Recensione dei libri di Anita Cainelli




Oggi Annalisa ci parla dei libri di Anita Cainelli: “Fake: l’amore in rete”, “Vita da segretaria” e “Quando finisce un amore” PubMe – Un cuore per capello, che ringraziamo per le copie digitali.
Ecco la sua opinione


Fake: l’amore in rete: Anna Eva e Paolo si conoscono in rete. Quando progettano di incontrarsi lei scopre che il profilo di Paolo, a cui si stava fortemente affezionando, è falso. Delusa, lo cancella immediatamente dai contatti. Anche Paolo si stava innamorando di Anna Eva, ma quando cerca informazioni su di lei in Internet, scopre che anche il suo profilo è un fake. Riuscirà il destino a farli incontrare in una realtà non virtuale?
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Vita da segretaria: Elena lavora come segretaria nel reparto vendite di una grande azienda di Milano. Giulio è il suo capufficio ed ha una personalità bizzarra, come pure molte altre figure all’interno della società. I colleghi di Elena sono un po’ quelli che si incontrano in qualsiasi posto di lavoro. Il divertente sarà trovare quelli che più assomigliano ai caratteri descritti. La vita di una segretaria è dura, soprattutto se messa alla prova dai sentimenti. E se, a dispetto di tutto, l’amore entra in ufficio…
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Quando finisce un amore: Sono certa vi sia un insieme di comuni denominatori che caratterizzano la fine di un amore. Non per le motivazioni, che possono essere le più svariate, ma per le sensazioni, i pensieri, i gesti che inevitabilmente seguono la parola “fine” di una relazione. Quello che ho voluto scrivere è una specie di diario disperato, malinconico, ma anche un po’ ironico, sicura che vi riconoscerete in molte tappe di questo viaggio e, soprattutto, nella ricerca di una motivazione, perché, come cantava Riccardo Cocciante, “non c’è mai una ragione perché un amore debba finire”.Quando finisce un amore così com’è finito il mio, senza una ragione né un motivo, senza niente...
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Il suono inconfondibile di un messaggio in arrivo mi distoglie dall’arringa in mia difesa. Mi avvicino allo schermo svogliatamente, stasera ho deciso di andare a letto presto. Racconterò alle donzelle in attesa della buonanotte del loro immaginario principe azzurro che mi sono addormentato sul divano guardando un film in TV. Poco principesco ma molto umano. 
“Come va? Anche stasera imprevisti dal lavoro?”, leggo. 
Nooo, la squattrinata in bolletta costante! Ma non l’avevo cancellata? Me ne sono scordato evidentemente. Aspetta, come si chiama? Maria qualcosa… Ah ecco qui. Ripesco il file dal desktop. Non è Maria, è Anna. Anna Eva per l’esattezza. Che nome insolito! [...] Mio malgrado sorrido al pensiero e divento più indulgente…

Tre storie d’amore, alcune più romantiche altre più sofferte: amori che falliscono, amori che nascono, amori che già ci sono ma di cui non ci si è ancora accorti. Un unico punto in comune: tutte raccontate dai protagonisti. Che sia una segretaria innamorata del capo, un gigolò da tastiera o una normalissima ragazza lasciata dal grande amore, sono loro stessi a raccontarci le loro (dis)avventure amorose.

Sto per avere una crisi cardiaca. Il cuore sta facendo un gran casino e non capisco se sono extrasistole, aritmie o fibrillazioni. Sono piuttosto ipocondriaca in tema di cuore e vivo col terrore degli infarti. Sono sicura che sto per averne uno.Mentre sto valutando l'alternativa se riprendere un ritmo respiratorio decente o morire d'apnea, Giulio si avvicina al mio viso. Vedo i suoi occhi a pochi centimetri dai miei, pochissimi centimetri, millimetri. Chiudo le palpebre su quel bacio inatteso. 

Un insieme di personaggi variegato, che a volte sembra attingere da alcuni cliché della narrativa romantica, ma che di libro in libro fa tifare per il bel barista dell’Est oppure strappa una risata quando si leggono ad uno ad uno i (veritieri) soprannomi dei colleghi che una segretaria incontra al lavoro.

Mi manca il respiro, sento un peso sul petto che mi comprime la cassa toracica, ho una sensazione di svenimento… Tranquilli, non sto per avere un infarto, ho “solo” appena chiuso una storia d’amore durata due anni e mezzo! A pensarci, l’infarto sarebbe meglio. 
Già me lo immagino: lui che corre al mio capezzale, io in fin di vita, lui che mi dice quanto mi ama, che mi implora di non morire e io che, beh, o muoio contenta perché lui mi ama, yuppie! Oppure non muoio, mi riprendo, noi torniamo insieme e poi… lui torna ad essere il solito cretino e io a sentirmi infelice! No, non c’è soluzione. Niente infarto, meglio un bel cocktail, ancora meglio due o tre, non di farmaci, per l’amor di Dio! Solo alcol, mescolato ad altro alcol, un po’ di coloranti, due patatine, quattro olive e sei ore di pianto disperato appena lo stato di ebbrezza svanisce! 
Sono tristissima, mi sento sul classico bordo del baratro, incerta tra buttarmi giù e farla finita, o crogiolarmi in questa valle di lacrime e devastazione.

La scrittura è molto scorrevole e delicata, e la lettura per nulla impegnativa. Questi tre libri potrebbero essere letti nel giro di una nottata insonne. Lasciano però un buon sapore in bocca sia per l’immancabile happy ending sia per l’affetto che si finisce per provare per i protagonisti.

Perché leggerli → Perché fanno fare sogni belli.

Allora passo il tempo a sognare che un giorno il mio capo mi veda. Si accorga che sono una donna, oltre a una segretaria. Neanche da buttare via, se mi guardasse bene.

- Annalisa - 

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