Oggi Annalisa ci parla di un romanzo che "smuove corde che restano sopite": ecco la recensione di Emma di Helena Molinari - Pentàgora edizioni.
Emma
Helena Molinari
Pentàgora Edizioni
Trama
Nel labirinto delle emozioni, tra innocenza e infedeltà. Come su un'altalena, oscillando tra desiderio di clausura e nostalgia di casa, tra la ricerca di una irraggiungibile pienezza e il persistente orrore di scivolare nel vuoto, tra un presente consistente come un sogno e i ricordi che dal sogno prendono vita, tra l'innocenza e l'infedeltà di quelle che non sai più distinguere con certezza né a cosa associare, Emma torna in visita al convento dal quale quindici anni prima era uscita e lascia riemergere - e affronta - emozioni che credeva sopite. Sullo sfondo Assisi e la presenza senza tempo di Francesco.
La vita dà quello di cui si ha bisogno, non quello che si vuole.
Il passo era lesto, quasi innocente, e l’aspetto vagamente dimesso, anonimo nella comoda tuta grigia che la avvolgeva sotto il piumino nero dal taglio sartoriale: quest’ultimo forse un po’ troppo moderno e giovanile. Lei era così: altra dalla moda, altra dal suo tempo, e spesso ne soffriva.
Emma, ricercatrice di medievistica all’università di Genova, è una donna tormentata, non è serena, ha bisogno di ritrovare se stessa, quel suo io interiore che forse troppo spesso ha lasciato da parte per gli altri, per i figli, per il marito, per una vita senza pensieri. Ma è la vita stessa che ora viene a chiedere il conto.
L’autunno era al massimo del suo affresco e nella penombra del giorno, la vista del chiostro prima delle lodi la travolse. L’eremo sembrava una voglia di pietra color latte, stretta in un’alta marea ocra e bronzo di larici in fiamme.
Assisi, l’Eremo delle Carceri e San Francesco sono essi stessi protagonisti del romanzo. Come quindici anni prima, quando Emma decise di abbandonare il noviziato, essi diventano luogo di rifugio e speranza per una nuova rinascita, non tanto fisica quanto spirituale e interiore della nostra protagonista. A loro si affida in un momento di stallo e di tormento per ritrovare la sua direzione.
Pietro era la saggia formica nascosta dietro un grande sorriso da cicala. Mi sentivo soddisfatta e non mancava nulla.
Pietro è il marito di Emma, una figura quasi avvolta dalla nebbia, perché vista con gli occhi della moglie. E nel periodo di cui Emma parla, Pietro è offuscato come il resto della sua vita e della sua famiglia. Ancora che lega al presente o peso che affonda il futuro?
Già prima di spegnere il motore dell’auto in quel posteggio, prima del suo arrivo, sapevo che quell’uomo mi si sarebbe impigliato dentro e sarebbe stato inevitabile prendersi cura di lui per tanto o per poco. [...] Nero si nascondeva, ma i suoi occhi mi guardavano come si guarda una cosa delicata, pulita.
Forse basta sentire, per essere?
Basta un po’ di raccoglimento, un po’ di tepore per tornare a essere padri, madri e figli?
Emma è un romanzo semplice e complesso al tempo stesso. Semplice nella vicenda narrata, in un tempo piccolo, nonostante i ricordi ci portino indietro negli anni. Complesso quando si capisce che i sentimenti in gioco sono molto profondi e che le difficoltà della protagonista derivano da un percorso interiore personale molto travagliato ma al tempo stesso coraggioso. Molto più facile sarebbe stato per Emma continuare la sua “comoda” vita senza porsi domande e, soprattutto, senza cercare di darsi risposte.
Il linguaggio che l’autrice usa è molto delicato e poetico, tanto che alcuni tratti hanno bisogno di essere letti più di una volta per comprenderne il vero senso profondo.
Un libro non scontato, non adatto ad una lettura rapida da ombrellone, ma un romanzo che va assaporato in ogni suo paragrafo, anche meditato, una testimonianza forte sia a livello spirituale che di crescita, di fatica e di rinascita interiore.
Perché leggerlo → Perché è un romanzo che smuove corde che spesso restano sopite, in modo delicato e sincero.
La differenza la fa l’esserci al meglio nelle cose che si fanno e si rinnovano. E quanto amore ci vorrebbe per ripeterli tutti i giorni senza scadere nell’ovvio e nell’indifferenza?
- Annalisa -
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