Oggi Annalisa ci parla dei libri di Anita Cainelli: “Fake: l’amore in rete”, “Vita da segretaria” e “Quando finisce un amore” PubMe – Un cuore per capello, che ringraziamo per le copie digitali.
Ecco la sua opinione
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Il suono inconfondibile di un messaggio in arrivo mi distoglie dall’arringa in mia difesa. Mi avvicino allo schermo svogliatamente, stasera ho deciso di andare a letto presto. Racconterò alle donzelle in attesa della buonanotte del loro immaginario principe azzurro che mi sono addormentato sul divano guardando un film in TV. Poco principesco ma molto umano.
“Come va? Anche stasera imprevisti dal lavoro?”, leggo.
Nooo, la squattrinata in bolletta costante! Ma non l’avevo cancellata? Me ne sono scordato evidentemente. Aspetta, come si chiama? Maria qualcosa… Ah ecco qui. Ripesco il file dal desktop. Non è Maria, è Anna. Anna Eva per l’esattezza. Che nome insolito! [...] Mio malgrado sorrido al pensiero e divento più indulgente…
Tre storie d’amore, alcune più
romantiche altre più sofferte: amori che falliscono, amori che nascono, amori
che già ci sono ma di cui non ci si è ancora accorti. Un unico punto in comune:
tutte raccontate dai protagonisti. Che sia una segretaria innamorata del capo,
un gigolò da tastiera o una normalissima ragazza lasciata dal grande amore,
sono loro stessi a raccontarci le loro (dis)avventure amorose.
Sto per avere una crisi cardiaca. Il cuore sta facendo un gran casino e non capisco se sono extrasistole, aritmie o fibrillazioni. Sono piuttosto ipocondriaca in tema di cuore e vivo col terrore degli infarti. Sono sicura che sto per averne uno.Mentre sto valutando l'alternativa se riprendere un ritmo respiratorio decente o morire d'apnea, Giulio si avvicina al mio viso. Vedo i suoi occhi a pochi centimetri dai miei, pochissimi centimetri, millimetri. Chiudo le palpebre su quel bacio inatteso.
Un insieme di personaggi variegato, che
a volte sembra attingere da alcuni cliché della narrativa romantica, ma che di
libro in libro fa tifare per il bel barista dell’Est oppure strappa una risata
quando si leggono ad uno ad uno i (veritieri) soprannomi dei colleghi che una
segretaria incontra al lavoro.
Mi manca il respiro, sento un peso sul petto che mi comprime la cassa toracica, ho una sensazione di svenimento… Tranquilli, non sto per avere un infarto, ho “solo” appena chiuso una storia d’amore durata due anni e mezzo! A pensarci, l’infarto sarebbe meglio.
Già me lo immagino: lui che corre al mio capezzale, io in fin di vita, lui che mi dice quanto mi ama, che mi implora di non morire e io che, beh, o muoio contenta perché lui mi ama, yuppie! Oppure non muoio, mi riprendo, noi torniamo insieme e poi… lui torna ad essere il solito cretino e io a sentirmi infelice! No, non c’è soluzione. Niente infarto, meglio un bel cocktail, ancora meglio due o tre, non di farmaci, per l’amor di Dio! Solo alcol, mescolato ad altro alcol, un po’ di coloranti, due patatine, quattro olive e sei ore di pianto disperato appena lo stato di ebbrezza svanisce!
Sono tristissima, mi sento sul classico bordo del baratro, incerta tra buttarmi giù e farla finita, o crogiolarmi in questa valle di lacrime e devastazione.
La scrittura è molto scorrevole e
delicata, e la lettura per nulla impegnativa. Questi tre libri potrebbero
essere letti nel giro di una nottata insonne. Lasciano però un buon sapore in
bocca sia per l’immancabile happy ending sia per l’affetto che si
finisce per provare per i protagonisti.
Allora passo il tempo a sognare che un giorno il mio capo mi veda. Si accorga che sono una donna, oltre a una segretaria. Neanche da buttare via, se mi guardasse bene.
- Annalisa -
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