Blogtour Curadh - Intervista all'autrice


Oggi ospitiamo una tappa del blogtour dedicato a Curadh il secondo volume della Trilogia dell'Apocalisse di Federica Caglioni. Prima di passare alla chiacchierata che ho fatto con l'autrice, scopriamo dati, trama e copertina: Il genere: Contemporary Fantasy, Young Adult - Pagine: 473
Pubblicazione: 9 marzo 2017 - Formato: Ebook ~ Cartaceo - Prezzo: 2,99€ (gratis con Kindle Unlimited)

Curadh - La Trilogia dell’Apocalisse (Volume 2)
Federica Caglioni
Amazon Self Publishing

Trama:

Sono passati tre anni da quando la vita di Kelia è cambiata. Scoprire di essere una Nephilim e di dover prendere parte all’Apocalisse, la Guerra tra Arcangeli e Angeli Ribelli, ha completamente rivoluzionato la sua esistenza.Adesso è cresciuta e ad aiutarla a trovare un senso alla sua nuova vita ci sono sempre Alex, la G.H.S. e Edward, suo padre, che prima di morire le ha lasciato una strada da seguire per poter sfuggire al controllo di Raphael. Ma ripercorrere i suoi stessi passi non sarà altrettanto semplice per lei perché nuovi e vecchi nemici si faranno avanti in vista dell’Apocalisse e la ostacoleranno nella sua ricerca. Riuscirà Kelia a superare tutte le difficoltà oppure sarà costretta ad arrendersi? E fin dove sarà disposta a spingersi per ottenere ciò che cerca? Il conto alla rovescia verso l’Apocalisse è iniziato.




1) Com'è nato questo nuovo libro? Avevi già tutta la trilogia dell'Apocalisse in testa oppure è arrivato dopo?
L'idea generale della Trilogia l'ho sempre avuta. Più che conoscere già tutte le sue parti, però, ne vedevo degli spezzoni, come ad esempio il punto di partenza e diversi momenti intermedi che sapevo per certo far parte della storia. Di Curadh, ad esempio, ho sempre "visto" la scena che adesso è diventata il primo capitolo e quella con uno dei dialoghi che più mi è piaciuto scrivere tra Kelia, la protagonista, e Jack, un nuovo personaggio. Questa parte, che si svolge in Irlanda, è nata da un sogno ed era così particolare che ho cercato di renderla al meglio.
Diciamo che, generalmente, Curadh è nato come parte di una grande storia perennemente work in progress.


2) Cosa potranno trovare i lettori che proprio non possono perdere?
Dal mio punto di vista assolutamente di parte, direi che non si può perdere l'azione e gli intrighi che scombussolano di nuovo e sempre di più la vita della protagonista. In Curadh Kelia si trova a far parte di una guerra dalla quale vuole, se non scappare, almeno allontanarsi abbastanza per capire cosa sia giusto fare e più ci prova, meno sembra riuscirci. È una condizione frustrante per lei che è così determinata a spuntarla e tutti suoi tentativi, il suo non arrendersi mai, sono quello che rende interessante la storia.
Ma io sono di parte, perciò starà ai lettori dire se è esattamente così o no!


3) Ci dici qual è stato il personaggio che ti è piaciuto di più e quello, invece, con cui hai trovato più difficoltà?
Come personaggio che mi è piaciuto di più direi Alex. È lo spirito amico della protagonista e sin dal primo libro mi sono sempre divertita a scrivere i pezzi in cui è presente perché mi trovo molto in sintonia con lui, sia caratterialmente sia per il ruolo che ha nella storia.
Quello più difficile, invece, è Sophie, la madre di Kelia. In questo secondo volume compare molto di più e la sua presenza è particolare, perché con lei mi sono dovuta calare in un ruolo, quello dell'essere madre, che non conosco e che ho cercato di interpretare al meglio secondo ciò che il personaggio mi diceva. Capire in che modo descriverla e descrivere le sue idee è stato difficile, anche se gratificante alla fine.


4) La tua citazione preferita?
"Basta con le distanze e i limiti; non ho più nulla da perdere e troppo da lasciarmi alle spalle. I rimpianti servono solo se si ha il tempo per rammaricarsene".


5) Esiste una playlist ideale della storia?
Esiste! Io senza musica non so stare mentre scrivo e sul computer ho proprio una playlist intitolata "Kelia". Alcuni dei brani hanno ispirato tutta la storia, altri alcune sue parti o i sentimenti dei personaggi in certe situazioni.
Per citarne alcuni legati a Curadh, c'è Qualche splendido giorni dei Modena City Ramblers, una canzone che fa letteralmente da ponte tra il primo volume, Alethè, e questo, perché nel primo si è trasformata nell'epilogo mentre qui appare come epigrafe all'inizio del libro e ha diverse implicazioni a livello della trama.
Un'altra è Colpo di pistola dei Subsonica. Questa, in particolare, è stata molto utile per comprendere lo stato d'animo di Kelia durante l'incontro con un personaggio non particolarmente amato e amabile. Proprio come lo è stata Fuck the World Off dei The Kooks per capire il comportamento di un altro personaggio.


6) Quando preferisci scrivere e come organizzi il lavoro?
Generalmente scrivo in ogni momento libero, basta che ci sia l'ispirazione, però l'istante della giornata in cui davvero preferisco scrivere è la sera tardi, quando magari sono la sola ad essere ancora alzata e in casa non si sentono rumori tranne gli scricchiolii. Credo che quelle siano delle ore magiche per scrivere, quasi con il potere di risvegliare i personaggi e averli accanto per tutto il tempo.
L'organizzazione, invece, è tutt'altra storia…
Per quanto io sia pignola nella vita, scrivere è l'unica cosa che faccio andando a braccio. Organizzo magari degli schemi riassuntivi dei capitoli, giusto per capire in che direzione può andare la storia, ma quando mi trovo davvero a scriverli lascio che tutto proceda con in suoi ritmi, senza accanirmi se un pezzo non segue lo schema o se non esce esattamente come ho programmato. È un'organizzazione non organizzata!


7) Chi è il tuo primo lettore?
Sono tre, in realtà: mia mamma, mia sorella e mio fratello. Loro tre sono sempre i primi a leggere tutte le mie bozze. Sono critici, consiglieri e editor e dopo i loro diversi punti di vista parte la riscrittura (a volte totale) delle storie che scrivo! Ormai siamo una macchina collaudata!


8) C'è un autore al quale ti ispiri particolarmente?
Un autore che prendo come modello, più che ispirarmi a lui, c'è ed è Ray Bradbury. Diceva di essere uno storyteller, un narratore, e non uno scrittore perché ciò che scriviamo non appartiene più a noi ma ai personaggi che ne fanno parte, è la loro storia e noi ci occupiamo solo di narrarla. Mi sento molto vicina a quest'idea perché è ciò che sento mentre scrivo. È vero che i personaggi e le storie sono una rielaborazione davvero complessa e inconscia delle nostre esperienze e dei nostri ricordi, ma appena ci appaiono alla mente non fanno già più parte di noi, sono diventati altro da noi e ciò che si fa scrivendo è, secondo un altro grande scrittore qual era Proust, tradurre la storia per renderla comprensibile a chi è al di fuori della nostra testa.


Grazie Federica per questa bella intervista! Se commentate ogni tappa potete partecipare all’estrazione finale e avere così la possibilità di adottare una copia cartacea di Curadh! Avete tempo fino alle 10 del 10 marzo!

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3 commenti :

  1. Bellissima intervista! È sempre bello conoscere qualche scorcio in più di come nasce un'opera!
    Complimenti a Virginia per il post e a Federica per le risposte :-)

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  2. Belle domande, complimenti e decisamente interessanti le risposte☺
    Sono d'accordo con la citazione: mai perdere tempo a rammaricarsi ��
    Brava Federica ��
    Buona serata ��

    RispondiElimina

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