Blogtour: Quando la montagna era nostra - ambientazione


Continua il viaggio alla scoperta di Quando la montagna era nostra di Fioly Bocca edito da Garzanti che ringrazio per la copia digitale. Oggi parliamo di ambientazione




Titolo: 
Quando la montagna era nostra 
Autore: Fioly Bocca
Editore: Garzanti
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TRAMA
Lena conosce ogni cima, ogni sentiero, il punto esatto in cui il fitto del bosco dirada per diventare dorso pietroso o alpeggio. Conosce a memoria ogni anfratto di quel paese e delle montagne che lo circondano. Perché lì è dove si sente a casa. Lì è dove è cresciuta, con una madre che le è sempre sembrata distante e un padre che, invece, le ha dato tutto l'affetto di cui aveva bisogno. Lì è dove, negli anni, ha accumulato tutti i suoi ricordi, sia quelli che sono una carezza lieve sul cuore sia quelli che pesano come un macigno. Proprio lei che ha messo in pausa la sua vita in una solitudine sempre uguale, avverte ora uno smottamento, come una piccola frana che fa sentire la sua eco fino a valle. Perché Corrado è tornato. Corrado che, molti anni prima, è andato via senza dire addio. L'uomo con cui Lena ha condiviso l'amore per le montagne come con nessun altro. Erano solo due ragazzi, ma il legame che li univa era profondo, saggio e maturo. È da tanto tempo che non si vedono, ma si sa che questo al cuore non interessa. E quando Corrado vorrebbe spiegare le ragioni della sua scelta, Lena non sa se ha la forza di sostenere il peso di quegli eventi taciuti. Per lei, ormai, sono porte chiuse, o così si è sempre detta. Ora che sua madre sta perdendo i suoi ricordi, lei non sa se vuole ridare una voce ai propri. Possono fare male. Oppure possono essere come un vento che, mentre si è in quota, spazza via le nuvole e finalmente riporta il sole..



AMBIENTAZIONE
 

Un posto familiare, tanto che si conosce nei minimi dettagli. Questo per Lena è il paese che l'ha vista nascere e crescere e che oggi la ritrova donna, una donna che ritorna a casa per prendersi cura della madre.
Quando la montagna era nostra di Fioly Bocca parte proprio dall'ambientazione e lo fa con un incipit suggestivo e bellissimo che ci mostra un po' dei luoghi in cui è ambientato: la Vallarsa. E in particolare Obra di Vallarsa.

Ecco il sentiero dove ci siamo addentrati, io e lui, un giorno di più di vent’anni fa. Faceva freddo e il sottobosco era intrappolato da uno strato sottile di galaverna. La luna lucida e bianca del tardo pomeriggio occhieggiava oltre l’intrico dei rami sopra le nostre teste. Abbiamo camminato a lungo e a lungo in silenzio, per sentire il fruscio del vento che porta dalle cime odore di neve e licheni, e i rumori che fanno gli alberi quando sono certi che nessuno li ascolti:il chiacchiericcio vanitoso delle foglie, la parlata domestica delle cortecce, i bisbigli intimi delle radici. 

Un luogo amato, ma anche spopolato. Un paese con un solo negozio, dove i ricordi si rincorrono strada dopo strada e si intersecano al presente e agli incontri con persone che hanno fatto parte della vita della protagonista, che la conoscono benissimo e in tutte le sue fragilità ed emozioni.
Lì Lena rivive con forza la memoria del grande amore e al tempo stesso si interroga sul rapporto con i suoi genitori e sulla vita, sui sentimenti e sulla loro potenza. 
Annusa nell’aria l’odore del suo paese, scarnificato dagli addii, ma che pure, ostinato, aspetta chi se n’è andato per tornare solo in villeggiatura; burbero, certo, mica rassegnato, mica arreso, e capace di grande tenerezza.
Quando la montagna era nostra di Fioly Bocca si concentra molto sull'ambientazione che è parte integrante dell'intero romanzo. Le montagne, i sentieri, i boschi, gli animali selvatici, le casette con i camini, la corriera per raggiungere la vicina cittadina di Rovereto, tutto  sembra dialogare con la protagonista e con i suoi ricordi. Merito di questa connessione profonda tra le persone e i luoghi è anche delle descrizioni suggestive e molto sfaccettate di cui fa largo uso l'autrice.

Si guarda intorno: un lunghissimo sguardo che include i declivi e le ripide pareti delle Piccole Dolomiti, l’occhio scuro e la testa piatta di Cima Pasubio, i paesi dall’altra parte della valle con le poche strade che li attraversano e che adesso sono macchie avvolte nella nebbia da cui sbucano piccoli alberi e campanili e chiazze intricate di vegetazione, brevi tratteggi più chiari e più scuri, mano a mano che il vento aggiunge e toglie spessori. Uno sguardo lunghissimo, come un abbraccio, da cui Lena si sente toccata in un modo che non sa dire, come se fosse lei nuda, distesa sul profilo di quella valle aspra –la loro acerba giovinezza. 

Domani su The reading's love trovate un approfondimento sulla protagonista del romanzo.



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