Recensione: Lei di Nicolò Targhetta




La mia recensione di Lei di Nicolò Targhetta  edito da Becco Giallo, che ringrazio per la copia digitale.






Titolo: Lei

Autore: Nicolò Targhetta
Editore: Becco Giallo
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TRAMA
Lei ha trent'anni, un lavoro frustrante che sta cominciando ad amare e un fidanzato frustrante che forse non ama più. In pochi giorni li perde entrambi e si ritrova da sola a doversi tenere a galla in una nuova quotidianità fatta di colloqui di lavoro, notti insonni e ambizioni ridimensionate. Incastrata in un mondo che pare sfocato, dove gli unici interlocutori sembrano essere gli oggetti, tra le paranoie di un poster di Kurt Cobain e il sarcasmo di Agatha Christie per i suoi appuntamenti su Tinder, Lei prova a ritrovare il sentiero. Ammesso che un sentiero ci sia mai stato.



RECENSIONE

Hai trent'anni una vita che non ti entusiasma, ma che un po' subisci forse per abitudine, sicuramente per comodità.
Però, a un certo punto, tutto quel castello di carte crolla, trascinando con sé ogni cosa. A quel punto ti ritrovi senza appigli a cercare di ricostruire una vita, anche una qualsiasi, pur di avere dei punti fermi, pur di poterti incasellare nei tuoi anni, in quello che ci si aspetta da una giovane donna di 30 anni.
A "Lei", protagonista del libro di Nicolò Targhetta edito da Becco Giallo, accade esattamente così, solo che la fase di ricostruzione non è facile, ma anzi la porta a riconsiderare un po' tutto il suo percorso, ma in particolare a interrogarsi sul concetto di felicità.

La resa non fa mai rumore. Per questo nessuno si accorge quando ti arrendi. Neanche tu. Lo scopri dopo, quando le conseguenze sono ormai sotto gli occhi di tutti. Lei si arrende mentre stringe la mano alla fine di quell’ultimo colloquio, esce dalla sala riunioni di Marcello ed entra in una statistica del Censis.

Qual è stato il momento più felice della vostra vita? Lei lo ricorda bene ed è talmente lontano del tempo, quasi sbiadito nei ricordi, da farci rendere conto - con non poco timore -  che forse dovremmo tentare di essere felici più spesso, di sforzarci di andare oltre i limiti e i confini che ci imponiamo  più frequentemente per provare quell'appagamento. Se una cosa non ci rende felici dovremmo depennarla, andare oltre.

– E qual è il mio profilo? – Quello di una ragazza che legge, nuota, arrossisce quando usa Tinder e, in questo particolare momento della sua vita, a causa di eventi sfortunati indipendenti dalla sua volontà, sta galleggiando.

Lei, già ostaggio di una vita mediocre, precipita. Ogni aspetto della sua esistenza crolla lasciandola scoperta ad affrontare il mondo senza tutti quegli elementi necessari a proteggersi dalle paure. Che sono tante e che nascono dal fallimento di un mix  di elementi: aspettative verso noi stessi, aspettative degli altri, modelli imposti dalla società, desideri e sogni.
Lei parla con gli oggetti, si confronta con ogni cosa che è in casa, che trova per strada. Ogni parola è un'analisi della sua vita, di quello che la società si aspetta da noi, di quello che noi vogliamo.
E nel percorso che dovrà fare, quella felicità profonda e improvvisa, sarà una chimera difficile da raggiungere. Sarà, però, l'occasione per riflettere su noi stessi, sulle difficoltà, sulle nostre paure.

E quella mattina lei decide cos’è la felicità. La felicità è qualcosa di inaspettato, anomalo , illogico che cambia forma e colore ogni volta, e arriva sempre dalla direzione verso cui non stai guardando. E decide anche un’altra cosa. La felicità le fa paura.

Lo stile di Nicolò Targhetta è pregno di ironia e riflessione, mescolati in maniera da rendere il romanzo scorrevole regalandoci una riflessione sul mondo di oggi lucida e profonda. È la prima volta che leggo questo autore, che secondo me è capace di dare voce a un'intera generazione. 

La mia più grande paura è arrivare a trent’anni senza fiato, senza niente di fatto. Senza un lavoro , senza l’amore, senza nulla di solido sotto i piedi che mi impedisca di scivolare sempre più in basso. È scoprirmi fallita quando ormai è troppo tardi per rimediare e l’unica cosa che rimane da fare è rassegnarsi a quello che c’è.
Nicolò Targhetta (Padova, 1986) è uno scrittore e un blogger. È un blogger atipico, poiché contro ogni regola della comunicazione social, i suoi testi sono lunghi, lunghissimi, e per di più non sono accompagnati da alcuna immagine. Nonostante questo, la sua pagina “Non è successo niente” ha fatto breccia, raggiungendo oltre 110.000 follower, con numeri in continua crescita. Il suo primo libro, nato dall’omonima pagina Facebook, ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico. I dialoghi sono stati portati in giro per tutta Italia anche in forma di spettacolo teatrale. 
Perché leggerlo → Per riflettere sul concetto di felicità.
Buona lettura!


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