La rosa violata
di Beppe Briganti
Bibliotheka Edizioni
Trama
Un amore forte, nato da i giochi d'infanzia, un padre che lo non lo accetta e lo vuole contrastare a tutti i costi, una serie di aggressioni e un delitto apparentemente semplice da risolvere. Questi sono gli ingredienti principali di una vicenda ambientata nella provincia pugliese verso la fine degli anni novanta. I personaggi, spesso di origine contadina, ma entrati repentinamente in contatto con una modernità che attrae e lusinga, si muovono tra progresso e tradizione, con problemi e disastrose sconfitte. Parte dei dialoghi sono in un dialetto talsanese riadattato per una migliore comprensione. Tra vicende degne della peggior cronaca nera, non mancano personaggi e situazioni che fanno sorridere. Momenti emozionanti si alternano sapientemente a situazioni decisamente comiche.
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Scrivere un giallo è difficile: non deve cadere nella banalità, le vicende devono tenere il lettore incollato alla pagina e l'autore deve studiare se vuole risultare credibile.
Tutti aspetti che vengono curati perfettamente ne "La rosa violata" il romanzo d'esordio di Beppe Briganti.
E che esordio, mi viene da dire, perché io questo libro di 272 pagine l'ho letteralmente divorato per la troppa ansia di scoprire cosa sarebbe accaduto. Perché non c'è solo il crimine più importante, quello da cui prende le fila il romanzo, l'enigma che devono svelare le indagini. C'è anche un giallo nel giallo, altrettanto misterioso e forse ancora più coinvolgente dal punto di vista emotivo.
Una bella trama, avvincente, da cui emergono alcuni personaggi che si amano e altri che si odiano. E questi sentimenti non sono per nulla contrastanti, mentre da una parte ti senti di poter essere indulgente con alcuni anche per la loro ingenuità, ad altri non fai nessuno sconto (anzi forse mi piacerebbe sapere che alla fine una bella punizione esemplare l'hanno ricevuta).
Briganti, poi, ci porta alla scoperta della Puglia, di un piccolo paese e ci fa scoprire un aspetto ambivalente di quel territorio che potrebbe, a mio avviso, essere applicato anche ad altre regioni. La provincia emerge in doppia veste ne La rosa violata: da una parte è un male per chi la vive con le sue chiusure e i pettegolezzi, dall'altra trasuda positività grazie a quel senso di piccola comunità che spinge molte delle persone che ci vivono a una sorta di solidarietà.
Menzione anche per la scrittura, veloce e capace e per quell'uso del dialetto che regala al libro un senso di verità.
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