Review party Nero


Ci siamo: Nero di Emanuele Lagomarsino edito da Panesi Edizioni da idea è diventato un romanzo. E quando un romanzo ci lascia senza fiato lo si vuole raccontare. Ecco il perché del review party di oggi. Grazie alle mie compagne di viaggio, blog dove troverete le recensioni dell'ultimo romanzo di Emanuele Lagomarsino: Reading At Tiffany - Esmeralda Viaggi e Libri - Leggendo Romance - il colore dei libri - il salotto del gatto libraio e La Lettrice Controcorrente.

Nero
Emanuele Lagomarsino
Panesi Edizioni

Trama
Esiste un’età giusta per morire d’amore?
Nero è la storia di Guido, di come la vita lo abbia messo di fronte a tante prove, alla perdita e alla scoperta. Nero è la storia di come le aspettative non sempre siano soddisfatte, ma anche di come si possa trovare il modo di non perdere la speranza. Emanuele Lagomarsino ci racconta la parabola discendete dell’esistenza di Guido e ci affida un potente lumicino di speranza, perché non è detto che perdere tutto sia la fine.


Ho letto Nero quando ancora era un'idea che doveva diventare libro. L'ho letto senza poter mai posare il libro e con le lacrime agli occhi. Perché la storia narrata da Emanuele Lagomarsino prende la pancia del lettore, ci aggiunge il suo cuore, e li stritola in una morsa. Ma anche perché Emanuele è bravo. È bravo a scrivere, ma è anche bravo a indagare l'animo umano. 
Lui non prende spunto dalle "parti facili" della mente delle persone. Non è interessato dalle cose semplici. Emanuele va a scavare negli spigoli, nei desideri repressi, nelle paure più grandi, nei vuoti che ognuno cela dentro se stesso.

«Guido si rese conto che la sua vita era come una stazione, dove i treni arrivano ma, puntualmente, ripartono. Il treno di Lisa era ripartito per sempre verso una destinazione ignota»

Guido è la rappresentazione di queste difficoltà, ma ancor più di lui, a mio parere, lo sono i personaggi difficili e contorti di questo romanzo
Lo sono per tante ragioni differenti. Perché non sono proprio come ci aspettiamo che debbano essere. Lo sono perché si dimostrano fallibili. Lo sono perché lasciano Guido in balia delle emozioni e della vita.
Emanuele ci fa porre delle domande, le stesse che aprono ogni sezione del libro. Esiste un'età giusta per morire d'amore? Esiste un'età giusta per morire? Esiste un'età giusta per considerarsi adulti? Esiste un'età giusta per soffrire? Esiste un'età giusta?
La risposta la dovete cercare dentro di voi. Per me è che non esistono età giuste per affrontare i dolori più forti, le paure più grandi. La differenza sta sempre nel provare a reagire o nel lasciarsi sopraffare. 

«Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese. Sono andato così distante a cercare qualcosa che avevo a portata di mano. Cosa speravo di trovare? La pace? O volevo negare fino alla morte la verità? Ho fallito, amore mio. E tu ne hai pagato le conseguenze»

Nero è un libro complicato e contorto, il perché è semplice: parla di vita. Senza gironzolare intorno al dolore che capita di dover affrontare, ci porta dritti dentro la perdita, il lutto, la sofferenza, le incomprensioni, la solitudine.
C'è una parola che va tanto di moda e che sono certa Emanuele non ami particolarmente. È resilienza. Ed è la parola che può racchiudere questo libo (perdonami Emanuele), perché alla fine la speranza non muore.
Nero è un libro per palati fini. Scritto bene, ma difficile. Difficile come ogni volta che nella vita avete detto: "Non ce la farò mai a superare questo momento", intenso come tutte le vote che vi siete guardati indietro scoprendo di esserci riusciti.
Buona lettura!


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