Ultima tappa del viaggio alla scoperta di Diana, 1999 di Simonetta Caminiti - Letizia Cadonic graphic novel, basata su Gli arpeggi delle mammole, in uscita a novembre 2019 con la casa editrice La Ruota.
Una storia di formazione con commistioni di generi, difficilmente classificabile solo come un“teen drama” o una storia d’amore. Un progetto prezioso e ambizioso dato che si tratta di uno dei rarissimi casi italiani di romanzo di formazione a fumetti, ricco di richiami, curiosi e imperdibili, alla letteratura, alla musica e al cinema del ‘900.
Sceneggiato dalla giornalista e scrittrice Simonetta Caminiti, il romanzo è disegnato da Letizia Cadonici (fumettista romana, ventisette anni, attualmente attiva per Star Comics e Bug Comics).
Trama
Diana e Khady sono sorelle “speciali” nella Roma del 1999: diciasettenne stralunata e tormentata la prima, suadente cantante afroamericana di vent’anni – e adottata - la seconda. Amori, dolori precoci e scoperte alle porte di un Millennio che aveva promesso di cambiare tutto. Cosa succederà vent’anni dopo? Cosa ne sarà stato delle speranze e sogni coltivati in gioventù?Ma veniamo al cuore di questa tappa del blog tour dedicato
L'INTERVISTA ALL'AUTRICE
Come nasce l'idea di Diana, 1999? Di che tipo di progetto si tratta?
Nasce da una mia personale “scommessa”: creare una graphic novel di formazione, femminile ma non “rosa” (e non confinata ad alcun genere specifico), e dalla voglia incontenibile di veder tradotte in immagini, atmosfera grafica essenziale e di intensissima espressività, quel che nel mio romanzo era solo prosa: parole nere e nude.
Hai ambientato la storia sul finire degli anni Novanta, c'è una ragione particolare per aver scelto questo determinato periodo storico (che io amo)?
È il confine. La linea del Match Point tanto sognata dai ragazzi di allora. Cosa porterà il Terzo Millennio? La caduta delle Torri gemelle? La recessione? Il dilagare (magnifico e terribile) dei nuovi media? No. Nulla di tutto questo si aspettavano quei ragazzi. Mi è piaciuto tracciare un affresco sincero di chi eravamo.
Le protagoniste sono due giovani donne molto diverse tra loro, raccontaci qualcosa di loro.
Sono due paradossi viventi. Una “tocca la vita coi guanti”, spia il mondo dalla finestra socchiusa della Eleanor Rigby dei Beatles; l’altra (sorella adottiva e di etnia afroamericana) è la più integrata e la più emancipata. Sfrutta i suoi ammalianti punti deboli, li trasforma con istintiva saggezza.
Qual è il messaggio più forte che vorresti che arrivasse ai lettori?
Che non c’è nulla di più meraviglioso di tuffarsi nella Vita. E, se al tuo fianco hai una sorella speciale, tanto di guadagnato.
Hai attinto da tue esperienze personali per raccontarci la storia di Diana e Khady?
Indubbiamente sì. Filippo somiglia al mio primo amore; Khady ha caratteristiche simili non solo alla mia sorella maggiore (la mia adorata Emanuela), ma anche a una preziosa cugina (la mia Monica) che è cresciuta accanto a me come una sorella gemella! E… come Diana, alla sua età, scrivere era la mia vita.
Diana, 1999 è una graphic novel, risultato finale del lavoro di tante menti. Come vi siete organizzati per lavorare al meglio?
Sulla carta, le “menti” sono essenzialmente due (io sceneggiatrice e Letizia Cadonici che disegna). Poi c’è il talento di pittura digitale di Valeria Panzironi, che accende di colore quello che la mia/nostra regia le suggerisce, ma è ovvio che il risultato è frutto della sua sensibilità e delle sue competenze. Ci coordiniamo stimolandoci a vicenda, in un lavoro di squadra avvincente e non sempre rispondente a regole precise. Quanto al trailer, oltre alla scelta degli attori (vocali), ho stabilito io colonna sonora e interpreti della cover, e inoltre ho collaborato in modo stringente al montaggio. Ma senza Fabio Santomauro, autore della clip animata e vero deus ex machina del progetto (è lui che mi ha suggerito Letizia Cadonici come illustratrice) nulla sarebbe stato possibile. Gli attori, infine: anche a loro ho dato dritte molto flessibili ed elastiche, mi sono fidata di loro. Sono interpreti di altissimo livello e c’era ben poco da “coordinare”.
Quante e quali sono le persone che hanno lavorato al progetto?
Io (Simonetta Caminiti: autrice della storia e della sceneggiatura), Letizia Cadonici (fumettista), Valeria Panzironi (colorista), Maristella Occhionero (editor dei testi e capo della squadra de La Ruota, casa editrice giovane, selettiva e giustamente esigente!). Per il trailer: Barbara De Bortoli, voce di Diana; Federica De Bortoli (Khady); Roberto Arcadi (Filippo); Fabio Santomauro (animatore della romanticissima clip); Diana Timbur e i Madlei, che hanno interpretato per noi la cover della hit Don’t dream it’s over.
C'è un passaggio della storia che ti è rimasto nel cuore e puoi condividere con i lettori del blog senza fare spoiler?
Più di uno, naturalmente. Difficile menzionarne uno senza fare spoiler, però… C’è un bacio. Un bacio che cambia un mondo, e qui, nel fumetto, in modo particolare. (Ripeto però: non è un romanzo rosa!).
Ora invece raccontaci qualcosa di te: chi è Simonetta Caminiti?
Giornalista, scrittrice. Creativa nel senso più fiero del termine, da un annetto a questa parte. Simonetta Caminiti: una donna di 36 anni senza fissa dimora con la passione per Madre Natura, la grande narrativa, e il ricordo dolcissimo e resiliente del suo immenso papà.
Hai già scritto altre opere o stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Ne ho scritte e pubblicate diverse (tra raccolte di racconti e saggi), e sto scrivendo un nuovo romanzo.
Il Booktrailer di Diana, 1999
Diana, 1999 - Il Booktrailer della graphic novel from Francesca Cortese on Vimeo.
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