Intervista al personaggio: Vani Sarca - Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso

Oggi sono molto emozionata, perché dò il via a una nuova rubrica e lo faccio con uno dei miei personaggi di carta preferiti. Ma partiamo dal principio, la nuova rubrica: Intervista al personaggio dove, con la complicità degli autori, farò quattro chiacchiere con i protagonisti dei libri che ho letto. Apriamo le danze con Vani Sarca, la protagonista di L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome e Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso - Garzanti
















Ciao Vani, grazie per avermi concesso di fare quattro chiacchiere con te. Perdona se mi trovi un po' impacciata, ma sono veramente emozionata di essere a tu per tu con uno dei miei personaggi di carta preferiti. 
Di carta. Adesso. Voglio dire, mi nutro di birra scura e patatine al formaggio. Sfido chiunque a somigliare a una figurina di carta con una dieta così.

Partiamo da qualche domanda generale (prima di addentrarci su terreni pericolosi e personali), innanzitutto puoi raccontare ai lettori del blog qualche cosa di te e dei tuoi lavori?
Be', non è che ci sia molto da dire. Immagino che a te interessi la faccenda del ghostwriting. Sì, insomma, io faccio quel lavoro lì, la ghostwriter. Scrivo roba che poi qualcun altro firma. Modestamente, anzi, senza alcuna modestia, ma perché dovrei averne, poi?, dicevo: sono pure brava. Lo so perché quella bestia diabolica del mio capo (non so se hai presente, si chiama Enrico Fuschi, è piuttosto famoso fra voi gente di lettere perché sarebbe tipo il capo delle Edizioni L'Erica, e chiunque legga almeno due libri l'anno ha in casa roba pubblicata dalle Edizioni L'Erica, esistono da duecento anni, per dire!), dicevo, quella merda di Enrico Fuschi mi fa lavorare sulla qualunque. C'è da scrivere un manuale di neuroscienze e il neurochirurgone pluripremiato è troppo occupato per farsi il suo librino da solo? Chiamiamo Vani. C'è da pubblicare un romanzone epico per tenere vivo il nome di un grande romanziere che però, poverello, sta marcendo nella palude del blocco dello scrittore? Nessun problema, ci pensa Vani Sarca. E così, fondamentalmente, passo il tempo a parare culi a gente che poi si prende il merito (e i soldi, non scordiamoci dei soldi).

Preferisci scrivere oppure collaborare con la polizia?
Gesù, preferirei collaborare anche con l'Agenzia delle Entrate, piuttosto che scrivere certe schifezze che mi rifila Enrico, credimi. L'anno scorso mi ha appioppato il libro di una medium che parlava con gli angeli, riesci a crederci? Be', poi, ecco. Non posso dire che a scrivere certi romanzi non mi sia divertita, lo ammetto. Ma con la polizia è un'altra storia. Condurre gli interrogatori, scavare nei retroscena, negli ambienti e nella psicologia dei sospettati... non so. Mi dà una strana sensazione, come di - emozione, credo si possa dire. Io credevo di avere smesso di emozionarmi a due anni, eppure lavorare con il commissario Berganza, ecco. Mi fa venire voglia di sorprendermi, e anche un po' di sorprendere lui.
Non so. Per certi versi forse stavo meglio prima, quando non me ne fregava niente di niente.

La tua intelligenza brillante e sarcastica è decisamente una delle doti che più ho apprezzato, allora dicci cinque tuoi pregi e cinque difetti
Stai scherzando? Io non capisco un accidente di come sono fatta! Voglio dire... non puoi veramente chiedere a me di elencare... ah, ma dai. E' ridicolo.
Comunque, ritengo che essere una sarcastica dark sboccata disillusa e inadatta alle relazioni umane se non forse con anziani e adolescenti possa definire più o meno il quadro. Il problema è che, se sono pregi o difetti, non lo so bene nemmeno io.

Scrivi e leggi molto, quindi chi meglio di te può consigliarci dei libri, quali sono i tuoi preferiti in assoluto?
Be', una volta mi è capitato di scrivere un romanzone, uno famoso, pure (ma non posso dirti qual è perché violerei le clausole di riservatezza del mio contratto con le Edizioni L'Erica), e ci ho sbattuto dentro un sacco di letteratura americana, di quella tosta, no?, tipo, tutto quello che è stato scritto da quella parte dell'oceano fra il 1900 e il 1950, Steinbeck, Fante, gente così. Dovevo farlo, ma mi è anche piaciuto un sacco, perché quei libri li adoro. Poi ci metto dentro i gialli, i noir e gli hard-boiled d'antan dei quali parlo sempre con il commissario Berganza, che, tra parentesi, sembra proprio uscito da uno di quelli: entrambi andiamo pazzi per Chandler, per dire. Ma potrei continuare per ore. Tu capisci. Praticamente non faccio che leggere. Ne ho da dire, sul tema.

E musicalmente parlando? La tua playlist del momento?
Be', a me piace roba un po' deprimente, non so se mi spiego. Gli Smiths, che so, i Joy Division. I Cure. Siouxie and the Banshees. Ho avuto un periodo metal, anche, durante la tarda adolescenza. E poi mi piacciono i cantautori americani, roba di denuncia sociale come Woody Guthrie o letteraria e criptica come Bob Dylan e Leonard Cohen. E Tom Waits, ah, certo. Con la sua voce roca e le atmosfere da bar di Edward Hopper.

Il tuo stile è appariscente, nonostante tu sia una persona da retrovie, come mai? Ti hanno mai paragonata a Lisbeth Salander?
Cazzo, anche tu? Eccome, se mi ci hanno paragonata! Dio. Non riesco a mettere il naso fuori casa senza che qualcuno me lo faccia notare. be', io non voglio somigliare a Lisbeth Salander. Io mi vestivo di nero e borchie quando avevo quindici anni, porca miseria. E, per la cronaca, non lo faccio certo per farmi notare. Lo faccio perché la gente abbia... be', abbia un po' paura, ecco. E mi stia alla larga. A me piace, quando la gente mi sta alla larga.

Addentriamoci nel personale, quali sono le caratteristiche del tuo uomo ideale?
Oh mio Dio. Devo parlare con Alice. Se mi avesse detto che mi sarebbero state poste domande così... Be'. Oh Dio. [Arrossisce. Si guarda gli anfibi ai piedi.] Immagino che debba essere uno intelligente, ecco. Uno che ci sa fare con le parole. Che legge molto, che ha una conversazione stimolante. E... e facciamo anche che sappia cucinare, va'. Così non devo preoccuparmi se non lo so fare io.

Pensi che ci sia qualcuno, non uccidermi, nella tua vita, con il quale intraprenderesti una relazione?Questo è troppo. Te l'ha detto qualcuno, vero? Ti hanno detto che c'è stato quello scrittore, quel dongiovanni affabulatore di Riccardo Randi, ci scommetto. Oppure ti hanno spifferato che ho iniziato a lavorare gomito a gomito con il commissario Berganza e che sono pure andata a casa sua più di una sera, con la scusa di farmi insegnare a cucinare, è così? Dio, non si riesce ad avere un minimo di privacy!

La tua ultima avventura ha lasciato l'opzione sentimenti molto molto aperta, non vogliamo sapere troppo, ma confidaci solo se nel prossimo libro ci sarà una svolta decisiva.
E che ne so?!? per quel che mi riguarda, già ho difficoltà a credere a quello che vedo al presente - e cioè che ci siano persone che provano interesse per me, un interesse sentimentale, intendo -, figurati quanto può sbalestrarmi l'idea del futuro! certo è che Riccardo sembra deciso a non lasciarmi in pace, il maledetto. E... e non vorrei sembrare presuntuosa, ma, ecco, ma mi pare che il commissario si sia fatto particolarmente protettivo e affettuoso nei miei confronti. Ma mi starò sbagliando.

Hai un cast di amici decisamente particolare per una donna di 34 anni: l'adolescente Morgana e l'anziana cuoca Irma, le ritroveremo nel prossimo libro? Vedi molto in loro della Vani del passato e di quella del futuro?
L'hai detto: Morgana è me quindici anni fa, Irma è me fra cinquant'anni. sarà per questo che vado così d'accordo con entrambe, e che non vado praticamente d'accordo con nessun altro. Be', t'assicuro che quelle due non usciranno tanto facilmente dalla mia vita. D'altra parte, ci stanno comode, nella mia vita, visto che non devono condividere gli spazi praticamente con altro essere umano...

Ultima domanda, perché non voglio rubarti troppo tempo, cosa ne pensi della tua creatrice Alice Basso?
Mah. Una tipa a posto, ma, Gesù, è sempre così allegra e socievole. Non so davvero come faccia. E poi fa un sacco di battute cretine. Come me, direi, solo che a me, modestamente, vengono meglio: lei ci deve pensare un attimo, prima di spararne una veramente buona; a me escono senza quasi che me ne accorga. Il fatto che poi le capisca e le apprezzi solo io, ecco, facciamo che non conta.

Grazie per la chiacchierata Vani, ti volevo far notare che non indosso nulla di rosa (nonostante io ami questo colore)... Possiamo essere amiche?
Uhm. Sei stata un sacco impertinente, ma sai cosa ti dico? La faccia tosta non è mica una brutta cosa. Sei coraggiosa. Sì, insomma, non sei malaccio, ecco. Dovesse mai capitare, altre due chiacchiere con te le faccio volentieri.
Spero che anche voi vi siate divertiti a leggere l'intervista con tanto quanto io mi sono divertita a farla, ringrazio Alice Basso per essersi prestata al gioco e vi consiglio vivamente di correre a comprare i suoi libri perché sono spassosi, scritti bene, con una trama interessante e potrete conoscere Vani Sarca.

2 commenti :

  1. Proprio bella l'intervista ^.^ Brava Virgi!
    Vani mi sta già simpatica, devo rimediare e leggere di lei ;)

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  2. Io amo Vani alla follia. Ma amo altrettanto Alice, quindi non mi resta che farti i complimenti per questa bella trovata di intervistare i personaggi dei libri e aspettare, curiosa, di scoprire chi sarà il prossimo!

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