e a qualche limite) del tempo, la nostra mente può essere vivace e brillante come quella della gioventù, con il vantaggio delle esperienze ad arricchirci.

Almeno, non mi sentivo vecchia finché ho iniziato a notare l’assenza di amici giovani, che è peggiorata quando ho smesso di insegnare. Questo è un altro problema della città. È più difficile farsi amici giovani qui che in posti quali Lagos o Delhi. A San Francisco le persone tendono a stare con quelli della loro età. Speravo di invitare la mia amica alla mia festa di compleanno perché credo che le feste nelle quali tutti abbiano la stessa età non sono abbastanza divertenti. Non posso organizzare una festa solo per persone vecchie e, in ogni caso, a parte l’età anagrafica, non mi sento vecchia.

Morayo è una donna che vibra ancora di passione, che ama i libri, che osserva con attenzione gli altri. È una donna che lascia un segno profondo nelle persone che le passano accanto anche per pochi attimi. È un inno alla vita, al viverla colorata e al cento per cento. 
Se ci fate caso non ho parlato della sua età, perché ritengo che sia un personaggio senza tempo, che non deve essere giudicato e incasellato per gli anni che ha, ma per quello che fa. 
Certo non nego il fatto che la carta d'identità ci informi che ha 75 anni ce la fa guardare con occhi ancora diversi, perché la arricchisce, ne esalta il valore. Perché Morayo è estremamente moderna, più di persone molto più giovani di lei.
Lo stile narrativo dell'autrice rispecchia il personaggio che è anche cuore del romanzo: è vivace, veloce, ci mostra le cose dal punto di vista di diversi personaggi e il risultato è che Storie della mia città si legge in un soffio.


Perché leggerlo → Perché è un invito a vivere al cento per cento.
Buona lettura!


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