Recensione: Il magico pane dei fratelli Mazg

È con grande emozione che oggi vi annuncio una recensione veramente speciale, quella a Il magico pane dei fratelli Mazg di Robin Sloan  - Corbaccio
Vi chiederete: perché è speciale? 
Perché a scriverla è Valeria Corciolani scrittrice di grandissimo talento che mi ha assecondata quando le ho chiesto: ti va di fare qualche recensione per il blog?

Siete pronti a tuffarvi nella magia?

Il magico pane dei fratelli Mazg
Robin Sloan
Corbaccio 

Trama
Lois Clary è ingegnere informatico alla General Dexterity, un'azienda di San Francisco specializzata in robotica con l'ambizione di cambiare il mondo. Lois programma tutto il giorno e di notte crolla addormentata: l'unico rapporto umano che riesce a intrattenere è con i fratelli Mazg, proprietari della bottega all'angolo di casa sua e dispensatori della migliore zuppa piccante e del miglior pane del mondo. Ma un brutto giorno accade il disastro: per problemi di visto i fratelli devono chiudere in fretta e furia l'attività e lasciare gli States. Non prima, però, di aver eseguito un'ultima consegna a domicilio per Lois: contiene il loro tesoro, la pasta madre con cui fanno il pane. Sta a Lois mantenerla viva, così le spiegano, nutrirla, farle ascoltare buona musica e imparare a farci il pane. Lois non è una fornaia, ma troverà una preziosa alleata nell'esigente colonia di microrganismi con cui da adesso condivide l'appartamento: ben presto, non solo riuscirà a fare il pane per sé, ma anche per tutta la mensa-ristorante della General Dexterity. E quando la chef del ristorante la convince ad andare a vendere il pane al rinomatissimo mercato del Ferry Building, un nuovo mondo si spalanca davanti agli occhi di Lois, spingendola a considerare l'idea di unire la sua nuova passione alle competenze nel programmare robot. Si prospetta un affare milionario, che fa gola a molti nell'ambito dell'industria alimentare, le cui ambizioni, però, non è affatto detto che coincidano con l'aspirazione di Lois a trovare un lavoro che la renda felice...

Cosa può legare magia, ingegneria informatica, robot che non sanno rompere le uova e un lievito madre piuttosto “umorale” e ricco di personalità? Mah, è un’alchimia strana quella che amalgama le pagine del romanzo “Il magico pane dei fratelli Mazg” di Robin Sloan – ed. Corbaccio, eppure ha la forza di affascinarti e coinvolgerti, trascinandoti veloce fino all’epilogo che speravi.
Lois Clary è ingegnere informatico alla General Dexterity, un’azienda di San Francisco specializzata in robotica con l’ambizione di cambiare il mondo. Bello, penserete voi. Naaa, sbagliato. Lois programma tutto il giorno, si nutre – come la maggior parte dei suoi colleghi “in carriera” – di un disgustoso gel energetico che fornisce i principi nutritivi necessari senza appesantire e quindi ridurre la resa intellettuale, e di sera crolla addormentata per una notte densa di sogni e per nulla rigenerante. 
I suoi colleghi 

Erano quasi tutti maschi ossuti dagli occhi gelidi, spettri in jeans giapponesi e scarpe da ginnastica limited edition. Iniziavano tardi al mattino e lavoravano fin dopo la mezzanotte. Spesso dormivano in ufficio.”

Insomma, sin dalle prime righe si evince che la vita di Lois Clary è una roba tremenda! L’unico suo rapporto umano è con i fratelli Mazg, proprietari della bottega all’angolo di casa sua e dispensatori della migliore zuppa piccante e del miglior pane del mondo. Ma un brutto giorno i fratelli devono chiudere in fretta e furia l’attività e lasciare gli States. Non prima, però, di aver eseguito un’ultima consegna a domicilio per Lois, la “bongustaia numero uno”: si tratta del loro tesoro, la pasta madre con cui fanno il pane. Sta a Lois mantenerla viva, così le spiegano, nutrirla, farle ascoltare buona musica e imparare a farci il pane.



Già, non so se qualcuno di voi ha mai avuto a che fare con la pasta madre eh, ma sappiate che si tratta di una faccenda estremamente impegnativa, quindi pensate alla povera Lois – mai preparato da mangiare in vita sua - che si trova tra capo e collo una colonia di microrganismi esigenti con cui condividere l’appartamento e la consegna di mettersi pure ad impastar pagnotte. Ecco, appunto.
Eppure… Trama e scrittura diventano quasi dicotomiche: da una parte le ore diurne che trascorrono nell’azienda, tra spiegazioni dettagliate di programmi, robot, funzioni matematiche e gel ipernutrienti; dall’altra le ore notturne trascorse a scrutare questa pasta madre che respira, cresce, a volte luccica come coperta da un firmamento di zucchero e… e che canta, sissignore. E poi il pane che lei davvero si era messa ad impastare di notte, dopo esilaranti tentativi:

“Impasto sul rubinetto. Impasto sul pavimento. Sembrava la scena di un omicidio glutinoso commesso da un assassino distratto”

Un pane particolarmente buono e particolarmente “emotivo”, tanto che la sua crosta si crepa in superficie a creare faccette a tono.
Può un lievito cambiarvi la vita?
Sì, specialmente se c’è un nutrito e gustoso gruppo di anziane Lois a dargli manforte, insieme a un libraio\bibliotecario sui generis, un allevatore di pecore filosofo, le antiche vicende della famiglia Mazg da fare da contrappunto e un futuristico mercato come base operativa.
Scivolando fra le pagine assapori un nuovo modo di osservare ciò che hai intorno, i sogni, i desideri, le cose importanti e quelle che - forse - tanto importanti non sono. 
E nulla sarà più come prima.

La frase che estrapolerei dal romanzo? 
Fallo e basta.
Leggendo capirete perché ;)

- Valeria - 

1 commento :

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