Oggi Annalisa ci parla di Danzando sull'orlo dell'abisso di Grégoire Delacourt in occasione del review party organizzato per l'uscita con DeA Planeta.
Ecco la sua recensione.
Non perdete le altre su I miei magici mondi, Il regno dei libri (che ringrazio entrambe per il coinvolgimento), Le mie ossessioni librose e Leggendo Romance.
Danzando sull'orlo dell'abisso
Grégoire Delacourt
DeA Planeta
Trama
Emma, quarant'anni, felicemente sposata, tre figli, incontra lo sguardo di uno sconosciuto nella brasserie della cittadina in cui vive. E in un istante, capisce. Capisce che per quell'uomo è disposta a rischiare ogni cosa. Il matrimonio. La sicurezza. La serenità di coloro che ama più di se stessa. Quando lui dimostra di ricambiarla, Emma chiude gli occhi, spalanca il cuore e fa il grande salto. "Danzando sull'orlo dell'abisso" è il racconto di quel salto. Di cosa accade quando l'amore, la consuetudine, le fondamenta stesse di un'esistenza, vacillano sull'orlo di un abisso che tutto promette e tutto minaccia di inghiottire. Con precisione chirurgica e straordinaria sensibilità poetica, Grégoire Delacourt mette in scena la vertigine del desiderio, le conseguenze della libertà e l'intensità del momento in cui capisci che "il presente è l'unica eternità possibile."
Avevo sette anni e sapevo che era già finita; che le cose, una volta sfiorate, toccate, appena assaporate, sfumano digià, lasciando solo un ricordo, una triste promessa.
Cosa fareste se da un giorno all’altro la vostra vita, o l’idea che ve ne siete fatti, cambiasse all’improvviso, sconvolta da uno sguardo? Avreste la forza di mettere in discussione tutto, compresa la vostra famiglia?
Fino a quel giorno le mie albe si erano susseguite come tanti sassolini lungo una vita ben ordinata, in nome di un’antica promessa: avrei seguito le strade tracciate da altri, da coloro che credevano alle traiettorie perfette o, in alternativa, alle menzogne della virtù. Le mie future albe si annunciavano invece burrascose.
Emmanuelle, Emma, è una donna come tante: quarant’anni, un marito (Olivier), tre figli (Manon, Louis e Lèa), una vita (più o meno) soddisfacente. Ad un tratto la sua esistenza viene sconvolta dall’incontro con uno sguardo. Nessuna parola, all’inizio. Tre settimane per decidere cosa fare. Eppure è una donna forte, Emma, ne ha passate tante in famiglia, anche la malattia del marito, per fortuna apparentemente sconfitta. La scelta non è facile, ma forse una scelta non esiste quando si è già deciso.
“Ora mi piacerebbe sentire la sua voce. Sono pronta.”
“Mi chiamo Alexandre. Sono sposato. Non abbiamo figli. E penso a lei da tre settimane.”
Alexandre è un giornalista e un uomo che vive un matrimonio ormai infelice. Si innamora degli occhi di Emma, del suo stare seduta al banco alla “Brasserie André”, della sua schiena, di quello che vede nel loro futuro. È disposto a lasciare tutto per lei e a ricominciare altrove una nuova vita.
Mio marito Olivier era il direttore di un grande negozio a Villeneuve-d’Ascq, per bambini dai diciotto ai novantotto anni: un’importante concessionaria della BMW.
Olivier è un uomo a cui piace la bellezza: che si tratti di un’auto nuova, di un buon vino d’annata o di una bella ragazza. Ama i suoi figli e ha un suo modo di amare Emma, nonostante un matrimonio di diciotto anni con gli alti e bassi che tutte le coppie possono avere. Anche a lui la vita si disfa da un giorno all’altro, senza un perché, senza un preavviso. Cosa fare quando tutto cambia senza che siamo noi a volerlo, quando siamo solo vittime?
“Quando sarà finita, quando il tuo cuore sarà in frantumi, ti aiuterò a rincollarlo. Pezzo per pezzo.”
Una dichiarazione d’amore bellissima, quella che solo una vera amica può fare in un momento di confusione e di deragliamento dai binari di un’esistenza tranquilla. È Sophie che parla, la migliore amica di Emma, che sarà vicino a lei e ai suoi figli in ogni istante; una donna che ne ha già viste tante, ma che non si tira mai indietro.
La mattina Mimi mi portava il caffè. Un caffè forte e muschioso, preparato dall’Armeno, ha precisato lei la prima mattina, un malato d’amore, che non sa se chiamarmi Madame o Michèle, un uomo rispettoso.
Mimi e il signor Boghossian, l’Armeno, diventano la nuova famiglia di Emma, inaspettatamente, perché lei non doveva essere lì, non doveva andare così. Ma riescono a creare attorno a lei un mondo nuovo, protetto, ma non troppo, dall’esterno, un mondo nuovo in cui riuscire a vivere profondamente i suoi dolori, le sue rinunce, per tornare piano piano alla vita.
E il suo sorriso è stata la sua prima parola, e da quel momento mi sono sentita desiderata.
Restare o lanciarsi. Sacrificarsi per gli altri o lottare per la propria felicità. Annullarsi o riscoprirsi. Quanti sono i dilemmi di Emma, quanti sono i dilemmi che ognuno di noi porta con sé ogni giorno? Qual è la scelta giusta, o meglio, esiste una scelta giusta? Giusta per chi?
Abbandonare i miei figli. Distruggere la loro giovinezza. [...] Tradire mio marito. Deludere i nostri amici. Fare impazzire la mia migliore amica. Uccidere mia madre a poco a poco. Fuggire come una criminale. Diventare io stessa una poco di buono. Egoismo, egoismo, egoismo.
Ma cos’è poi l’egoismo? È giusto usare questo termine quando si trova l’amore? Quando il desiderio dell’altro è più forte di tutto? E se scappare fosse la scelta migliore, a lungo termine? Emma non dà risposte, né a se stessa né ai lettori, perché ogni vita è diversa, ogni persona ed ogni storia sono diverse.
Danzando sull’orlo dell’abisso è la storia di una scelta e delle sue conseguenze. È la storia di una donna che nonostante tutto non torna indietro, non chiede di essere riaccettata, prende tutto il tempo a lei necessario per ricostruirsi e per ricostruire il rapporto con il suo mondo di “prima”.
Un romanzo struggente scritto con la voce della protagonista dalle mani delicate di uno scrittore che come pochi è riuscito a raccontare i sentimenti e i pensieri femminili. Una narrazione profonda e intima.
Molto azzeccata la scelta di numerare in ordine decrescente i capitoli della prima parte: oltre a trattenere il lettore attaccato alla storia, preannuncia l’arrivo di un evento forte, un cambiamento profondo nello svolgere della storia. È come un amo con la sua esca che vengono ritirati lentamente con le loro prede al seguito.
L’amore travolgente, nonostante tutto, nonostante tutti, nonostante il destino.
Perché leggerlo → Perché la perfezione non esiste, tantomeno nell’essere umano, e l’amore, spesso, ci rende imperfetti. Ma è un’imperfezione di cui nessuno vorrebbe fare a meno.
Il presente è l’unica certezza possibile, l’unica isola possibile nel vuoto
- Annalisa -
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