«Sono una spia, un dormiente, un fantasma, un uomo con due facce. E un uomo con due menti diverse, anche se questo probabilmente non stupirà nessuno»
Il simpatizzante
Thanh Nguyen Viet
Neri Pozza
Trama
Il mese di aprile del 1975 a Saigon. Il mese nel quale la guerra che va avanti da tempo immemorabile ha cominciato ormai a perdere i pezzi. In una villa dalle mura ricoperte di cocci di vetro e di filo spinato arrugginito, il generale capo della Polizia Nazionale del Vietnam del Sud, colto da improvvisa insonnia, vaga tra le stanze con la faccia di un pallore verdognolo. Il fronte settentrionale ha ceduto dinanzi all'avanzata dei Vietcong, gli aerei americani decollano giorno e notte con a bordo donne, bambini e orfani, e l'ordine ufficiale di evacuazione tarda a venire soltanto per evitare la rivolta in città. A bordo di un C-130, con un volo coperto, il Generale si appresta a raggiungere gli Stati Uniti con la famiglia e parte dei suoi uomini. Ufficiale magro dal portamento impeccabile, il Generale crede in Dio, nella moglie, nei figli, nei francesi, negli americani e... nell'assoluta fedeltà del suo uomo di fiducia, il solo tra i suoi sottoposti ad abitare a casa sua: il Capitano. Non sa che il Capitano è, in realtà, una spia, un dormiente, un uomo con due facce che fotografa in gran segreto ogni rapporto e dispaccio e li invia a Man, suo addestratore tra le fila Vietcong. Figlio illegittimo di una vietnamita e di un prete cattolico francese, il Capitano ha studiato in un piccolo college della California meridionale, spedito da quelle parti da Man con una borsa di studio e il compito di apprendere la "mentalità degli Stati Uniti", un paese che, ai suoi occhi, si rivela subito cosi scioccamente narcisista da definire tutto "super" (i supermercati, le superstrade, Superman, il Super Bowl ecc.). Animato da un'autentica fede nel comunismo, rientrato in patria, ha sostenuto con tale rigore la sua parte di agente doppogiochista da risultare insospettabile agli occhi di tutti, anche a quelli di Bon, l'amico di lunga data che è entrato a far parte del famigerato "Phoenix Program" della CIA.
"Il simpatizzante" di Thanh Nguyen Viet, premio Pulitzer 2016, è un libro ambientato durante la guerra in Vietnam. Era da tempo che aspettavo di trovare un libro del genere e questa è stata una grossa sorpresa.
Il protagonista è un vietcong infiltrato nelle file dei sudvietnamiti alleati con gli americani. Dopo aver allacciato una forte empatia con il Generale suo superiore, una volta in America e dopo una fuga rocambolesca da Saigon, il ragazzo si rende colpevole di reati spregevoli, tutti in nome della democrazia, che presto si sarebbe riorganizzata per tornare all'attacco e riconquistare il paese per riunirlo.
«Era povera, come lo ero stato io, suo figlio, e nessuno chiede alla povera gente se vuole la guerra»
Il protagonista tradirà persino il suo amico più fidato, mentre continuerà a passare informazioni ai vietcong, senza mai sentirsi realmente in colpa. Però la civiltà occidentale lo accoglie, fa vacillare le sue idee rivoluzionarie. Quando si accorge di essere in un limbo, parte per il set di un film sulla guerra in Vietnam dove rischia la vita. Successivamente, viene rimandato dal Generale in Vietnam in missione speciale, dove viene però catturato dai suoi alleati (vietcong) che ormai pensano sia stato fuorviato dall'occidente, a ragione. Dopo mesi di tortura, il ragazzo si ritrova davvero escluso dai due mondi, ma sopratutto la sua mente si sdoppia e lui per primo non riconosce più se stesso.
«Non esiste niente di più costoso di quello che ti viene regalato, brontolava il Generale»
Da che parte stare, ora? Ma sopratutto, da che parte stare per smettere di soffrire, senza andare controcorrente rispetto a se stesso? Questo è un grande libro, scorrevole e scritto bene, che tratta di un argomento dimenticato dalla letteratura contemporanea. Se siete interessati al periodo, è da leggere, ma se vi attirano le storie psicologiche, questo è un libro imperdibile.
Buona lettura!
- Emanuele -
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