Segnalazione: Il suo nome è Alex di Annalisa Arcoleo


Il suo nome è Alex di Annalisa Arcoleo (edito da Augh!) è il terzo volume di una trilogia che è composta anche da “Runk – Una vita in trenta giorni” e “Il viaggio di Runk”, che però sono distaccati da questo volume.
Per saperne di più vi invito a leggere la riflessione dell'autrice che troverete dopo i dati del romanzo.

Il suo nome è Alex
Annalisa Arcoleo
Augh! edizioni
Trama
1996. Nel clima di festa natalizio, una donna muore di freddo nell'indifferenza generale, lasciando un biglietto con cui si premura di preservare l'identità del bambino che stringe in grembo: "Il suo nome è Alex". Il piccolo viene accolto in un orfanotrofio, dove vive le prime esperienze di vita assieme ad altri coetanei, sotto lo sguardo amorevole di Nadia, la direttrice, e le sue assistenti. Ma per Alex il mondo esterno rimane un'incognita, una vera e propria fobia che gli impedisce di ipotizzare il proprio futuro lontano dall'istituto. Quando la legge impone la chiusura degli orfanotrofi, inoltre, per lui si profila un grande stravolgimento e un dubbio: come preservare l'amicizia speciale che lo lega a Sarah, il suo faro nei giorni bui di solitudine? Come può mantenere la promessa che le ha fatto? Le paure, le scelte e la necessità di dover crescere mantenendo la propria integrità in una società che poggia sulle evanescenti fondamenta dell'indifferenza sono le tematiche che plasmeranno il destino del protagonista.

IL SUO NOME È ALEX
di Annalisa Arcoleo

Il romanzo pubblicato da Augh Edizioni segue la vita del protagonista, Alex, attraverso le sue fasi di crescita ed esperienze, seppur fuori dal comune. Dopo aver perduto la madre nei suoi primi mesi di vita, costretta a vivere per strada nell’indifferenza della gente, Alex conosce la realtà dell’orfanotrofio fin da subito, e non ha memoria del mondo esterno, non avendo mai avuto la possibilità di viverlo. All’interno della struttura conosce varie personalità, bambini con alle spalle storie diverse e complesse frutto di un passato già duro: chi è stato abbandonato, chi ha perso i genitori, chi è stato “gettato via” a causa di un “difetto” (autismo). L’amicizia con Sarah, un’ospite della struttura, sarà fondamentale per tutta la vita di Alex. Insieme costruiscono il loro mondo incantato, cercano un legame duraturo nel tempo, che vada oltre la realtà. Grazie a lei, Alex inizierà a scrivere una sorta di diario in cui annota ogni incontro della sua vita, mattoncini che si compongono insieme e costruiscono la sua storia. Così facendo, imparerà a raggirare il suo più grande ostacolo: la paura del mondo esterno. Alla chiusura dell’orfanotrofio, Alex è costretto a prendere posto presso una casa famiglia, dividendosi dai suoi compagni. Diventato adulto, continuerà a lavorare per la struttura, non essendo mai riuscito a superare la sua paura del mondo esterno. Ogni persona che ha fatto parte della sua vita, sia durante la sua infanzia che in età adulta, è in quel diario, che Alex continua a scrivere cercando di mantenere la promessa fatta a Sarah: un giorno si rincontreranno e lei leggerà quelle pagine, così la distanza non sarà mai esistita. Ma la paura per il mondo esterno, finora, non ha mai permesso ad Alex di cercarla, né di uscire fuori da quelle mura. Tuttavia, ha scoperto di poter conoscere un’infinità di mondi senza mai mettere piede fuori dalla casa famiglia, semplicemente ascoltando le storie di una vita degli ospiti più anziani, leggendo le avventure narrate nei romanzi e confrontandosi con i ragazzi accolti presso la struttura. Frammenti di vita raccolti, conoscenze apprese senza mai essersi mosso da lì.

La trilogia del viaggio e del tempo si chiude con questo romanzo che, seppur distaccato dai precedenti “Runk – Una vita in trenta giorni” e “Il viaggio di Runk”, ne prosegue l’intento dei raccontare le diverse sfaccettature della vita affrontate in maniera diversa dai vari protagonisti. Mario nel primo libro, il robottino Runk nel secondo e Alex nel terzo: molto diversi tra loro, eppure, la vita e il suo scorrere è qualcosa che appartiene a tutti, indipendentemente dal modo di affrontarla. Il viaggio diviene necessario per il primo protagonista, fisico per il secondo e, infine, di crescita per il terzo. Alex non abbandona mai la struttura, al contrario di Runk che – nel precedente libro – ha girato il mondo, con la conseguenza che per il robottino la cultura appresa è parte del viaggio fisico che ha dovuto sperimentare; per Alex, invece, il viaggio non è assolutamente di movimento, bensì di confronto con gli altri. Ascoltare, conoscere, parlare è tutto ciò che di più importante esiste per il protagonista, che in molte parti della sua vita non sente nemmeno il peso di non poter uscire dal luogo in cui si trova. Non è una sua volontà, ma un vero e proprio blocco nato inconsciamente dalla perdita della madre che gli è stata portata via dal mondo esterno (strada) e dall’indifferenza. Le storie di vita incontrate sono molteplici, poiché l’espediente per raccontare varie sfaccettature della realtà sono date proprio dall’approccio di Alex alla vita. Si passa dai bambini dell’orfanotrofio, le loro storie, ferite, problematiche e i diversi modi di affrontare il dolore, alla saggezza degli anziani della casa famiglia: loro, la maggior parte della vita l’hanno vissuta, tra rimpianti e ricordi felici. Ciò che li accomuna è la necessità di non essere dimenticati, di sentirsi – ancora – importanti e voluti bene.

Unico anello di congiunzione tra il secondo e il terzo romanzo è il breve incontro tra Runk e Alex, che si scambieranno un’occhiata durante la tappa del robottino giunto all’orfanotrofio e chiuso in una scatola in giardino insieme ad altri oggetti (Alex troverà quella scatola, ma non prenderà Runk da essa).

C’è un pizzico di magia nel romanzo, voluto per raccontare ciò che non sappiamo spiegarci della vita: il giardino, luogo incantato che Alex e Sarah sono stati in grado di costruire e di far esistere oltre lo spazio e il tempo, ne è la prova; poco importa se quel luogo sia reale o meno. Dunque (oltre ai temi del ricordo, del tempo, dell’amore, della paura, della società che spesso preferisce non vedere), vi è il tema dell’infinito, che è in tutte le cose purché siamo disposti a vederlo.


L'AUTRICE

Annalisa Arcoleo è una scrittrice/filmmaker siciliana. Nata a Palermo, si trasferisce a Roma per intraprendere gli studi di filmmaking. Dopo uno stage presso Rai Lab e una borsa di studio in critica cinematografica, collabora con alcune testate americane a New York. Nel 2017 pubblica il suo primo romanzo con la casa editrice Augh! Edizioni dal titolo "Runk. Una vita in 30 giorni". Seguono "Il viaggio di Runk" e "Il suo nome è Alex". Attualmente collabora con Il Salotto del Gatto Libraio. 

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