"Guardami negli occhi” è una raccolta di racconti noir scritti da Manuela Raciti e pubblicato dalla casa editrice Panesi Edizioni.
Se siete curiosi di saperne di più, ecco quello che racconta l'autrice stessa http://panesiedizioni.it/guardami-negli-occhi-ritorno-pe-manuela-raciti/
Guardami negli occhi
di Manuela Raciti
Panesi edizioni
Trama
Ricordi traumatici, forti emozioni, viaggi imprevedibili, antichi mestieri, scelte che cambiano la vita. Guardami negli occhi, un’antologia di racconti noir. Racconti di come la vita quotidiana a volte possa essere tanto imprevedibile e sconcertante da sembrare un sogno (o un incubo) da cui vorremmo, ma non possiamo, svegliarci. Racconti che mostrano tramite episodi, persone, immagini ed emozioni l’orrore del quotidiano e di storie in cui il lieto fine non è mai scontato. Manuela Raciti ha guardato dentro se stessa, nei suoi ricordi, nei suoi sogni, nelle sue aspettative, per regalare al lettore un viaggio ricco di emozioni contrastanti, un viaggio in un’atmosfera sinistra che spinge a riflettere sull’ambiguità delle scelte, dei giudizi e di tutto ciò che ci circonda.
Breve estratto:
Un tempo il mio collo era normale e anche se la mia memoria spesso mi tradisce, ricordo bene la notte in cui un incidente me lo deformò. Ero con due miei amici e ci stavamo rincorrendo tra gli alberi. Ridevamo e scommettevamo su chi sarebbe riuscito ad arrampicarsi più in alto. Io ero brava in queste cose, cavolo se lo ero, e li battei senza difficoltà. Poi, mentre mi trovavo in cima a un albero, sentii un lamento lontano. Era solo un rumore lieve e debole e sulle prime non mi fu facile capirne la provenienza. Urlai ai miei amici di fare silenzio e loro obbedirono, ma il mio atteggiamento autoritario li offese e così si allontanarono senza avvisarmi. Non me ne accorsi, ma grazie a quell'improvvisa quiete riuscii a capire che doveva trattarsi di un animale ferito, spaventato o infreddolito che dovevo assolutamente aiutare. Mi sporsi per riuscire a localizzarlo, ma era buio e la sola luce delle stelle era troppo fioca per illuminare bene il bosco. Allungai il collo sforzando la vista per vedere meglio nell'oscurità. Quello che successe dopo fu rapido come un lampo: sentii un fortissimo rumore e il ramo si spezzò. Nel cadere urlai a pieni polmoni, mentre vedevo avvicinarsi il suolo. Sbattei il collo sopra un sasso e sentii una fitta che mi costrinse a tenere la testa piegata su una spalla per ridurre il senso di dolore. Solo in quel momento scoprii di essere stata abbandonata dai miei amici e vagai da sola nel bosco in cerca di aiuto, ma inutilmente.
Alle luci dell'alba tornai a casa, ma la paura provata fu tale che per molto tempo preferii non uscire. Dieci giorni dopo il collo si era calcificato in una posizione curiosa; era storto e nodoso e la mia postura ricordava vagamente quella di una civetta. La mia somiglianza con questo misterioso volatile notturno unita alla mia passione per gli animali mi fecero guadagnare il nomignolo di Balia, la balia degli animali del bosco e questo soprannome mi piacque subito. Sentivo di essere legata in modo viscerale alle creature che popolavano questo piccolo angolo di paradiso.
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