Sono molto emozionata: oggi esce il nuovo libro della mia amica Valeria Corciolani: E come sempre da cosa nasce cosa quarto volume della serie La colf e l'ispettore edito da Amazon, che ringrazio per la copia.
Non perdetevi le altre tappe con tutte le recensioni: il 13 su Il Colore dei libri, 14 Bookish Advisor, 15 Esmeralda Viaggi e Libri e il 16 Leggendo Romance.
Ecco le recensioni dei volumi precedenti: QUI Acqua passata, QUI Non è tutto oro, QUI A mali estremi
E come sempre da cosa nasce cosa
Valeria Corciolani
Amazon Publishing
Trama
Un’indagine in bilico tra lecito e illecito per l’ispettore Rosset e la sfuggente Alma
È l’alba di una fresca mattina di settembre quando Jill piomba nel sonno dimenticandosi della piantina di cannabis che gli hanno regalato a un rave. Cinque mesi dopo un vecchio Ford Transit con tre cadaveri e un grosso carico di marijuana si capotta in un bosco nel cuore dell’entroterra ligure.
È un’indagine dai contorni sfocati quella in cui si trovano catapultati l’ispettore Jules Rosset e l’inquieta Alma. Finché entrambi si rendono conto che ogni indizio è legato all’altro da un unico filo, verde come quella strana erba allo stesso tempo osteggiata e osannata. Però è anche vero che ogni nuovo spiraglio lascia spazio al “potrebbe”, perché, si sa: da cosa nasce cosa.
Il confine sottile tra ciò che è giusto e sbagliato, un caso che prende svolte inaspettate e la vita che, come sempre, ci mette o zampino.
Tutto questo, e anche molto di più, lo si trova in E come sempre da cosa nasce cosa, il bellissimo romanzo di Valeria Corciolani, il quarto della serie La colf e l'ispettore pubblicato dalla casa editrice Amazon Publishing.
Immergermi in questa nuova storia è stato un po' come tornare a casa e non solo perché lo scenario in cui si dipanano le vicende mi si srotola sotto gli occhi ogni giorno. Sono i personaggi a fare la differenza, il fatto che ormai si siano creati uno spazio nel mio cuore.
Tanto che a volte penso a loro quando giro per strada. Mi guardo intorno nella speranza di incrociarli.
Perché Alma e Jules sono talmente umani da poter sembrare reali.
A volte giusto e sbagliato mescolano le carte, e uno si trova a scegliere strade che mai nella vita avrebbe creduto di imboccare, ma se ci pensa fanno tutte parte della prima grande Scelta: per lei combattere il crimine e per me tutelare la salute e dare sollievo alla sofferenza.
Questa volta Valeria gli mette tra le mani un caso difficile. Perché non solo ci troveremo a fare i conti con un dolore immenso e incontenibile, ma perché sarà la nostra coscienza a essere messa alla prova. La nostra come quella dell'ispettore, che dovrà fare i conti tra quello che dice la Legge che si impegna ogni giorno di far seguire e quello che gli dice invece il cuore.
Entrambi i personaggi sono molto diversi rispetto ai volumi precedenti. Se Rosset ha abbandonato un po' di quella freddezza che aveva nei primi volumi e inizia a rendersi conto di aver intessuto - nei tre anni in riviera - profondi rapporti umani, Alma inizia a fare i conti con il suo essere donna e con le sue emozioni.
Il mare d'inverno ha un profumo impagabile. E un colore inenarrabile. E un suono ineguagliabile. Mutevole, unico, perfetto come un cielo adagiato sulla terra. Un luogo dove i pensieri si posano e galleggiano pigri, lasciandoti il tempo di osservarli con la giusta distanza e tentare di capire di che pasta son fatti
Chiavari, Recco, Uscio e soprattutto la bellezza un po' selvaggia della Val Graveglia, terra ricca sia dal punto di vista enogastronomico che culturale. Terra che nasconde segreti, storie, un passato.
Tra tutte le vallate è sempre stata la mia preferita. Forse per quell'alone di mistero che sembra contraddistinguerla, forse perché lì la natura è ancora potente, forse perché c'è una tradizione contadina viva e in ottima salute, ma sono molto felice di averla letta e vista con gli occhi di Valeria.
Il suo stile è unico e inconfondibile. Valeria quando scrive è ironica e seduttrice perché alimenta il dubbio nel lettore, lo spinge ad andare avanti, ad amare quella sua penna capace di raccontare tanto anche con poche parole.
Ci si innamora dei modi di dire che usa, del suo tenerci per mano lungo la storia, della sua capacità di gestire una folta platea di personaggi eterogenei, ben delineati e capaci da soli di reggere in maniera magistrale la storia.
Dall'anatomopatologo più brillante e intuitivo mai incontrato, a una madre che deve fare i conti con un dolore sordo e inarrestabile a una donna capace di far amare la letteratura a intere classi di adolescenti e di combattere una malattia terribile.
Ho davvero amato questa nuova storia di Valeria e come sempre il tempo passato con questi amici di carta è stato troppo breve.
Perché leggerlo → Perché Valeria ci racconta una vicenda ai confini tra quello che si aspetta da noi e quello che la nostra coscienza ci chiede di fare. Una storia Tzedakah!
Buona lettura!
Tzedakan, la parola ebraica per giustizia, significa semplicemente carità, come se un atto di carità non fosse una possibilità ma una parte essenziale del vivere una vita giusta
Che dire se non un enorme GRAZIE!
RispondiEliminaLe recensioni della libraia hanno sempre qualcosa di speciale...