#4 Elogio della lentezza
Capita a volte, dopo aver letto un manoscritto, di rimanere con un po’ di amaro in bocca e di pensare: “Se ci avesse lavorato un po’ di più… se non avesse avuto fretta di concluderlo e di inviarlo…”.
La fretta, pessima consigliera! Come in diversi ambiti della nostra vita.
Spesso un autore non vede l’ora di poter inviare il suo manoscritto agli editori e, quindi, di essere pubblicato. Comprensibile, certo, ma sbagliatissimo.
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Foto: www.paroladiugo.it |
Primo motivo: se avete avuto fretta di chiudere, l’occhio esperto di un editore, o di un suo collaboratore, se ne accorgerà subito.
Secondo motivo: se per prendere in considerazione il vostro testo vi viene chiesto di rimettervi mano, avrete perso ulteriore tempo (così importante per voi), e spesso si parla di mesi visto che i tempi di valutazione variano dai tre ai sei mesi, almeno.
Terzo motivo: se dopo i diversi rifiuti ottenuti da una casa editrice all’altra decidete di autopubblicarvi, state pur certi che anche un lettore attento si accorgerà dei difetti del vostro libro. E questo è il feedback più importante che un autore possa ricevere: quello del lettore.
Non importa che voi pubblichiate con Mondadoriconosciutadatutti, con Lapiccolacasaeditricedietrocasa o attraverso i vari servizi di self-publishing, se i lettori iniziano a lasciare recensioni negative, il vostro libro è spacciato.
Perciò, date il tempo al vostro libro di maturare, mettetelo nel famoso cassetto e lasciatelo lì per un po’, qualche settimana almeno. Vi assicuro che lo leggerete con altri occhi, forse più critici, forse più benevoli, ma mai con gli stessi con cui lo avete scritto e letto la prima volta.
Buona… attesa!
post molto interessante =)
RispondiEliminati seguo e mi farebbe piacere se anche tu lo facessi =)
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