Come vorreste finire un libro? E da lettori che finali preferite? Annalisa Panesi oggi torna con Parola all'editore, la rubrica che ci racconta il mondo dell'editoria da un altro punto di vista. Quello di chi ci lavora.
#28 Fine… o no?
Dopo un lungo lavoro, siete finalmente arrivati alle ultime pagine del vostro libro. Resta solo il finale. Ma è davvero così semplice mettere l’ultimo punto ad una storia? E in quale modo?
La parte conclusiva di una storia è molto importante, in quanto è il momento in cui le certezze del lettore vengono confermate o disattese, in cui tutto si risolve (forse). È il momento in cui il lettore dà la sua vera valutazione al libro.
Esistono tre tipologie classiche di finale: aperto, chiuso o circolare.
- Il finale si dice aperto quando l’autore non dà indicazioni precise sulla conclusione della storia, ma lascia al lettore la possibilità di immaginare come potrà continuare oppure insinua il dubbio, dipende molto dal genere. Non tutti amano questo tipo di finale, in quanto la storia, appunto, non “finisce”. Spesso viene utilizzato nei libri che fanno parte di saghe e che quindi prevedono già una continuazione. ↝ Attenzione però: lasciare il finale aperto non significa non rispondere ad alcuna domanda posta durante la storia! Si possono lasciare appositamente in sospeso alcuni aspetti, ma non tutti.
- Un finale si dice chiuso quando la storia ha una sua conclusione, ad ogni domanda viene data una risposta e ogni personaggio trova una sua posizione all’interno della narrazione. Non per questo, però, è il più semplice.
- Abbiamo, invece, un finale circolare quando la storia torna, modificata, al suo punto iniziale, concludendosi là dove era cominciata. Può succedere attraverso l’utilizzo di particolari strutture narrative (come il flashback), oppure tramite una semplice circolarità degli eventi.
Qualunque sia il vostro finale, ha un solo compito: fare amare definitivamente il vostro libro ai lettori.
E voi, da lettore, quale finale preferite?
I finali aperti soprattutto quando si tratta di un libro auto-conclusivo mi lasciano sempre addosso un senso di incompletezza, anche se al tempo stesso sono quelli che ti lasciano più il segno perché passo tanto tempo a cercare di capire se ci sia qualche segnale su come possano essere andate poi le cose esattamente. Però se devo scegliere preferisco quelli con un finale circolare.
RispondiEliminaCome scrittrice ho sempre scelto il finale chiuso. Da lettrice non amo il finale aperto, mi dà una sensazione irritante. Se devo immaginarmi io come devono andare le cose me le scrivo da sola. Anche nei cinque libri che precedevano l'ultimo della saga, comunque, ho sempre dato un finale chiuso alle vicende presenti nel libro, lasciando in sospeso solo il filone principale ed evitando sempre di fare cliffhanger a fine libro.
RispondiEliminaIl metodo cliffhanger, invece, lo uso spesso tra un capitolo e l'altro, lasciando le cose in sospeso per tre o quattro capitoli. Lo trovo un buon modo per indurre il lettore a restare incollato alle pagine.