Review party: Scatti fuori fuoco di Stefania Da Forno


La mia recensione di Scatti fuori fuoco di Stefania Da Forno edito da Delrai Edizioni, che ringrazio per la copia del romanzo.



Titolo: Scatti fuori fuoco
Autore: Stefania Da Forno
Editore: Delrai Edizioni
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TRAMA
La sua voce aveva un non so che di ruvido che la rendeva imperfetta. Forse era colpa del freddo, o delle troppe sigarette che si fumava; sembrava una leggera carezza con un foglio di carta abrasiva: un piacevole fastidio.
Harper è una ragazza di ventisei anni, organizzatrice di eventi.
Nella vita non è mai stata fortunata in campo affettivo e per questo è diffidente verso il prossimo. Cinica e pratica, viene assunta per dedicarsi ai preparativi dell’inaugurazione di un hotel a Fairbanks, in Alaska.
Ian è il fotografo che si occuperà della pubblicità e della realizzazione delle brochure, ma non è un tipo socievole e sembra proprio che Harper non gli piaccia per niente.
Costretti a causa di forze maggiori, i due passeranno un bel po’ di tempo insieme, conoscendosi e confrontandosi, facendo innescare tra loro un cortocircuito di antipatia e forte attrazione.
In un luogo dove il passato, il presente e il futuro si incontrano, Scatti fuori fuoco racconta l’incrociarsi causale di vite e le loro conseguenze.



Recensione

Una storia di dolore e rinascita, di abbandoni e pezzi di cuore che si ricostruiscono: Scatti fuori fuoco di Stefania Da Forno è un romanzo che ci accompagna nei meandri del dolore. Perché Harper è una giovane donna che ha dovuto per tutta la sua vita misurarsi con le assenza, cercando di colmare i vuoti che piano piano le hanno lasciato dentro le persone che ama.
Per questo è scontrosa e chiusa. Per questo sembra sempre portare sulle spalle un peso troppo grosso per procedere lungo il cammino della sua vita.
E andando in Alaska, terra che tra le altre cose amo, farà finalmente il conto con tutte le mancanze che hanno costellato i suoi 26 anni di vita. Finalmente, perché la vita ci insegna che per andare realmente avanti e conquistare la felicità bisogna fare i conti con i blocchi emotivi che ci hanno creato le difficoltà che hanno costellato il nostro cammino.

Era buffo, come una disgrazia venisse subito seguita da un’altra e un’altra e un’altra… Era buffo pensare che ogni genitore che avevo avuto, sia biologico che non, mi avesse abbandonata senza pensarci due volte. A ventisei anni aveva subito così tanti abbandoni che in un modo malato e non del tutto normale, non ne ero poi così scioccata.

Harper non è un personaggio semplice, non si entra subito in empatia con lei, perché è lei stessa a non voler farsi capire all'inizio. Ma piano piano il lettore la capisce, ne comprende gli spigoli, fa amicizia con le sue paure, con quel fuggire costante dalle emozioni della vita. Perché Harper cadrà ancora, lo farà frantumando il suo cuore in mille pezzi, perché forse è vero che nella vita per poter rialzarsi si deve prima toccare il fondo.
Intorno a lei personaggi che sembrano fare a gara per farla soffrire, mentre chi la ama davvero sembra non riuscire a fare davvero breccia nel suo cuore.

«Preferivo distruggerti, piuttosto che vederti andare via. Volevo che di me ti restasse qualcosa, anche se negativo, non volevo diventare una polaroid sbiadita in un cassetto. Volevo essere quella foto che vedi ogni giorno, che ti fa soffrire, ma che ti aiuta a ricordare.»

L'autrice ci accompagna nella storia di rinascita di Harper, ci fa conoscere Ian ugualmente spezzato e sprezzante, ci fa voler bene a Frank che cerca di rimediare al dolore costruendo una casa per le persone che ama. Lo fa con uno stile fluido e con descrizioni notevoli che ci mostrano tutto il fascino dell'Alaska, lo fa spezzandoci il cuore e ricomponendocelo. Lo fa insegnandoci che la vita ci mostra sempre la strada per avere nuove possibilità.
Perché leggerlo → Perché è una storia piena di speranza.
Buona lettura!

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