Review Party: L'oceano quando non ci sei


Seconda giornata dedicata a L'oceano quando non ci sei di Mark Lowery edito da De Agostini, tre giorni di recensioni alla scoperta di questo bellissimo romanzo.


Charlie non è un bambino come gli altri. Come lui c’è n’è uno su un milione. Anzi, uno su un Charlilione.

L'oceano quando non ci sei
di Mark Lowery
De Agostini

Trama
Ci sono viaggi che non si dimenticano, momenti che restano scolpiti nel cuore. Come l’ultima vacanza che Martin e il fratellino Charlie hanno trascorso in un minuscolo paese sulle coste della Cornovaglia. Era estate, un’estate straordinaria, e ogni giorno i due bambini andavano al porto per vedere le spettacolari acrobazie del bellissimo delfino che con l’alta marea si spingeva nelle acque cristalline della baia. Sono passati molti mesi da allora, ma Martin e Charlie sono pronti a tutto pur di rivedere quel delfino, i suoi salti, le sue capriole. Anche a scappare di casa un sabato mattina e a percorrere quasi mille chilometri, tra avventure, fughe rocambolesche e incontri di ogni tipo. Martin adora il piccolo Charlie, sa che lui non è come gli altri bambini, che è speciale. È il motivo per cui Martin deve essere il miglior fratello maggiore del mondo e proteggerlo da tutto e tutti. Questo però non è sempre possibile, e Martin lo scoprirà proprio sulle spiagge della sua amata Cornovaglia. Dove lo aspetta, ancora una volta, l’alta marea.
Charlie è un bambino pieno di vita, di energia, di sogni. A renderlo speciale è una malattia che, fin da quando era in fasce, lo ha reso più delicato rispetto agli altri bambini. Non può correre a perdifiato, non si può affaticare oltremodo. Ma questo non lo ferma.

Non va tutto bene. Per niente. Sono scappato di casa, ho rapito mio fratello e adesso stiamo andando in un punto sperduto del Paese per il fine settimana.

Marty, tredici anni, piccolo eroe. Ha un cuore enorme e tanto affetto per quel fratello minore un po’ ammaccato, verso il quale non prova compassione o astio, ma un grande senso di protezione. Un legame che solo tra fratelli può nascere e consolidarsi. È anche un provetto poeta e di questo ne abbiamo prova durante lo scorrere della storia.

Questo viaggio non ha a che fare solo con Charlie, ma anche con me. Dobbiamo entrambi rivedere il delfino.

I due fratelli un mattino scappano di casa per andare a St. Bernards, una località turistica nella quale sono stati in vacanza con i genitori l’anno precedente. Per raggiungerla, servono ore e ore e tanti cambi di treno. Ma Marty deve assolutamente riportare Charlie a St. Bernards, per rivedere il “suo” delfino.

Devo ricordarmi di parlare di più con la mamma, quando torno a casa. Non bisogna mai dare le persone per scontate.

I due fuggitivi sono usciti di casa molto presto, senza farsi sentire da mamma e papà. Cosa penseranno quando non li troveranno nei loro letti?



Durante il lungo viaggio, tra un imprevisto e l’altro, conoscono Hen, giovane giocoliera in lotta con il mondo e con la madre. Hen, però, è tutto ciò che non sembra a prima vista: è gentile e dolce con Marty, è legata alla sua famiglia più di quanto lei stessa non voglia ammettere. Ha un ruolo importante nel “vero” viaggio di Marty.

Nasci poi muori. Tanto vale mangiare biscotti buoni. (Haiku scritto da Marty, ndr)


Perché quello di Marty è Charlie non è solamente un viaggio fisico, ma è soprattutto un viaggio interiore, verso qualcosa che li chiama, un viaggio verso qualcuno e per qualcuno. È un atto dovuto e necessario per poter continuare (e ricominciare) a vivere.


Il delfino è libertà. È vita. La possibilità di fare. Di vivere, in un modo che a Charlie sarà sempre precluso.

Il libro di Mark Lowery spiazza. Fa crollare in un attimo tutte le certezze che il lettore si crea durante la lettura. Non ci si può che affezionare ai due fratelli: a Marty per la forza e l’affetto che dimostra nei confronti di Charlie, e a questi per il suo modo di essere, franco, schietto e pieno di energia.
Il linguaggio è quello di un ragazzino di 13 anni che, grazie alla sua semplicità, ci fa vivere le sue emozioni, i ricordi, le paure come solo i piccoli possono fare: con naturalità.
Questa è una storia che emoziona, non potrebbe essere altrimenti. Fa bene ma fa anche male, tocca corde che a volte vorremmo lasciare riposare dentro di noi, senza andarle a sollecitare troppo.
È una storia che dovrebbero leggere grandi e piccini, per i messaggi che vi si possono trovare, per la bellezza che ne deriva, per le emozioni che scatena.
Buona lettura!

- Annalisa - 
“Adesso posso nuotare col delfino, Marty?”






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