Recensione: Marilyn, gli ultimi tre giorni

Marilyn, gli ultimi tre giorni
Elisabetta Villaggio
Panesi Edizioni


Trama
Era la notte tra il 4 e 5 agosto 1962 quando Marilyn Monroe esalava il suo ultimo respiro. La causa ufficiale: suicidio da overdose di barbiturici. Ma le domande (e le non risposte) sono troppe. Perché non sono mai stati interrogati ufficialmente la sua governante Eunice Murray e il suo psichiatra Ralph Greenson? Perché dall’autopsia è risultato che non ci fossero pillole nel suo stomaco, ma diverse punture nella zona del cuore? Perché una donna con una carriera spettacolare davanti a sé doveva uccidersi? Nella breve vita di Marilyn Monroe si sono intrecciati amori, passioni, lavoro, politica e carriera. Intrecci che forse ne hanno anche tragicamente deciso la fine. Era diventato un personaggio scomodo Marilyn Monroe. In questa sceneggiatura tratta dallo spettacolo teatrale omonimo, Elisabetta Villaggio ci racconta quegli ultimi, tragici, tre giorni.


Marilyn, gli ultimi tre giorni di Elisabetta Villaggio edito da Panesi Edizioni è la sceneggiatura di uno spettacolo teatrale che racconta la fine di un'icona del Novecento: Marilyn Monroe
Stupenda e conturbante, con un passato difficile alle spalle che l'ha segnata fortemente, con il desiderio di essere amata e non abbandonata, con la voglia di mostrare al mondo di essere anche intelligente e non solo bella. Una Marilyn diversa da quella scintillante sulle riviste. Una Marilyn piena di luci e ombre.
Una Marilyn che non si è suicidata.

Elisabetta Villaggio in questa sceneggiatura (e nel romanzo Marilyn: un intrigo dietro la morte edito da Mondi Velati Editore) ci racconta il suo punto di vista sulla morte delle celebre attrice, catalogata allora come presunto suicidio. Ma ci sono troppe ombre, troppi elementi che non combaciano su cui Elisabetta getta una luce per fare chiarezza, per mostrare quale sia la sua idea in merito a quanto accaduto.

E l'idea Elisabetta se l'è fatta con studi, ricerche che l'hanno portata a una verità alternativa, molto più inquietante e che ci mostra come anche una star del calibro di Marilyn Monroe possa essere stata una semplice pedina in un gioco molto più grande di lei.

Una breve sceneggiatura da leggere, scorrevole e interessante non solo per i temi trattati, ma anche perché ci mostra un modo alternativo di scrivere una storia:  quello usato per portare sulla scena uno spettacolo. 

Buona lettura

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