In questi anni di blog non ho mai parlato di una figura fondamentale nel grande e magico mondo dell'editoria: i librai. Per questa ragione ho deciso di intervistare quelli che conosco e che rispetto, per vedere e conoscere da un punto di vista diverso tutto quello che riguarda i libri.
E sono felice che a dare il via alla rubrica sia Marco Paganini, della Libreria Fieschi di Lavagna, in provincia di Genova, e tra i fondatori della casa editrice AltreVoci edizioni (potete approfondire QUI).
Ecco il risultato della nostra chiacchierata virtuale. E su una sua risposta molto stringata, prometto che proverò a farvi sapere di più.
INTERVISTA AL LIBRAIO:
MARCO PAGANINI -
LIBRERIA FIESCHI A LAVAGNA
Quando e come hai capito che da grande volevi fare il libraio?
Forse non lo ho ancora capito. Non mi sento libraio, so che questo termine ha un peso specifico importante, spesso una formazione classica, sicuramente odio per la tecnologia :) io non sono un libraio. Sicuramente un amante dei libri, un imprenditore, un commerciante, una persona. Tanti modi mi definiscono ma libraio.. credo di non poter aspirare a tanto.
Forse non lo ho ancora capito. Non mi sento libraio, so che questo termine ha un peso specifico importante, spesso una formazione classica, sicuramente odio per la tecnologia :) io non sono un libraio. Sicuramente un amante dei libri, un imprenditore, un commerciante, una persona. Tanti modi mi definiscono ma libraio.. credo di non poter aspirare a tanto.
Negli anni com’è cambiato il lavoro?
Anni. Ormai cambia di giorno in giorno e chi si ferma è perduto. Oggi la libreria è chiusa, anche se avrei potuto riaprire. Eppure... abbiamo venduto su Whatsapp, Messanger, Marketplaces, Cashback world, Instagram, eBay e Amazon.
Che dite? Lo facevano le librerie 10 anni fa? Il mondo cambia sempre: cambiano i lettori, i canali di vendita, gli editori... e devono cambiare anche le librerie. Chi non cambia chiude. O peggio: diventa inutile.
Quanto coraggio ci vuole a essere un libraio indipendente e cosa significa esserlo?
Coraggio no. Ci vuole più coraggio a non esserlo. A farsi dire in casa propria cosa vendere, a non poter rifiutate un titolo insulso, a non poter cambiare ciò che ti pare. Per me fare impresa in Italia è una impresa, se no si sarebbe chiamata “facile” :) e se devo farla, se voglio farla, la voglio fare a modo mio, sbagliando con la mia testa, gioendo dei miei successi. Che poi indipendenti non lo siamo, nessuno lo è in un mondo dove tutti ormai siamo connessi. È l’epoca della condivisione, non della divisione.
E, invece, quanto coraggio ci vuole da librario a gettarsi in un mondo difficile come quello dell’editoria?
Ancora coraggio. I coraggiosi sono altri, proprio oggi poi, è una parola da proteggere. Ad aprire una casa editrice c’è voluto un attimo: lo sguardo di Aldo, il sorriso di Annalisa, la curiosità di Francesco, la leggiadria di Debora. A mischiare i giusti ingredienti il cuoco non è coraggioso, ma consapevole.
Cosa legge un libraio?
Ultimamente tanti inediti, ma in realtà, legge di tutto. I libri che presenterà o che ha già presentato ma che non aveva potuto leggere, i libri degli amici, ed in libreria sono tanti, i propri idoli, alcuni nuovi, alcune richieste, alcune perle. Ieri Sepulveda. Oggi un libro Amazon Pubblishing. Domani l’ultima bozza del primo libro di AltreVoci. Che meraviglia.
E i suoi clienti cosa leggono?
Un po’ di tutto, ma fortunatamente qualità. Questa estate il fenomeno Giulia De Lellis: non sono riuscito, non la ho ordinata. Stufo di tanti libri spinti e gonfiati, ho scelto così. E i miei clienti (GRAZIE!) non me la hanno chiesta neppure una volta in tre mesi. Commosso.
Autore preferito? Romanzo del cuore?
Francesco Grandis. A seguire Marcello Venturi. Due opere che si toccano in alcuni punti: il primo un libro che cambia la vita alle persone (SULLA STRADA GIUSTA) ed il secondo un libro che racconta le persone che cambiarono la loro vita (BANDIERA BIANCA A CEFALONIA).
E citazione?
Visto il momento, mi sembra opportuna questa: “Dai che ce la facciamo!” G.Spadoni
Hai mai scritto un libro?
Si
I tuoi clienti ti chiedono consigli oppure fanno in autonomia?
Entrambe le risposte sono giuste: dipende da cliente, dal momento, e alle volte anche da me, perché spesso ormai sono davvero troppo indaffarati per fare “solo” i librai.
La domanda più strana che ti è stata posta? (E no, non puoi rispondere questa)
Una volta una signora entrò decisa e mi chiese se c’era un libro, di cui però non ricordava ne il titolo ne l’autore. La guardai, e non scherzava, e le risposi che lo avevamo. Mi alzai, presi un libro a caso, mi pagò ringraziandomi ed uscì. Entrambi impassibili. Non ho mai capito se fosse uno scherzo o no, ma ancora oggi alle volte ci penso e sorrido.
Quanto serve un evento in libreria per promuovere un romanzo?
Poco. Forse pochissimo. Ormai i muri della libreria sono un limite. Hanno un solo pregio: creano emozioni diverse, connessioni e rallegrano.
La nuova legge sull’editoria in pillole.
L’ho letta appena. Non credo il problema dell’editoria sia lo sconto, anche se capisco il motivo per il quale questa legge è stata fatta. Solo non credo sia LA soluzione, ed anzi probabilmente verrà aggirata come sempre, ahimè.
Essere libraio ai tempi del Covid – 19.
È facile: siamo nel posto più sicuro al mondo, protetti dal virus del secolo. Non esiste farmacia ad avere così tanti vaccini a scaffale, non esiste ospedale con così tante medicine, il virus che tempo io, qui dentro non può nulla, è in minoranza, praticamente destinato all’oblio. Ah si, poi c’è anche il COVID, ma di quello, fra qualche mese, resteranno solo vecchi post su Facebook.
Posta un commento