Recensione: Tu, il mio oceano di Benedetta Cipriano


Benedetta Cipriano ogni volta che scrive un romanzo riesce a farmi innamorare dei suoi personaggi e delle sue parole, ecco la mia recensione di Tu, il mio oceano.

Tu, il mio oceano
Benedetta Cipriano
Self publishing
Trama
Savannah
Nei miei occhi c’è il riflesso sbiadito di una lacrima distrutta, ma lui riesce a vederci sconfinati prati verdi.
Il mio cuore è deteriorato dall’unica ferita che, ancora sanguinante, mi ricorda il primo pianto nel quale sono affogata. Lui, però, con il suo sguardo più nero di una notte senza stelle, assorbe il mio dolore, lo anestetizza e lo porta via con sé.
La maschera dietro la quale nascondo le mie ferite mi permette di sorridere, ma nei miei sogni si cela un desiderio di rinascita.
Sogno di perdermi nel vento, sogno di scappare via, lontana dai ricordi, lontana da me stessa.
Lui mi abbraccia fino a sfiorarmi l’anima: i suoi sono abbracci senza parole, gesti muti, silenziosi, nei quali riesco a scorgere il riflesso invisibile del suo tormento.
Non ho idea di cosa lo distrugga.
Non ho idea di quale sia il dolore che porta nel petto, ma so che insieme condividiamo una ferita.
Le nostre ferite sono impercettibili a occhio nudo, ma sono ciò che ci unisce.
Lui si chiama Dante e no, non è il mio uomo, ma è l’unico in grado di mettere insieme i pezzi del mio cuore.
La sua anima è cupa, esattamente quanto lo sono i suoi occhi neri.
Vorrei stringerlo forte a me fino a toccare il peso che porta dentro, ma non posso farlo: quell’anima è stata già donata a qualcuno, e quel qualcuno non sono io.
Quel qualcuno è l’oceano.
Dante
Non chiedermi chi sono. Potrei dirti che sono un surfista, che l’oceano è il mio posto sicuro e che tra le onde lascio andare parte di me stesso.
Potrei raccontarti della scintilla che si accende in me quando mi ritrovo a vincere contro quello stesso oceano, a domare le sue onde come se fossi l’unico in grado di tenere a bada quell’immensa distesa d’acqua.
Potrei raccontarti tutto questo, ma sono sicuro che non scopriresti altro.
Nei miei ricordi ci sono le note spezzate di un violoncello e un senso di colpa con il quale lotto ogni giorno.
Nel mio presente c’è lei, con i suoi occhi immensi, verdi e distrutti.
Con la sua ironia, dietro la quale cela le sue ferite.
Il suo profumo è intenso e delicato, quanto quello delle fresie.
I suoi capelli sono scuri più del cioccolato e i suoi sorrisi sono timidi, impauriti, appena accennati, nascosti.
Ma io l’ho sentita ridere. Ho visto la luce nel suo sguardo diradare la foschia dalla quale è perennemente avvolto.
Ho scorto la bellezza del suo cuore distrutto e me ne sono impossessato.
Lei però non è mia e non lo sarà mai.
C’è solo un posto a cui appartengo e a cui concedo tutto me stesso, e quel posto è il mio oceano.



Accompagnare il lettore negli abissi di una mente e di un cuore non è facile: bisogna farlo in punta di penna, con garbo, essere credibili, il tutto riuscendo a  trasmettere emozioni. Benedetta Cipriano ci riesce ogni volta, mostrandoci la psicologia dei personaggi con il suo grande talento nel farci immedesimare in storie complesse e profonde.
E le emozioni diventano difficili da contenere perché le storie che scrive Benedetta non raccontano solo la nascita di un amore, c'è sempre un grande tema a fare da sfondo, che va di pari passo alla crescita dei personaggi che vivono in quella storia. E le sue scelte non sono mai semplici o scontate, ma sempre sentieri difficili da percorrere e da indicare agli altri.
Tu, il mio oceano è un romanzo che ci porta ad approfondire la conoscenza di due personaggi forti, due storie intense e difficili: Dante e Savannah, accomunati entrambi da un segreto doloroso.

Perché a volte guardarsi è difficile, a furia di guardarsi ci si legge dentro

Un assiduo lettore delle storie di Benedetta li ha già potuti incontrare in La luna nell'oceano (QUI la mia recensione) romanzo struggente e intenso che è stato in grado di rubarmi un pezzo di cuore. Già allora entrambi volevano uscire dalle pagine, reclamavano una loro storia.
E quella storia è finalmente arrivata.
Tu, il mio oceano la racconta  a tutti noi lettori innamorati della straordinaria penna di Benedetta e delle sue storie. E conosciamo così Savannah che non posso che definire una sopravvissuta, una donna che nonostante tutto è stata in grado di vivere ogni giorno della sua vita. Una donna eroica e meravigliosa, che Benedetta regala a noi lettori offrendoci un po' della sua forza. 
E poi Dante, divertente e premuroso, ma  che vive incastrato in un senso di colpa che ha congelato la sua vita per 11 lunghissimi anni.

Siamo le lancette di uno stupido orologio, lancette che viaggiano controtempo, ma che si incontrano nell'istante esatto in cui si avvicinano, così tanto da scottarsi, da bucare la pelle, le ossa, fino ad arrivare all'anima

Lei sa di fresie e lui di oceano, insieme sono un mix perfetto di questi due odori così intensi e unici, ma sono anche capaci di fondersi uno con l'altro. E di guarirsi, non tanto perché la felicità si trova nell'altro, ma perché l'altro a volte diventa la molla per pretendere di essere felici.
Non è facile raccontare certe storie, ma se c'è un'autrice in grado di farlo e di stupirmi ogni volta è proprio Bendetta. Con il suo stile unico, con la sua delicatezza, con le sue parole perfette.
Grazie di averci regalato un altro bellissimo romanzo.
Perché leggerlo → Per scoprire e amare una fantastica autrice italiana e le sue storie.
Buona lettura!

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